Mentre Donald Trump sbarca nel Golfo con il suo entourage di miliardari, OpenAI valuta l’espansione in Medio Oriente con un nuovo centro dati negli Emirati Arabi Uniti. Un’operazione che, più che una semplice mossa infrastrutturale, sembra un’abile partita a scacchi tra tecnologia, geopolitica e interessi economici.

La decisione di OpenAI di considerare un centro dati negli Emirati non è casuale. Con Sam Altman presente nella regione, l’azienda mira a consolidare la sua presenza in un’area strategica, sfruttando le opportunità offerte dalla recente apertura degli Stati Uniti all’esportazione di chip avanzati NVIDIA verso il Golfo. Un cambiamento di rotta rispetto alle restrizioni imposte durante l’amministrazione Biden.

Il fulcro di questa espansione ruota attorno all’accesso ai chip NVIDIA, essenziali per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. La possibilità di importare fino a 500.000 chip all’anno fino al 2027 rappresenta un’opportunità significativa per OpenAI e per i partner locali come G42.

Parallelamente, la regione sta assistendo a un’ondata di investimenti nel settore dell’IA. Dalla collaborazione tra AMD e la startup saudita Humain per un’infrastruttura da 10 miliardi di dollari, al progetto di Amazon Web Services per creare una “AI Zone” in Arabia Saudita . Queste iniziative evidenziano la corsa del Golfo per diventare un hub globale dell’intelligenza artificiale.

Tuttavia, questa espansione solleva interrogativi. La dipendenza da chip statunitensi in una regione con legami complessi con la Cina potrebbe rappresentare una vulnerabilità. Inoltre, la rapida crescita dell’IA nel Golfo potrebbe accentuare le tensioni geopolitiche, trasformando la tecnologia in un nuovo campo di battaglia per l’influenza globale.

La mossa di OpenAI di considerare un centro dati negli Emirati Arabi Uniti non è solo una questione di infrastruttura tecnologica, ma un tassello in un mosaico più ampio di strategie geopolitiche, economiche e tecnologiche. Un gioco complesso dove ogni mossa potrebbe ridefinire gli equilibri globali dell’intelligenza artificiale.