Abu Dhabi, maggio 2025. Donald Trump, in una delle sue più teatrali apparizioni internazionali, ha inaugurato insieme al presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, il più grande campus di intelligenza artificiale fuori dagli Stati Uniti: un colosso da 5 gigawatt di potenza computazionale, destinato a diventare il cuore pulsante dell’AI globale.
Dietro le foto ufficiali e le strette di mano, si cela una strategia precisa: posizionare gli Emirati come snodo centrale tra Occidente e Sud Globale, offrendo potenza di calcolo a bassa latenza a quasi metà della popolazione mondiale. Il campus, costruito da G42 e gestito in collaborazione con aziende americane, sarà alimentato da fonti nucleari, solari e a gas, con l’obiettivo di minimizzare le emissioni di carbonio.
Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di rafforzamento delle relazioni tecnologiche tra USA e UAE. Durante la visita, è stato finalizzato un accordo che prevede l’importazione annuale di 500.000 dei più avanzati chip AI di Nvidia da parte degli Emirati, segnando un allentamento delle restrizioni precedenti dovute ai legami con la Cina.
Il campus ospiterà anche un parco scientifico dedicato all’innovazione nell’AI, consolidando ulteriormente la posizione degli Emirati come hub tecnologico. Con questo progetto, gli Emirati non solo diversificano la loro economia oltre il petrolio, ma si pongono anche come partner strategico per gli Stati Uniti nella corsa globale all’intelligenza artificiale.