Quando una società cinese di trading quantitativo decide di entrare nel ring dell’intelligenza artificiale, non si limita a fare da spettatrice. Shanghai Goku Technologies, fondata nel 2015, ha appena buttato sul tavolo un paper destinato a scuotere le fondamenta della ricerca AI globale. Non è un progetto qualunque, ma una proposta che mette in discussione i metodi tradizionali di training, quelli che dominano il mercato e che OpenAI, Microsoft e altre megacorporazioni hanno adottato come oro colato: il fine-tuning supervisionato (SFT) e il reinforcement learning (RL). Goku parla di un framework ibrido adattativo step-wise, chiamato SASR, che sarebbe più efficiente e, soprattutto, più umano nel modo in cui sviluppa capacità di ragionamento.

Se vi aspettate la solita propaganda da start-up con il mito del “modello rivoluzionario”, fatevi una bevuta: Goku arriva al prestigioso Conference on Neural Information Processing Systems (NeurIPS), l’Olimpiade degli scienziati AI, e sfida i colossi con dati sperimentali che dimostrano che SASR batte SFT, RL e i metodi ibridi statici. A scriverlo non sono visionari qualunque, ma una squadra che include la Shanghai Jiao Tong University e la neonata AllMind Artificial Intelligence Technology, spin-off di Goku appena registrato. Il tutto con un motto che suona come una dichiarazione di guerra ideologica: “logica e verità sono gli unici principi che obbediamo”.

Non è un caso che questa mossa arrivi in parallelo a quanto fatto da DeepSeek, altra stella nascente cinese dell’AI, originata da High-Flyer, hedge fund che ha spostato il suo know-how finanziario sull’intelligenza artificiale. DeepSeek ha fatto parlare di sé mostrando come SFT e RL migliorano i modelli, ma ora Goku sembra voler mettere in discussione proprio la supremazia di quei metodi, proponendo un’alternativa più raffinata e teoricamente superiore.

Il vero punto è politico, tecnologico e soprattutto strategico: mentre Washington tenta di soffocare la crescita cinese nel settore AI tramite restrizioni sull’hardware, la Cina risponde mostrando che la vera battaglia si gioca sul software e sugli algoritmi. Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ne ha parlato senza mezzi termini, ammettendo che le misure statunitensi sono inefficaci, visto che “la Cina ha il 50% degli sviluppatori AI al mondo”. Nel mondo reale, questo significa che anche senza chip di ultima generazione made in USA, la Cina continua a spingere, innovare e mettere in crisi la supremazia tecnologica americana.

La strategia di Goku è emblematicamente cinese: non inseguire solo la potenza bruta dell’hardware, ma sviluppare metodi più intelligenti, più adattivi e più vicini al ragionamento umano. SASR non è solo un algoritmo, è un segnale: il futuro dell’AI non sarà deciso dai giganti della Silicon Valley, ma da chi saprà fondere matematica, teoria e pragmatismo finanziario, creando modelli che apprendono davvero, senza bisogno di insegnanti umani o ricompense artificiali.

Dietro la facciata tecnica, c’è un gioco di potere globale che meriterebbe una sceneggiatura hollywoodiana. High-Flyer, con il suo spin-off DeepSeek, e ora Goku con AllMind, stanno creando un ecosistema AI che non solo compete, ma potrebbe sorpassare i modelli occidentali, mettendo in crisi tutto il sistema di innovazione e controllo americano sull’AI. Sono centinaia di miliardi in gioco, non solo in termini economici, ma di influenza geopolitica.

Non sorprende quindi che Goku gestisca asset per oltre 15 miliardi di yuan, usando strategie AI-driven per il trading. Non stiamo parlando di un laboratorio accademico senza scopi di lucro, ma di un colosso finanziario che ha capito come l’AI sia la nuova frontiera per dominare mercati e informazioni. Nel mondo dei numeri, l’algoritmo che impara meglio e più velocemente vale più di qualsiasi risorsa naturale.

Il messaggio è chiaro: la partita sull’intelligenza artificiale è più che mai aperta, e la Cina non sta a guardare. Sta forgiando una nuova era, fatta di ibridi adattativi, di strategie intelligenti e di una capacità di innovare che sfida l’arroganza occidentale. Per chi lavora nel settore, è una sveglia sonora. Per chi si illudeva che il monopolio dell’AI fosse garantito, è il momento di capire che la realtà è un’altra.

Come diceva il vecchio barista del mio quartiere: “Se vuoi battere il campione, non copiarne i colpi, inventati una tecnica che lui non ha mai visto.” Goku l’ha fatto. Ora vedremo se la Silicon Valley saprà rispondere o se rimarrà a guardare mentre il dragone cinese prende il volo.