La corsa all’intelligenza artificiale non è più solo una questione americana. Alibaba Group Holding ha lanciato un aggiornamento della sua famiglia Qwen3 di modelli linguistici di grandi dimensioni, una vera e propria dichiarazione di guerra tecnologica che scuote il mercato globale. Il modello Qwen3-235B-A22B-Instruct-2507-FP8 si presenta come una bestia open source che supera OpenAI e DeepSeek in matematica e programmazione, due ambiti che di solito fungono da termometro per la qualità e l’efficacia di un’AI avanzata.
Parliamo di un salto quantico nelle capacità generali, dalla comprensione testuale alla ragione logica, passando per l’uso degli strumenti, come segnalato da Alibaba sulle piattaforme HuggingFace e ModelScope. Non un semplice aggiornamento, ma un potenziamento che si manifesta nei numeri: nel prestigioso American Invitational Mathematics Examination 2025, il Qwen3 ha segnato un 70.3, schiacciando i 46.6 di DeepSeek e i miseri 26.7 di GPT-4o di OpenAI. Sorprendente? Non più di tanto, se si considera la ferocia con cui la Cina sta investendo nell’AI.
Sul fronte della programmazione, Qwen non è da meno. Il suo punteggio di 87.9 sul benchmark MultiPL-E batte leggermente DeepSeek (82.2) e OpenAI (82.7), pur cedendo appena il passo a Claude Opus 4 Non-thinking di Anthropic, con 88.5. Un dettaglio curioso sta nel fatto che questo aggiornamento supporta solo la modalità “non-thinking”, dove l’AI fornisce output diretti senza passaggi di ragionamento esplicito, ma guadagna in capacità di elaborazione, arrivando a gestire conversazioni con testi fino a 256.000 token, un record per gestire conversazioni estese senza soluzione di continuità.
Alibaba sembra giocare a scacchi mentre gli altri ancora tirano pedine. Questo modello potenziato è solo un aggiornamento del precedente Qwen3-235B-A22B-FP8, ma la strategia è chiara: puntare su modelli open source potenti e flessibili, capaci di integrarsi in soluzioni pratiche, come testimonia l’integrazione del modello da 3 miliardi di parametri nell’assistente intelligente “Xiaowei Hui” dei PC HP in Cina. Non stiamo parlando di un futuro remoto, ma di funzionalità concrete, come la redazione di documenti e il riassunto di riunioni, ora potenziate dalla nuova intelligenza artificiale.
La famiglia Qwen3, lanciata da Alibaba ad aprile, copre un ampio spettro da 600 milioni fino a 235 miliardi di parametri, collocandosi tra i più potenti modelli al mondo. Nel ranking LMArena, il Qwen3-235b-a22b-no-thinking si è piazzato terzo tra i modelli open source, superato solo da colleghi cinesi come Kimi K2 di Moonshot AI e DeepSeek R1-0528, una versione raffinata del modello di ragionamento DeepSeek. Questo dato è tutto un programma se consideriamo che tre modelli su quattro nella top ten cinese secondo Hugging Face provengono proprio dalla serie Qwen.
La Silicon Valley può farsi da parte per un attimo: Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha lodato i progressi cinesi nel campo dell’AI open source durante la sua recente visita, sottolineando come questi modelli siano tra i più avanzati al mondo. Non a caso Nvidia si prepara a riprendere le spedizioni dei suoi chip H20 verso la Cina, un mercato vitale, dopo un’importante svolta nei negoziati commerciali tra USA e Cina.
Una curiosità non da poco: i modelli di Alibaba, DeepSeek e Moonshot non sono solo potenti, ma sono definiti “i migliori modelli di ragionamento aperto nel mondo oggi”. Ironico che proprio quei paesi che si vantano di leadership tecnologica si ritrovino a rincorrere modelli open source cinesi che ormai dettano legge anche nelle competizioni matematiche e nel codice. La Cina non sta più rincorrendo, sta definendo le regole del gioco, mettendo in discussione i dogmi consolidati di un’industria che sembrava assestata.
In un mondo dove i token sono la nuova valuta e la capacità di ragionare la nuova moneta, Alibaba con Qwen3 si sta posizionando come il nuovo baricentro dell’intelligenza artificiale, sfidando i giganti storici e dettando una narrativa che probabilmente sarà destinata a cambiare la geografia tecnologica globale più di quanto si possa immaginare oggi. Chi pensa che l’AI sia un affare americano deve ricredersi: il futuro parla cinese, e Alibaba è la sua voce più autorevole.