Durante la seconda visita ufficiale di Donald Trump nel Regno Unito, un evento ha catturato l’attenzione: una sontuosa cena di stato a Windsor Castle, un tempo riservata a star di Hollywood, ma stavolta dominata dai protagonisti della Silicon Valley. Tra i presenti: Tim Cook (Apple), Satya Nadella (Microsoft), Jensen Huang (Nvidia), Marc Benioff (Salesforce), Ruth Porat (Alphabet), David Sacks (White House AI e crypto czar) e Sam Altman (OpenAI). Un chiaro segnale del crescente potere geopolitico dei leader tecnologici.
Il giorno successivo, Trump e il Primo Ministro britannico Keir Starmer hanno firmato il “Tech Prosperity Deal”, un accordo da 31 miliardi di sterline (circa 42 miliardi di dollari) che mira a potenziare la collaborazione tra i due Paesi in intelligenza artificiale, energia nucleare civile e calcolo quantistico. Microsoft ha promesso un investimento di 22 miliardi di sterline, destinando metà di questa cifra alla costruzione di un supercomputer AI a Loughton, nel Regno Unito. Nvidia ha annunciato l’intenzione di distribuire 120.000 unità di elaborazione grafica (GPU) nel Regno Unito, segnando la sua più grande distribuzione europea. Google ha previsto un investimento di 5 miliardi di sterline in un nuovo data center a Waltham Cross, a nord di Londra, e nel continuo supporto alla ricerca sull’IA attraverso il progetto DeepMind. Altre aziende come CoreWeave, Salesforce, Amazon Web Services e Oracle hanno annunciato investimenti che vanno da centinaia di milioni a diversi miliardi di sterline.
Questo accordo non è solo una questione di numeri. Riflette una strategia geopolitica mirata a consolidare la leadership tecnologica del Regno Unito e a ridurre la dipendenza da potenze rivali come la Cina. Il Regno Unito, con la sua solida base accademica e istituzioni come DeepMind, è visto come un terreno fertile per l’innovazione nell’IA. La decisione di Trump di invitare i leader tecnologici a una cena di stato sottolinea l’importanza crescente della tecnologia nelle relazioni internazionali.