Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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IBM AI Agents quando l’agente sbaglia: chi paga davvero il conto dell’autonomia artificiale?

Non è più una demo da conferenza con badge scintillanti e cappuccino gratis. Gli AI agent sono usciti dal laboratorio, si sono tolti il camice bianco e ora si sporcano le mani. Lavorano, decidono, agiscono. E soprattutto: lo fanno da soli. Non chiedono permesso. Né scusa.

Nel lessico da marketing si chiamano “autonomous agents”. Ma in azienda, nel fango reale delle operation, sono diventati strumenti operativi. O forse, meglio, operatori. Hanno facoltà di scelta, decidono che tool usare, eseguono task complessi, e—follia delle follie—possono comunicare tra loro. Come una squadra di stagisti geniali ma socialmente disadattati: super veloci, brillanti, ma completamente imprevedibili.

Per qualcuno è l’inizio del paradiso. Per altri, il preludio dell’inferno. Diamo un’occhiata dentro la macchina, togliendo la patina glamour del marketing da conferenza AI. Il motore gira, ma vibra

Quando la corsia si fa digitale: il primo ospedale al mondo gestito da agenti AI sfida la medicina tradizionale

Mentre l’Occidente ancora discute di etica, bias e approvazioni regolatorie, la Cina decide di saltare a piè pari la fase del dibattito e spalanca le porte alla medicina del futuro: è ufficiale, è operativo, ed è qualcosa che farà tremare più di un camice bianco. Stiamo parlando del primo ospedale al mondo completamente gestito da agenti intelligenti. Non un assistente virtuale, non un chatbot da centralino, ma un sistema chiuso, strutturato, interamente popolato da 42 medici AI capaci di diagnosticare, interagire, proporre piani di trattamento e presto anche conversare con i pazienti.

Addio Dr. House, benvenuto Dr. Bot.

Top AI Agents nel 2025 l’agente sei tu: perché ogni workflow aziendale ora respira intelligenza artificiale

Se fino a ieri giocavamo con i chatbot come se fossero i Tamagotchi aziendali, oggi chi non orchestra un esercito di agenti AI nei propri flussi operativi sta solo preparando la sedia per il competitor che lo sostituirà. La corsa all’automazione intelligente non è più una scommessa futuristica: è una guerra fredda già in corso tra i reparti IT, marketing, customer service e sviluppo prodotto. E come ogni guerra che si rispetti, a vincere non è chi ha più armi, ma chi le integra meglio.

In un mondo dove ogni workflow si trasforma in un sistema nervoso digitale, gli agenti AI sono i nuovi neuroni. Ma attenzione: non parliamo dei vecchi assistenti stupidi che sfornano risposte da FAQ. Questi nuovi agenti ragionano, decidono, eseguono e soprattutto scalano. Ecco come si stanno infiltrando nei gangli vitali delle aziende.

BCG rivela il futuro degli Agenti Autonomi e dei protocolli che li sostengono: perché non è solo l’AI, ma gli Agenti IA a cambiare il gioco

Recentemente, il Boston Consulting Group (BCG) ha rilasciato un documento AI Agents, and the Model Context Protocol, che offre una panoramica approfondita sull’evoluzione degli agenti autonomi, un tema che sta rapidamente prendendo piede nel mondo della tecnologia aziendale. Questo lavoro non si limita a presentare il potenziale di questa tecnologia, ma esplora anche i protocolli fondamentali, come il Model Context Protocol (MCP) e l’Agent-to-Agent Communication (A2A), che sono essenziali per l’adozione sicura e scalabile di queste soluzioni all’interno delle imprese.

Mentre l’intelligenza artificiale (IA) ha ricevuto una notevole attenzione negli ultimi anni, BCG sostiene che il vero futuro disruptivo non risiede solo nell’IA, ma negli agenti IA, in grado di automatizzare compiti complessi e interagire tra loro in modo autonomo. Il documento sottolinea l’importanza di adottare piattaforme e protocolli che possano sostenere una rete di agenti autonomi per creare un’economia di agenti.

AGENTI AI dall’automatione all’autonomia, aidea whitepaper

In un mondo in cui l’intelligenza artificiale viene costantemente “rivisitata” con nomi altisonanti e promesse da manuale, si è creato un vero e proprio circo semantico: agenti AI, automazioni sofisticate, assistenti vocali… Ma, come direbbe qualcuno che ha sempre puntato sulla semplicità, non serve riempire il vuoto di etichette per far brillare l’innovazione. Il white paper firmato da Marielle Borghi, Elisabetta Alicino e Annamaria Anelli (aidea) si fa carico di smascherare questa confusione, rivelando che dietro a quelle che molti chiamano “Agenti AI” si nasconde una rivoluzione ben più profonda rispetto a una semplice upgrade del solito chatbot.

Non stiamo parlando di una versione “super ChatGPT” o di un assistente che risponde solo per farsi notare, ma di una vera e propria nuova specie tecnologica. Gli agenti AI non si limitano a rispondere alle domande con formule preconfezionate: analizzano, pianificano e agiscono autonomamente. È come se, da un lato, il computer decidesse di prendere in mano le redini della situazione, mentre dall’altro si dovesse scusare per aver interrotto la tradizionale semplicità dell’“input-output”. Ironico, no?

ElizaOS: L’evoluzione di un’AI decentralizzata tra innovazione e controversi

La recente trasformazione di ai16z in ElizaOS segna una svolta significativa nel panorama dell’intelligenza artificiale decentralizzata. Questa metamorfosi non è solo un cambio di nome per evitare confusioni con il noto fondo di venture capital Andreessen Horowitz (a16z), ma rappresenta un’evoluzione strategica nel settore delle organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) alimentate da AI. Con il suo fondatore Shaw Walters alla guida, ElizaOS si sta rapidamente affermando come un ecosistema innovativo che unisce AI, blockchain e robotica.

Meta rivoluziona l’AI Chatbot: Memoria personalizzata e nuove frontiere dell’interazione

Meta ha annunciato un’espansione significativa delle capacità del suo chatbot AI, che ora sarà in grado di “ricordare” dettagli personali degli utenti, come preferenze alimentari o interessi, migliorando così le interazioni e rendendo le raccomandazioni più pertinenti. Questa nuova funzione, spiegata in un post sul blog aziendale, rappresenta un ulteriore passo nella personalizzazione dell’esperienza utente, utilizzando non solo le conversazioni precedenti, ma anche informazioni provenienti dagli account Facebook e Instagram degli utenti.

Gli Agenti AI domineranno il mondo Crypto prima degli umani? Uno scenario da fantascienza con un tocco di realtà

Immaginate un futuro in cui le criptovalute non siano scambiate da uomini sudati in pigiama che gridano su Twitter, ma da robot freddi, calcolatori e, soprattutto, infallibili. Se vi sembra un incubo scritto da Philip K. Dick dopo una serata alcolica, sappiate che invece è la visione di alcuni dei più brillanti cervelli del settore. E a quanto pare, potrebbe avverarsi più velocemente di quanto crediate.

Secondo Evan, analista ex-McKinsey e attuale guru di Monad, la situazione è già segnata: “Vedremo un miliardo di agenti AI onchain prima di un miliardo di esseri umani,” ha twittato con quella sicurezza che solo chi ha letto troppi white paper può permettersi. E il motivo? Le criptovalute hanno una user experience così ostile che persino un eremita medievale troverebbe più semplice intagliare monete di rame con le unghie. Ma per gli agenti AI, questa è una passeggiata digitale.

Agenti AI: Intelligenza artificiale per il pensiero, l’organizzazione e l’impiego di strumenti

L’intelligenza artificiale (AI) si concentra su elementi chiave come il ragionamento, la pianificazione e l’utilizzo di strumenti specifici, che sono essenziali per l’applicazione dell’AI in contesti complessi.

Una ricerca condotta da Tula Masterman (Neudesic) e colleghi ha evidenziato come gli agenti AI siano in grado di raggiungere obiettivi complessi.

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