Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Tag: Eric Schmidt

Eric Schmid: l’era senza interfacce, perché l’AI sta riscrivendo le regole del gioco digitale

È quasi buffo che sia proprio Eric Schmidt, uno degli architetti del web come lo conosciamo, a dichiarare con candore che “le interfacce utente spariranno”. Poetico e spietatamente logico. Perché se ci pensi, ogni volta che ci troviamo davanti a un pulsante, a un’icona o a un menu, non stiamo interagendo con la tecnologia, ma con il compromesso più primitivo che la tecnologia ci abbia imposto: il vecchio paradigma WIMP, quel Windows, Icons, Menus, Pointers inventato nei laboratori Xerox PARC mezzo secolo fa. Un’eresia dal punto di vista dell’evoluzione naturale dell’interazione uomo-macchina, un fossile che ha resistito solo perché mancava il predatore giusto. Ora quel predatore ha un nome: intelligenza artificiale generativa.

Eric Schmidt Il vero potere dell’AI? Non è il linguaggio. È la guerra.

Eric Schmidt, ex CEO di Google e attuale oracolo tecnologico con l’aria di chi ha già visto il futuro (e ci ha investito), non crede all’hype sull’intelligenza artificiale. No, pensa che l’hype sia troppo poco. Una provocazione? Sì, ma anche una dichiarazione di guerra. Perché quello che Schmidt sta dicendo con la calma glaciale di chi ha già giocato questa partita nel silenzio dei boardroom è che mentre il mondo gioca con i prompt di ChatGPT, dietro le quinte si stanno scrivendo gli algoritmi della dominazione globale.

Tutti concentrati sul linguaggio, sulle email che si scrivono da sole, sulle poesie che sembrano uscite da una scuola di scrittura di Brooklyn. Ma intanto, l’AI sta imparando a pianificare. A strategizzare. A ragionare in avanti e all’indietro come un generale che ha letto troppo von Clausewitz e ha una connessione neurale con l’intero Atlante geopolitico.

CC BY-NC-SA 4.0 DEED | Disclaimer Contenuti | Informativa Privacy | Informativa sui Cookie