Avete presente quando si entra in un ufficio pubblico e l’odore di carta stantia e burocrazia fossilizzata vi assale come un punch nello stomaco? Ecco, dimenticatelo. O meglio, fatelo convivere con il futuro, perché oggi si parla con toni salvifici e un lessico da conferenza ONU di “nuova governance”. Ma non una qualsiasi, no: una governance con “accezione più ampia”, un Frankenstein istituzionale dove l’umano e il digitale danzano in un ecosistema “generale” e anche, udite udite, “perverso”.