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Tag: interfacce cervello-computer

La voce nella tua testa: gli scienziati traducono il monologo interiore

Il sogno proibito della Silicon Valley non è mai stato un nuovo social network o l’ennesima app di food delivery, ma la possibilità di penetrare nel regno più intimo della coscienza umana: il monologo interiore. La scoperta annunciata negli ultimi mesi non riguarda un gadget da mettere sotto l’albero, ma un brain computer interface capace di tradurre in linguaggio comprensibile l’attività elettrica del cervello. Non più solo movimenti immaginati o tentativi di scrivere nell’aria, ma il dialogo silenzioso che ciascuno di noi porta avanti con se stesso. Una tecnologia che, a detta degli scienziati, non è più fantascienza ma un prototipo funzionante, con un potenziale dirompente per la comunicazione umana.

Neuralink e il primo paziente umano: diciotto mesi dopo la storia sembra più fantascienza che medicina

Noland Arbaugh non è più solo un paziente, è una specie di avanguardia vivente. Diciotto mesi fa il suo cervello è stato collegato a Neuralink, il chip impiantato con chirurgia robotica che ha fatto tremare tanto i neurologi quanto i filosofi. E oggi racconta la sua vita con una naturalezza che spiazza: “mi ha cambiato completamente l’esistenza”. Ecco la differenza fra un annuncio di Musk su Twitter e la realtà concreta di un uomo che, paralizzato dal collo in giù, riesce ora a giocare a scacchi online muovendo un cursore con il pensiero. Sembra un dettaglio frivolo, ma in realtà è un atto politico, sociale e tecnologico insieme, perché sancisce la transizione delle interfacce cervello-computer dal laboratorio al salotto di casa.

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