Meta sta affrontando un momento cruciale con le sue Ray-Ban Meta smart glasses. Con una mossa che non sorprende, ma che suscita più di qualche perplessità in merito alla privacy, l’azienda ha recentemente comunicato a tutti i proprietari delle sue occhiali smart due modifiche significative alla politica sulla privacy. Un messaggio inviato il 29 aprile ha delineato i dettagli di questi cambiamenti, che potrebbero segnare una nuova fase per il prodotto, in linea con l’ambizione di Meta di avanzare nel dominio dell’intelligenza artificiale, ma con conseguenze che vanno a toccare il delicato equilibrio tra innovazione e privacy.
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Meta ha finalmente svelato i numeri di vendita dei suoi occhiali smart Ray-Ban, annunciando di aver superato il milione di unità nel 2024. È la prima volta che l’azienda guidata da Mark Zuckerberg rende pubblici i dati di vendita di questo prodotto, segnalando la crescente importanza che il segmento degli occhiali intelligenti sta assumendo nella strategia del colosso tecnologico.
Gli smart glasses di Meta, sviluppati in collaborazione con EssilorLuxottica, rappresentano una delle scommesse più ambiziose dell’azienda nel settore della realtà aumentata e dei dispositivi indossabili. Con investimenti miliardari nella ricerca e sviluppo di hardware avanzato, Meta si sta posizionando per essere un leader in un mercato che, sebbene ancora di nicchia, potrebbe ridefinire il modo in cui interagiamo con la tecnologia.
Meta Platforms sta attivamente sviluppando tecnologie di visualizzazione per i suoi occhiali smart Ray-Ban, con l’intenzione di lanciare questi dispositivi potenziati entro la seconda metà del 2025. Questa informazione proviene da un recente rapporto del Financial Times, che evidenzia l’ambizione di Meta di integrare capacità avanzate di visualizzazione nella sua attuale linea di occhiali smart, attualmente venduti a un prezzo compreso tra 299 e 379 dollari.

Meta ha annunciato il lancio delle sue funzionalità AI sugli occhiali Ray-Ban Meta in Francia, Italia, Irlanda e Spagna a partire da oggi. Questa mossa rappresenta un significativo passo avanti verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle tecnologie indossabili, sebbene con alcune limitazioni dovute all’attuale contesto normativo europeo.