Nel panorama dell’intelligenza artificiale, l’Intelligenza Artificiale Generale (AGI) rappresenta l’obiettivo più ambizioso: creare sistemi capaci di eguagliare o superare le capacità umane in una vasta gamma di compiti. Tradizionalmente, l’AGI è stata definita come un sistema altamente autonomo in grado di superare gli esseri umani nella maggior parte dei lavori economicamente rilevanti. Tuttavia, recenti rivelazioni indicano che Microsoft e OpenAI hanno adottato una definizione interna più pragmatica e orientata al profitto.

Secondo un rapporto di The Information, le due aziende hanno stabilito che l’AGI sarà raggiunta quando un sistema genererà profitti per 100 miliardi di dollari. Questa definizione finanziaria si discosta dalle tradizionali metriche basate sulle capacità cognitive o sulle prestazioni tecniche, ponendo l’accento sull’impatto economico tangibile dell’IA.

Questo approccio ha implicazioni significative per la partnership tra Microsoft e OpenAI. Nei loro accordi, è previsto che, al raggiungimento dell’AGI, i diritti di Microsoft sull’accesso alle tecnologie avanzate di OpenAI vengano rinegoziati o terminati. Pertanto, definire l’AGI in termini di profitti facilita la determinazione di quando tali clausole debbano essere attivate.

OpenAI, fondata nel 2015 come organizzazione no-profit, ha recentemente raccolto 6,6 miliardi di dollari in un round di finanziamento, raggiungendo una valutazione di 157 miliardi di dollari. Questo cambiamento verso una struttura a scopo di lucro riflette l’esigenza di attrarre investimenti significativi per sostenere lo sviluppo di tecnologie IA avanzate, che richiedono risorse computazionali e finanziarie ingenti.

La definizione dell’AGI basata sul profitto solleva interrogativi sulla direzione futura della ricerca nell’intelligenza artificiale. Se da un lato l’enfasi sui risultati economici può accelerare l’innovazione e l’adozione commerciale, dall’altro potrebbe distogliere l’attenzione da aspetti etici, sociali e scientifici fondamentali. La comunità tecnologica e finanziaria dovrà quindi bilanciare l’entusiasmo per le opportunità economiche offerte dall’IA con una riflessione approfondita sulle implicazioni più ampie di tali sviluppi.


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