Il 2 febbraio 2025 segna un punto di svolta importante nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale (AI) in Europa. La scadenza del 2 febbraio ha visto l’entrata in vigore della prima serie di restrizioni previste dall’AI Act dell’Unione Europea, un provvedimento normativo che stabilisce regole precise per l’uso dell’AI, cercando di minimizzare i rischi derivanti dalle tecnologie avanzate. Questo atto si pone come una risposta alla crescente preoccupazione globale sull’impiego di AI in contesti che potrebbero mettere in pericolo i diritti fondamentali degli individui.

Con l’entrata in vigore della legge, le IA che comportano “rischi inaccettabili” diventano illegali. Ciò include strumenti di polizia predittiva, sistemi di valutazione sociale e identificazione biometrica che discriminano sulla base di razza, orientamento sessuale, religione e altre caratteristiche personali. Queste tecnologie, che in alcuni casi sono state utilizzate per monitorare o controllare ampi strati di popolazione, sono ora vietate in quanto potenzialmente dannose per la privacy, l’uguaglianza e la dignità umana. È un passo significativo per evitare abusi, in un momento in cui le tecnologie di intelligenza artificiale sono sempre più utilizzate in vari settori, dalla sicurezza pubblica al monitoraggio sociale.

A partire da questa data, il primo lotto di restrizioni ha acquisito forza di legge, ma non è finita qui: nuove scadenze legate alla limitazione di ulteriori sistemi di AI saranno applicate ogni anno, con scadenze fissate per ogni agosto fino al 2027. Questo approccio graduale consente all’industria di adattarsi progressivamente alle nuove norme, pur mantenendo un alto livello di attenzione sulla protezione dei diritti dei cittadini europei.

Nel frattempo, la risposta negli Stati Uniti è stata completamente diversa. Il ritorno al potere di Donald Trump ha visto l’annullamento di azioni esecutive volte a stabilire salvaguardie per l’AI. Questo contrasto tra l’Europa, che adotta una posizione di regolamentazione rigorosa, e gli Stati Uniti, che mostrano una maggiore resistenza a normative stringenti, solleva interrogativi sulla direzione globale della regolazione delle tecnologie emergenti.

Questa situazione evidenzia non solo la crescente attenzione sulle implicazioni etiche e sociali delle IA, ma anche le sfide politiche e legali che si presentano nel tentativo di bilanciare innovazione e protezione dei diritti umani. Mentre l’Europa cerca di diventare un faro di regolazione per la tecnologia, il resto del mondo dovrà adattarsi, tenendo conto dei diversi approcci legislativi.

La legge sull’AI, che entra in vigore oggi, rappresenta quindi un passo storico nel tentativo di modellare il futuro delle tecnologie intelligenti, cercando di garantire che queste ultime non vengano mai utilizzate per minacciare la libertà, la giustizia e la sicurezza dei cittadini.