Nel cinquantennale di Microsoft, Bill Gates ha fatto qualcosa che non ti aspetteresti da uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo tech: ha pubblicato un PDF di 157 pagine con il codice sorgente di Altair BASIC, il software che ha dato vita all’impero Microsoft. Per celebrare mezzo secolo di storia, ha deciso di togliere la polvere a un pezzo di codice scritto nel 1975 e lo definisce ancora oggi “il codice più figo che abbia mai scritto”. Nessuna startup oggi può vantare di aver iniziato così.

Altair BASIC, scritto da Gates insieme a Paul Allen e Monte Davidoff, è più di un programma: è un manifesto. Un atto di fede nerd in un’epoca in cui i computer personali erano roba da fantascienza o da laboratorio governativo. La miccia si accese quando Gates e Allen videro la MITS Altair 8800 sulla copertina di Popular Electronics. Due mesi di lavoro, giorno e notte, e una visione chiarissima: far girare il linguaggio BASIC su quel microcomputer sarebbe stato un punto di non ritorno. E lo fu.

Micro-Soft Altair BASIC 3.2 (4K) – Annotated Disassembly Copyright 1975, Bill Gates, Paul Allen, Monte Davidoff Source: http://altairbasic.org/ compiled by Reuben Harris
Gates racconta sul suo blog che scelsero di creare un interprete — e non un compilatore — perché volevano dare agli sviluppatori immediati feedback, riga per riga. Niente attese, niente “compila e prega”. Un’idea elegante, formativa e dannatamente efficace. Un’idea che oggi sembra banale, ma che allora era rivoluzionaria. E in fondo, è la stessa filosofia che ha portato a strumenti moderni come Python, REPL e ambienti interattivi.
Il PDF pubblicato contiene la genesi di Altair BASIC. È una reliquia, certo, ma anche una masterclass di ottimizzazione, astuzia e minimalismo tecnico. Scrivere codice su un computer con 4KB di RAM non è come compilare microservizi in Kubernetes. Qui non c’era spazio per l’errore, o per l’abbondanza. Era chirurgia digitale in tempo reale. E Gates lo sapeva: “scrivere per il limite ti costringe alla creatività”.
Altair BASIC fu anche il primo prodotto venduto dalla neonata Micro-soft, allora ancora con il trattino. E il resto, come si dice, è IPO. MITS decise di licenziare il software e quel piccolo interprete BASIC divenne il cavallo di Troia che Gates e Allen usarono per infilarsi nel futuro dell’informatica. Un colpo da maestro, condito da un aneddoto che i manuali di storia del tech raramente rendono con la dovuta poesia.
Oggi Gates ci regala non solo il codice, ma anche un po’ della sua nostalgia con una pagina web disegnata come se fosse uscita da un floppy del 1982, piena di animazioni retrò e grafica old-school. Per chi ama il software, la storia e quella linea sottile tra genio e follia imprenditoriale, è un piccolo capolavoro.
Per chi ha 30 anni di esperienza alle spalle, è anche un bel promemoria: non si costruisce un impero con pitch deck da 50 slide o con LinkedIn post che gridano “disruption”. Si costruisce con codice. Scrivendo, riga dopo riga, di notte, con una visione chiara e la pazienza di un artigiano. Gates non sta solo celebrando il passato: sta lanciando un messaggio ai nuovi fondatori. E, come spesso capita con lui, lo fa con il linguaggio più potente che conosce: il codice.