Buongiorno lettore o lettrice,
Oggi in data 04/04/2025 mi trovo qui a scrivere un piccolo tema riguardo il sessismo; è da molto che penso e che raffino la mia teoria; perciò, ho trovato opportuno scrivere un temino visto che la scrittura è la mia forma preferita di espressione e mi permette di esplicitare le mie idee in maniera stabile nel tempo.

In questo temino spiegherò il mio pensiero sul perché esiste la società patriarcale, della sua evoluzione e della sua fine. Partirò dai cacciatori-raccoglitori, soffermandomi a lungo sull’agricoltura di sussistenza e concludendo con le rivoluzioni industriali.

Partiamo dal periodo preistorico: nel periodo preistorico l’economia era * preistorica * e quindi limitata alla raccolta di cibo e alla creazione di utensili di base più o meno sofisticati in base alla cultura del gruppo che li creò. La società non era patriarcale (Enciclopedia di Cambridge) e il motivo va ricercato nelle loro attività economiche: la caccia, il foraggio e l’artigianato preistorico.

Queste attività era possibile eseguirle indifferentemente dal proprio sesso e quindi non c’era assolutamente alcun motivo di discriminare per genere.
La caccia avveniva per esaurimento, le prede venivano allertate e inseguite poi con calma, visto che la posizione eretta permetteva ai nostri antenati di avere consumi ben minori in termini di energie spese per un inseguimento rispetto alle nostre prede quadrupedi: una volta che la preda si fosse stancata di fuggire bastava farla secca e ci si era procurati il cibo.

Ovviamente io vi ho riportato una versione semplicistica, non era così facile, ma un piccolo gruppo di cacciatori sicuramente poteva gestire efficacemente ogni aspetto della caccia. In breve, uomini e donne possono provvedere indistintamente ai bisogni della tribù e quindi non c’è motivo di attuare una discriminazione.

Agricoltura di sussistenza: qui entriamo nel vivo della faccenda. Ad un certo punto qualcuno scopre che facendo crescere in un certo modo le piante queste diventavano commestibili e affidabili (processo di addomesticazione). Alcuni gruppi di umani che vivevano in luoghi particolarmente fortunelli decisero di rendere questa pratica, che noi chiamiamo agricoltura, la loro principale attività.

L’agricoltura fu ovviamente un affarone, non mi dilungherò a portarvi prove perché basta il semplice fatto che sia ancora il metodo più diffuso per la produzione degli alimenti da migliaia di anni a questa parte. L’agricoltura portò dei profondi cambiamenti nel sistema di incentivi. L’agricoltura è un lavoro duro e che allora usava mezzi molto rudimentali che richiedevano molta forza. L’uomo divenne il fattore di produzione più efficiente.

E la donna? Beh, la donna ovviamente non si estinse ma cambiarono enormemente le sue mansioni. Adesso la sua principale funzione era quella di render ancora più produttivo il fattore uomo, badando ai suoi bisogni al di fuori della produzione agricola.

Ecco che la donna pulisce, accudisce i figli, cucina, sta a casa etc etc.
Voglio tenere il temino slim quindi vi cito solo un altro argomento, la guerra. Con l’agricoltura l’umanità diventa stanziale e ci sono territori migliori di altri per essere agricoltori. Le terre fertili sono una risorsa limitata. Nascono le prime civiltà, i primi agglomerati urbani e anche le prime guerre.

La guerra la combatte l’uomo e quindi la donna assume una funzione ancora più dipendente rispetto a quella che ha in un quadro agricolo privo di guerra.
Quindi dai Sumeri all’inizio dell’800 abbiamo società agricole in cui la donna ha una posizione di sudditanza obbligata dal tipo di economia in cui vive. È interessante osservare che in alcune civiltà della Papua-Nuova Guinea, che hanno avuto il passaggio all’agricoltura in un periodo storico, il succedersi pari pari di questi fenomeni di cui ho parlato.

Le rivoluzioni industriali: e ci risiamo, un altro cambiamento nel sistema di incentivi. La rivoluzione industriale produsse diversi effetti nell’economia, per semplificare: maggior uso del capitale e minor uso della forza, efficientamento della produzione agricola. Adesso ci sono donne che lavorano in fabbrica! Pazzesco, inaudito.

È un cambiamento importante. Adesso non c’è più la necessità di mantenere una posizione sussidiaria nei confronti dell’uomo, visto che una donna può ottenere l’indipendenza economica con l’uso delle sue forze. La società rimane patriarcale, ma per inerzia.

Adesso le donne sono strutturate e hanno delle pretese. Prima non vogliono più essere considerate oggetti, poi vogliono il diritto a possedere proprietà (questo diritto è arrivato in tempi diversi in diverse parti nel mondo), il diritto al lavoro, il diritto allo studio ed infine il diritto al voto. Ad oggi le donne hanno pari dignità da un punto di vista formale; tuttavia, millenni di eredità di società agricola sono difficili da debellare.

In Italia la popolazione ha smesso di essere significativamente contadina solo negli anni ’70, alla fine del boom economico. La Chiesa è un’organizzazione con regole e idee figlie di un contesto contadino e quindi è necessariamente maschilista per costruzione. Sorpresa sorpresa, forme di cristianesimo più moderne come quelle americane, nate in un contesto di industrializzazione, non sono sessiste.

In conclusione, il maschilismo è un fenomeno legato alla società contadina ed è destinato a sparire totalmente. Cosa lo sostituirà? Boh. La caduta del sistema che abbiamo adesso porterà a culture diverse, a modi di intendere le relazioni romantiche e di amicizia diversi e allo stravolgimento delle religioni.

Grazie dell’attenzione,
Ludovico Azzario