Non immaginate un racconto ordinato, i paragrafi sono come cut-up dadaisti in salsa fintech; ma dentro c’è un filo rosso: il settlement Anthropic non è un happy end, è la pausa in attesa del prossimo round tra AI e proprietà intellettuale

Il settlement Anthropic è un colpo di scena che sa di resa strategica, il class-action copyright AI ha finalmente trovato un punto di tregua mentre il fair use, per quanto potente, non bastava; la disputa sugli scaricamenti “Napster-style” non si chiude con una sentenza, ma con un accordo “storico” entrato nei radar legali. Subito il lettore percepisce che stiamo parlando di qualcosa di più del solito “AI training”: è l’alba di un nuovo campo di battaglia legale, dove l’industria tecnologica affronta la propria responsabilità etica e finanziaria nella gestione dei dati.

La class-action copyright AI, promossa da Andrea Bartz, Charles Graeber e Kirk Wallace Johnson, si stagliava come il caso paradigma contro l’uso non autorizzato di testi nei dataset: Anthropic avrebbe addirittura scaricato fino a 7 milioni di libri da LibGen e PiLiMi per addestrare Claude. La posta in gioco era da capogiro: fino a 150 000 $ per libro, miliardi o nelle previsioni apocalittiche oltre un trilione di dollari di potenziali danni. Il fair use aveva già salvato Anthropic a giugno, per l’uso di libri acquistati legalmente, ma non evitava il processo sul “central library” pirata.

Ed eccoci al settlement Anthropic, un accordo che salvaguarda l’azienda da un trial potenzialmente catastrofico. I dettagli restano segreti – la posta in gioco resta un mistero –, ma il fatto stesso di aver evitato un processo da trilioni di dollari ripulisce il curriculum legale di Claude… almeno per ora. L’avvocato degli autori parla di “historic settlement” e promette novità nelle settimane a seguire; il via libera preliminare atteso entro l’inizio di settembre, con finalizzazione prevista per il 3 o 5 settembre, secondo le differenze tra fonti.

Il disordine c’è, ma ha una logica: il settlement Anthropic è una pausa strategica in una guerra legale destinata a ridefinire i confini tra fair use e sfruttamento mascherato. Nessuno vince davvero autori in bozza, Anthropic che limita il rischio ma il mercato e i legislatori osservano. Questo episodio spalanca l’attenzione sui prossimi casi simili, da musica a immagini, che emergono nei tribunali. Chi scrive, in perfetto stile CEO ironico, si gode il déjà-vu: una tregua tecnica con sapore politico.