In un mondo in cui l’informazione viaggia a una velocità inimmaginabile, senza filtri e spesso senza troppi scrupoli, i colossi dei media stanno affrontando sfide che sembrano impossibili da vincere. Eppure, nonostante l’evoluzione drammatica dei tempi, c’è una figura che, come un moderno Icaro, sembra tentare di volare troppo vicino al sole, senza cadere. Quella figura è Reuters, e il suo presidente Paul Bascobert rappresenta l’esempio vivente di come le tradizioni aziendali possano incontrare la più recente forma di “tentazione” tecnologica: l’intelligenza artificiale generativa.
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Editoria e Diritto d’Autore

C’è qualcosa di teneramente tragico nel vedere un magnate della Silicon Valley aggrapparsi al proprio brunch come se fosse l’ultima linea di difesa contro la rivoluzione delle macchine. Marc Andreessen, ex creatore di Netscape e attuale oracolo da salotto del venture capital, ha recentemente dichiarato che l’intelligenza artificiale potrà sostituire ogni lavoro umano… tranne il suo. Perché? Perché nessuna AI potrà mai leggere l’energia di un founder mentre mastica uova strapazzate a Woodside.

L’intimità vietata: l’algoritmo della solitudine e l’utopia tossica di Hsin-Hui Lin
Allieva di Chi Ta-wei, autore di Membrana e figura di culto della fantascienza queer asiatica, Hsin-Hui Lin 林新惠 (1990) non si limita a seguirne le orme: le distorce, le amplifica, le radicalizza. Dove Membrana ci portava in un futuro in cui il corpo umano è ridotto a contenitore biologico per identità fluide e intelligenze digitali,Lin Hsin-hui: Intimità senza contatto (Contactless Intimacy) opera un’ulteriore torsione, privando il corpo non solo della sua fisicità ma anche della sua agency. La fantascienza queer di Chi si fondava su un hacking dell’identità di genere, sulla mutazione come possibilità politica. Lin prende quella possibilità e la innesta in un mondo in cui ogni mutazione è standardizzata, sterilizzata, imposta da un’autorità algoritmica.
Chi Ta-wei aveva già tracciato i confini di una sessualità postumana, ma la sua era ancora animata da una certa speranza utopica: la fine del corpo come limite significava, per lui, una nuova liberazione identitaria. Hsin-Hui Lin, invece, guarda lo stesso scenario con l’occhio cinico di chi ha vissuto un lockdown globale e ne ha assaporato l’isolamento forzato. Il corpo non è più un ostacolo: è un rischio epidemiologico, un problema da eliminare. La sessualità, anziché liberarsi, viene riscritta in chiave normativa e performativa, secondo parametri di “sincronizzazione” stabiliti da un’intelligenza artificiale che finge di essere neutra, ma in realtà ricalca e perpetua le stesse strutture patriarcali e gerarchiche del passato.

Con un colpo di scena in stile open-source, la Wikimedia Foundation ha deciso di affrontare di petto uno dei problemi più spinosi dell’era AI: il sovrasfruttamento dei contenuti da parte degli scraper automatizzati. Lo fa non chiudendo, ma aprendo meglio: nasce così un dataset pensato appositamente per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.

Il tema della violazione del diritto d’autore a causa delle tante e recenti applicazioni basate sull’intelligenza artificiale sta assumendo una dimensione più che rilevante a livello globale e locale. Da un lato, l’AI generativa offre opportunità straordinarie per artisti e creativi; dall’altro, solleva interrogativi etici e giuridici sulla tutela delle opere, come evidenziato dal recente rilascio di un aggiornamento di ChatGPT che consente di generare immagini nello stile di Studio Ghibli, la celebre casa di animazione fondata da Hayao Miyazaki. Il leggendario regista, oggi 84enne, aveva già espresso il suo disappunto nel 2016, definendo “assolutamente disgustosa” l’idea di una creazione AI ispirata alle sue opere. Ora, che il tema sia particolarmente delicato e al limite della legalità lo riconosce implicitamente lo stesso Sam Altman, fondatore di OpenAI, intervenuto sul tema dichiarando che l’azienda sta “rifiutando alcune creazioni che non potrebbero essere consentite, stiamo aggiustando questo aspetto il prima possibile”.

L’industria del doppiaggio in Italia è da sempre un’eccellenza riconosciuta a livello globale. Eppure, l’avanzata dell’intelligenza artificiale generativa minaccia di trasformare radicalmente questo settore, sollevando questioni cruciali su diritti d’autore, proprietà intellettuale e tutela del lavoro umano. A lanciare l’allarme è la Commissione Cultura della Camera, che ha presentato una risoluzione, con l’obiettivo di proteggere i professionisti del doppiaggio dall’uso indiscriminato delle loro voci da parte dei modelli di AI.

Il tema del copyright e dei diritti d’autore in relazione all’intelligenza artificiale è un argomento complesso che tocca questioni legali, etiche e creative, ma anche aspetti tecnici legati alla struttura stessa degli LLM. Con il rilascio di modelli di AI sempre più sofisticati, capaci di generare testi, musica, immagini e altri contenuti, il dibattito su come vengano utilizzati i dati per “addestrare” questi sistemi e le implicazioni per i detentori dei diritti su queste opere è di grande attualità.
Quando ci si domanda se sia possibile tentare di rimuovere libri, articoli, immagini, musica e quant’altro dai modelli di AI – come spesso richiedono i detentori dei diritti stessi – la risposta è che nella pratica è un task estremamente difficile e spesso impossibile da realizzare in modo efficace.

Quando un libro riesce a ottenere il timbro di approvazione di Oprah, Reese Witherspoon e Jenna Bush Hager contemporaneamente, significa che sta per diventare il nuovo status symbol intellettuale delle élite. The Tell di Amy Griffin è più di un semplice memoir: è un passaporto per conversazioni esclusive nei circoli giusti, un’opportunità per esibire sensibilità culturale e, magari, un’ottima scusa per farsi notare tra i tavolini di Fondazione Prada.

Una nuova battaglia legale scuote il mondo della tecnologia e dell’editoria. Questa volta arriva dalla Francia, dove editori e autori hanno intentato una causa contro Meta Platforms Inc., accusando il colosso tech di aver utilizzato senza autorizzazione i loro libri per addestrare i propri modelli di AI generativa. La denuncia, depositata questa settimana presso un tribunale parigino specializzato in proprietà intellettuale, rappresenta una delle prime azioni legali di questo tipo in Francia e si inserisce all’interno di quella più ampia ondata globale di contenziosi sull’uso dei dati per l’addestramento dell’AI.


Il Buon Natale dell’IA
I migliori libri recenti sull’AI – un corpo crescente di letteratura emerso per aiutarci a comprendere ed esplorare i molteplici aspetti dell’AI.

Nel 2024, l’intelligenza artificiale è diventata un elemento centrale non solo nel campo tecnologico, ma anche in molte altre discipline, dalla medicina all’educazione, dall’economia alla scienza. Per coloro che desiderano comprendere e sfruttare appieno il potenziale dell’IA, leggere libri di qualità è un passo fondamentale. Esploriamo quindi i migliori libri sull’intelligenza artificiale di quest’anno, analizzando come possono aiutare a comprendere la tecnologia e a utilizzarla in modo efficace in vari ambiti.

Ray Kurzweil è da decenni una figura centrale nella visione futuristica della singolarità tecnologica. Con il suo nuovo libro, The Singularity Is Nearer, estende e approfondisce le idee che hanno alimentato la sua opera precedente, The Singularity is Near. La singolarità, secondo la sua definizione, è il momento in cui l’intelligenza artificiale supererà le capacità umane, portando a un’accelerazione vertiginosa dell’innovazione tecnologica e a un cambiamento radicale della società. Ma qual è lo stato attuale di questa visione? E, forse ancor più cruciale, siamo pronti a gestire le implicazioni di una tale rivoluzione?

Se sei alla ricerca di ispirazione per affrontare le sfide di un mondo in continua evoluzione, Frederik Pferdt ha appena pubblicato una lettura imperdibile: “What’s Next is Now – Come Vivere Pronti per il Futuro“.

Alberto Felice De Toni (Curtarolo, 27 giugno 1955) è un ingegnere e politico italiano, sindaco di Udine dal 18 aprile 2023.
È professore ordinario di ingegneria economico-gestionale presso l’Università degli Studi di Udine, direttore scientifico di CUOA Business School e presidente del comitato ordinatore della Scuola superiore ad ordinamento speciale della difesa
Il suo libro “Decalogo della complessità“ edito da Guerini e Associati si propone come una guida per comprendere e affrontare le sfide dei sistemi complessi nel contesto contemporaneo. L’opera si ispira a diversi concetti fondamentali delle scienze della complessità e si articola attorno a dieci argomenti chiave, che mirano a esplorare le dinamiche intrinseche di tali sistemi.