C’era una volta un programmatore che scriveva codice riga dopo riga, contava le parentesi e bestemmiava dietro ai puntatori. Poi sono arrivati i data scientist, che invece di scrivere software, lo “allenavano”. E adesso, nella parabola kafkiana del progresso tecnologico, siamo tutti diventati stregoni verbali: pronunciamo comandi e otteniamo miracoli. Benvenuti nel Software 3.0, dove non scrivi, non compili, non deployi. Promp-ti. Parli al sistema. E il sistema obbedisce. Più o meno.
Andrej Karpathy, ex direttore dell’intelligenza artificiale di Tesla e co-fondatore di OpenAI, lo dice senza mezzi termini: “Code you prompt”. Non è una boutade. È l’equivalente software della scoperta del fuoco, ma col sospetto che potremmo bruciarci vivi. Perché, come sempre, la semplicità apparente nasconde una complessità nuova, ancora non del tutto compresa nemmeno da chi plasma questi modelli.
Il suo intervento alla Y Combinator AI Startup School è una di quelle 30 minuti che vanno guardate, riviste, digerite a colazione con pane integrale e caffè forte. Non perché dica cose mai sentite, ma perché le mette in fila con una chiarezza chirurgica che ti fa pensare: “Dannazione, ma allora è tutto vero”.