L’applauso dei cardinali, stavolta, non era di rito. Quando il nuovo pontefice americano, Leone XIV, ha parlato di intelligenza artificiale come sfida morale del secolo, più di un porporato ha capito che qualcosa era cambiato. Non solo il nome, evocazione della “Rerum Novarum” e del Leone XIII che sfidò i baroni della seconda rivoluzione industriale. Ma l’intenzione, dichiarata e inequivocabile: porre la Chiesa cattolica come soggetto attivo e regolatore nel caos algoritmico del capitalismo digitale.
È una rivoluzione silenziosa che ha già fatto rumore in America e ne ha parlato in un articolo il WSJ. C’è una distorsione che si insinua sottile, ma potente, nell’interpretazione del pontificato americano di Leone XIV, soprattutto da parte della stampa e dell’analisi USA: la tentazione di leggere ogni parola del nuovo papa come un atto politico in senso stretto, inquadrato nei binari familiari del potere, del lobbying, delle influenze industriali.