L’approccio degli editori nei confronti dell’intelligenza artificiale generativa si sta trasformando parallelamente all’evoluzione dell’industria dei media e della visione delle tecnologie future.

Inizialmente, le preoccupazioni erano focalizzate sull’impatto sulla forza lavoro e sulle operazioni, nonché sui potenziali vantaggi o svantaggi derivanti dai nuovi sviluppi.

Ora, alcune risposte stanno emergendo in vari settori editoriali, dai film alla musica, dai contenuti online alla stampa tradizionale.

All’inizio della rivoluzione dell’intelligenza artificiale, le aziende si sono unite per proteggere i loro profitti da eventuali minacce.

Gli attori e gli scrittori di Hollywood hanno scioperato per timore di perdere o dover condividere le entrate con le macchine, mentre le società di informazione e media hanno iniziato trattative per creare un fronte comune contro le Big Tech riguardo al “content scraping” e all’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale con dati prodotti dalle loro organizzazioni.

Ora sembra che ogni settore e azienda stiano raggiungendo accordi separati con i giganti di Internet che dominano la distribuzione e la visibilità.

OpenAI, supportata da Microsoft, ha recentemente firmato un importante accordo di licenza di contenuti con News Corp., del valore di oltre 250 milioni di dollari in cinque anni, facendo salire le azioni di quest’ultima del 7% nelle negoziazioni pre-mercato.

Questo accordo permetterà a OpenAI di accedere a Wall Street Journal, Barron’s e MarketWatch, seguendo accordi simili con The Financial Times e Axel Springer, la casa madre di Business Insider e altre pubblicazioni.

Anche Google ha siglato un accordo con Reddit per utilizzare i contenuti della piattaforma per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, mentre Meta sembra intenzionata a seguire l’esempio.

Le trasformazioni non riguardano solo le licenze dei contenuti, ma anche la scrittura.

Giornalisti e autori stanno sperimentando l’intelligenza artificiale generativa per strutturare articoli, creare titoli e persino scrivere testi. Al Washington Post, un nuovo annuncio strategico ha dichiarato che il giornale deve avere “l’intelligenza artificiale in ogni aspetto della nostra redazione” mentre cerca di risolvere le sue difficoltà finanziarie.

La maggioranza degli abbonati di Wall Street Breakfast ritiene che attualmente gli editori dovrebbero essere obbligati a utilizzare un disclaimer quando impiegano l’intelligenza artificiale, ma questo cambierà con l’evolversi delle situazioni?

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