La transizione alla presidenza di Donald Trump potrebbe portare ad una ridefinizione parziale del CHIPS Act, la legge chiave introdotta dall’amministrazione Biden per incentivare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. Sebbene ci si aspetti che l’iniziativa prosegua nella sua struttura fondamentale, la nuova amministrazione è propensa ad apportare modifiche significative alle linee guida applicative, mantenendo però intatta la finalità di potenziare la produzione tecnologica domestica.
Modifiche attese: Continuità con Ribranding e Flessibilità
Il CHIPS Act, essenziale per il rafforzamento della capacità industriale di semiconduttori, è destinato a sopravvivere al passaggio di potere, anche grazie al sostegno bipartisan che ha ricevuto al Congresso. Tuttavia, il governo Trump potrebbe imprimere una svolta, partendo da un possibile rebranding della legge per riflettere le priorità dell’agenda repubblicana.
Le modifiche non andrebbero a intaccare la struttura core della legge, ma riguarderebbero principalmente i requisiti per l’accesso ai fondi. Si prospettano cambiamenti mirati a rendere il CHIPS Act più allineato alle preferenze conservatrici, eliminando, per esempio, i requisiti considerati “progressisti” come:
- Disposizioni per la fornitura di servizi di assistenza all’infanzia
- Incentivi all’uso di manodopera sindacale
- Obblighi di rendicontazione su aspetti climatici e ambientali
Questi aggiustamenti consentirebbero alle aziende di operare con maggiore flessibilità, rispettando comunque l’obiettivo centrale della legge di garantire l’autosufficienza tecnologica.
Ragioni Strategiche Dietro la Continuità del CHIPS Act
La conservazione del CHIPS Act, nonostante i possibili adattamenti, è spinta da fattori che trascendono l’orientamento politico:
- Sostegno bipartisan: L’importanza strategica del settore dei semiconduttori per la sicurezza nazionale e l’economia ha generato un sostegno trasversale sia tra democratici che repubblicani, rendendo improbabile una cancellazione della legge.
- Benefici a livello statale: Stati chiave a guida repubblicana, come Ohio, Texas e Arizona, sono già destinati a ospitare impianti produttivi incentivati dal CHIPS Act, e qualsiasi cambiamento drastico che minacci tali progetti potrebbe generare opposizioni interne.
- Impatto economico: La legge garantisce il supporto finanziario necessario a un settore ad alto rischio e capitale intensivo, come quello dei semiconduttori. In un contesto di tensioni geopolitiche, garantire la produzione nazionale è un obiettivo prioritario.
Reazione dell’Industria: Partner Internazionali e Investimenti in Crescita
Le principali aziende del settore hanno già avviato i primi passi per aderire al programma CHIPS, investendo nella costruzione di nuovi impianti e sfruttando gli incentivi finanziari. Intel, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) e GlobalFoundries si trovano infatti tra le oltre 20 società che stanno concludendo accordi per ricevere supporto attraverso il CHIPS Act.
Le cifre in gioco sono considerevoli:
- Intel riceverà un contributo governativo stimato di 8,5 miliardi di dollari in sovvenzioni e 11 miliardi di dollari in prestiti, destinati a potenziare la propria capacità produttiva interna.
- GlobalFoundries prevede un finanziamento di 1,5 miliardi di dollari per progetti in corso, mentre TSMC ha richiesto 6,6 miliardi di dollari per le fabbriche in Arizona.
Questi investimenti rispecchiano il forte impegno dell’industria verso il CHIPS Act, che, pur con i nuovi criteri previsti, continua a rappresentare un pilastro per la competitività americana nel settore tecnologico globale.