Microsoft, nel festeggiare il mezzo secolo di vita, ha deciso di sparare tutte le cartucce rimaste nel tamburo del suo assistente AI, Copilot. Una valanga di aggiornamenti lanciati tutti in una volta, come se Satya Nadella avesse detto: “Facciamolo sembrare rivoluzionario, così nessuno si accorge che stiamo rincorrendo”. E in effetti, ora Copilot non è più solo un pappagallo ben addestrato: impara, ricorda, osserva, suggerisce, crea podcast e forse – chi lo sa – torna sotto forma di Clippy, il paperclip più odiato e amato della storia dell’informatica.

Con l’introduzione della memoria, Copilot acquisisce la capacità di ricordarsi chi sei. Non solo il tuo compleanno o se preferisci i concerti jazz agli eventi techno, ma anche le tue abitudini di navigazione, i tuoi gusti, le tue manie. In pratica, diventa il collega che non solo ti aiuta, ma ti osserva, ti studia, ti anticipa. Microsoft giura che la privacy è rispettata e che puoi decidere cosa fargli dimenticare. Ma sappiamo tutti come finisce: prima gli dai l’e-mail, poi ti chiede il numero di scarpe, e il passo successivo è che ti prenota il parrucchiere da solo perché “è giovedì e tra dieci giorni hai una riunione importante”.

La personalizzazione, dicono a Redmond, è solo agli inizi. Presto potrai dare a Copilot un volto, o meglio, un’apparenza. Sarà divertente scoprire se tornerà con occhi dolci e voce metallica sotto forma di un paperclip animato. Mustafa Suleyman, a capo dell’AI in Microsoft, dice che “ogni Copilot sarà unico, con uno stile e attributi distintivi”. A voler essere cinici: stiamo addestrando gli utenti a credere di avere un amico digitale, mentre stanno solo interagendo con un venditore automatizzato che sa quali scarpe ti piacciono prima ancora che tu le veda.

Ma dietro al fumo di marketing, c’è anche qualche arrosto. Il nuovo Actions permette a Copilot di muoversi online al posto tuo, tipo un assistente virtuale con la carta di credito in mano. Può prenotarti un tavolo, comprarti biglietti per uno spettacolo o trovare l’offerta migliore su quel gadget che continui a cercare su Amazon ma non compri mai. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole – OpenAI, Google e Amazon stanno facendo lo stesso – ma l’integrazione di tutte queste funzioni in una singola piattaforma, e soprattutto dentro Windows, è un colpo di scena che potrebbe far sembrare il tuo PC meno stupido di prima.

Poi c’è la Visione, che non è un’illuminazione mistica, ma una serie di occhi digitali che Copilot userà per vedere cosa succede sul tuo schermo (su Windows) o nella tua fotocamera (su mobile). Immagina: stai cercando di capire un grafico Excel e l’AI ti dice “quel trend è preoccupante”, oppure punti la fotocamera su un cartello scritto in giapponese e lui ti traduce e ti consiglia dove mangiare ramen nei paraggi. È comodo, sì. È anche inquietante. Stai condividendo l’intero contenuto visivo del tuo dispositivo con una macchina. Ma vuoi mettere la praticità?

Il pezzo forte per i professionisti, o per chi ancora finge di fare ricerche invece di usare ChatGPT come oracolo, è il Deep Research. Copilot ora può analizzare grandi moli di documenti, siti, report, e cucirti addosso una sintesi intelligente. Se hai un progetto complicato, può gestire le fonti per te, organizzare note con la nuova funzione Pages, e persino generare un podcast dove la tua voce digitale spiega le scoperte, magari meglio di quanto faresti tu dopo tre caffè e una notte in bianco.

Non c’è niente di veramente nuovo, lo ammettono pure a denti stretti. Sono funzionalità che ChatGPT, Gemini, Claude e compagnia bella hanno già lanciato nei mesi scorsi. Ma Microsoft le ha messe tutte insieme, tutte in una volta, come se dicesse: “Va bene, abbiamo i modelli di OpenAI, usiamoli sul serio”. E in questa corsa ad armamenti tra AI, chi riesce a offrire di più, integrato meglio e più in fretta, vince. O almeno resta rilevante.

I rollout iniziano da oggi, ma si tratta di versioni beta, con disponibilità che varia a seconda della piattaforma, del mercato e del capriccio del giorno. Ma una cosa è chiara: Microsoft ha intenzione di fare sul serio con Copilot. E non per aiutarti a lavorare meglio. Ma per diventare il centro nevralgico di tutto ciò che fai al computer. E magari, un giorno, anche della tua vita.

Chi ha detto che Clippy era morto?