Gli agenti artificiali (AAs), specialmente quelli operanti nel cyberspazio, ridefiniscono la classe di entità coinvolte in situazioni morali. Essi possono essere considerati sia come pazienti morali, ovvero entità su cui si possono compiere azioni con conseguenze etiche, sia come agenti morali, in grado di agire con effetti positivi o negativi. Questa doppia natura apre un dibattito significativo sulla loro moralità e sulla loro responsabilità.
Per comprendere il ruolo degli AAs, è fondamentale chiarire il concetto di agente. La discussione tradizionale, da Montaigne e Cartesio in poi, si concentra sull’esistenza di stati mentali, emozioni e sensazioni negli agenti artificiali. Tuttavia, un approccio alternativo, denominato “moralità senza mente”, evita questa problematica e si concentra sull’analisi delle azioni e dei loro effetti senza la necessità di postulare stati mentali. Questo approccio è particolarmente utile per il campo dell’Etica Informatica, dove la questione della responsabilità delle macchine diventa sempre più pressante.