Benvenuti nell’era in cui anche gli algoritmi si parano le spalle. O, per dirla meglio: benvenuti nel regno del Federated Reinforcement Learning (FRL), quella zona grigia tra il controllo distribuito, l’apprendimento autonomo e la sacrosanta tutela della privacy.
Sembra una di quelle buzzword uscite da una conferenza AI sponsorizzata da una banca cinese e una startup israeliana, ma no: qui c’è sostanza. FRL è l’unione poco ortodossa (ma potentemente funzionale) tra Reinforcement Learning (RL) e Federated Learning (FL). Una roba da nerd con l’ossessione per il controllo e la riservatezza, quindi perfetta per questo mondo post-GDPR.