Immagina se Her di Spike Jonze non fosse più solo un film. Se Samantha non fosse una voce sexy e onnisciente nella testa di Joaquin Phoenix, ma un archivio vivo, mutevole, connesso a ogni respiro digitale della tua esistenza. Oppure ripensa a The Circle di Dave Eggers, dove ogni dato, ogni impulso, ogni interazione viene trasformata in trasparenza e controllo, travestiti da progresso. Sam Altman non ha solo visto quei film. Li sta producendo nella realtà. E stavolta, sei tu il protagonista.
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Sam Altman, il CEO di OpenAI, ha invitato i giornalisti del Financial Times a pranzo, probabilmente per discutere della sua visione per il futuro dell’intelligenza artificiale. Quello che non si aspettava, però, è che l’intervista si trasformasse in una sessione di kitchen-shaming senza precedenti. Sì, avete letto bene: la sua cucina, quella che avrebbe dovuto essere il rifugio culinario di un uomo che ha tutto, ma proprio tutto, dalla tecnologia al denaro, è finita sotto la lente di ingrandimento. E il risultato è tutt’altro che lodevole.

Tecnologia, sangue giovane e cervelli surgelati: l’élite tech si prepara all’apocalisse, tu resta con l’ansia e il mutuo
Sì, hai letto bene: Sam Altman ha sborsato 10.000 dollari per farsi congelare il cervello da una startup chiamata Nectome, incubata a Y Combinator mentre lui stesso ne era presidente. Dettaglio clinico non trascurabile: la procedura è descritta come “100% fatale“. Una specie di eutanasia hi-tech per chi vuole essere pronto nel caso in cui il download della coscienza diventi mainstream.
Altman non è solo in questa distopia glamour. Sta crescendo una vera e propria ossessione da parte dei miliardari della Silicon Valley per l’immortalità, la preservazione cerebrale, le trasfusioni di sangue giovane, e i rifugi anti-civiltà nascosti negli angoli più remoti del pianeta. Il tutto mentre al resto dell’umanità viene chiesto di “adattarsi”, “reskilling” e usare ChatGPT per rifare il CV.

Se ti avessero raccontato, qualche anno fa, che milioni di persone si sarebbero messe in fila per farsi scannerizzare l’iride da un globo metallico in cambio di qualche spicciolo virtuale, probabilmente avresti pensato a un episodio di Black Mirror. E invece no. Benvenuto nel presente, dove la realtà fa impallidire la distopia: Worldcoin, la criptovaluta fondata da Sam Altman, è ufficialmente sbarcata negli Stati Uniti, armata di orbs, wallet, ID biometrici, accordi con Visa e sogni messianici di universal basic income post-AI. E se non ti sembra abbastanza inquietante, aspetta che arrivino gli “orb mini”, portatili come uno smartphone e, presumibilmente, altrettanto ubiqui.
Worldcoin è, per sua stessa dichiarazione, un sistema per “ristabilire la fiducia nell’era dell’AGI”. Traduzione: distinguere gli esseri umani dagli algoritmi generativi in un mondo dove l’identità digitale è fluida, falsificabile, manipolabile. Per farlo, Tools for Humanity – la startup fondata nel 2019 da Altman, Alex Blania e Max Novendstern – ha costruito un sistema basato su World ID, una sorta di passaporto digitale biometrico certificato tramite scansione dell’iride, registrato su una blockchain Ethereum-native chiamata World Chain. In cambio, ricevi token WLD, con la promessa di usarli in un’economia futura più giusta, inclusiva e… completamente controllata.

Sam Altman non investe, orchestra. La sua strategia assomiglia più a una sinfonia tecnofuturista che a un classico portafoglio da venture capitalist. Non è il classico miliardario che diversifica per ridurre il rischio, ma uno che punta tutto su un futuro ben preciso e spaventosamente coerente. Se uno si ferma a un solo annuncio, tipo lo scanner oculare di Worldcoin può pensare a un’altra Silicon Valley gimmick. Ma mettendo insieme Retro Biosciences, Roboflow, Operator, OpenResearch, Oklo, e soprattutto Stargate, il quadro si fa chiarissimo: Altman non vuole costruire l’ennesima startup. Vuole ricablare la civiltà.
Partiamo dall’inizio, o dalla fine, a seconda di come lo si guarda: Retro Biosciences. Un’azienda che lavora per allungare la vita di dieci anni. Non cinquanta. Dieci. Quel tanto che basta per arrivare vivi e vegeti all’era in cui le macchine faranno tutto. Un’umanità mantenuta efficiente ma sempre meno necessaria, che deve solo resistere abbastanza per non perdersi la festa finale.

OpenAI sta addestrando un nuovo modello per migliorare nella scrittura creativa; un campione di questo ha ricevuto reazioni molto contrastanti — molte critiche, ma anche elogio da parte di almeno un’autrice.
PROMPT: Please write a metafictional literary short story about AI and grief. COMPLETION:

Dal suo blog.
L’umanità è sempre stata un costruttore di strumenti, unita da un’inesauribile spinta verso l’innovazione. L’intelligenza artificiale generale (AGI) si profila come l’ultimo tassello di un progresso che ha visto l’energia elettrica, il transistor, il computer e Internet ridefinire il nostro modo di vivere. Tuttavia, questa volta potrebbe davvero essere diverso: le implicazioni economiche e sociali dell’AGI sono destinate a superare ogni previsione.
Le più recenti osservazioni sullo sviluppo dell’IA suggeriscono tre principi fondamentali: il livello di intelligenza di un modello AI cresce in modo logaritmico rispetto alle risorse impiegate nel suo addestramento; il costo di utilizzo di un livello dato di intelligenza AI si riduce di un fattore 10 ogni 12 mesi; e il valore socioeconomico dell’intelligenza aumenta in modo super-esponenziale rispetto alla sua crescita lineare. Questi trend stanno ridisegnando il paradigma economico, con la possibilità di una crescita senza precedenti e di una riduzione drastica dei costi in settori chiave.
Masayoshi Son, CEO di SoftBank, ha tranquillizzato tutti: l’intelligenza artificiale non ci mangerà. Non perché ci voglia bene, non perché abbia un’etica, ma semplicemente perché non funziona a proteine. “Se la loro fonte di energia fosse proteine, allora sarebbe pericoloso,” ha spiegato Son, con la serena consapevolezza di chi sta costruendo il futuro dell’umanità con la stessa nonchalance con cui si investe in una startup di delivery.
A fargli eco, Sam Altman di OpenAI, che durante il loro incontro a Tokyo ha rassicurato il pubblico su un altro aspetto: l’AI non ruberà nemmeno il lavoro, perché, tanto, l’umanità trova sempre qualcosa da fare. Certo, come no. Così come i tessitori del XIX secolo hanno trovato facilmente impiego quando i telai automatici hanno fatto il loro ingresso trionfale nelle fabbriche. O come i lavoratori del call center quando sono arrivati i chatbot. Il progresso non si ferma mai: l’importante è che la gente continui a essere ottimista mentre l’AI riscrive le regole del gioco.

Sam Altman, il guru di OpenAI, ha finalmente avuto un’epifania: “Forse essere aperti non è stata la mossa migliore forse essere closed-source come una cassaforte svizzera sarebbe stato meglio” Certo, non è che la compagnia ci sia arrivata da sola, ma è stata spinta con forza da un terremoto chiamato DeepSeek, lo ha detto durante il Reddit “Ask Me Anything“, (AMA) anche se a Roma significa altro..
Durante un’illuminante sessione su Reddit, Altman ha confessato candidamente che forse OpenAI ha “sbagliato lato della storia” sul tema dell’open source. Ovviamente, non tutti in OpenAI condividono questa opinione, e nemmeno è la loro “priorità assoluta” – perché perché mai dovrebbe esserlo?

Sam Altman ha passato l’ultimo anno a inseguire una quantità assurda di potenza di calcolo per addestrare i modelli di OpenAI. La richiesta era così esorbitante che, secondo alcuni report, funzionari giapponesi sarebbero scoppiati a ridere quando ha rivelato il consumo energetico necessario.
Data center più estesi possono richiedere da 20 a 100 megawatt di energia, e alcuni degli impianti più avanzati potrebbero arrivare fino a 150 MW per coprire centinaia di migliaia di server.
Se l’ambizione di Stargate è quella di creare una rete di molti centri di calcolo distribuiti, ciascuno con un consumo energetico significativo, il consumo totale potrebbe arrivare a migliaia di MW se contiamo decine di complessi. Ad esempio, se si parlasse di 10 centri di calcolo ognuno da 100 MW, il totale potrebbe arrivare a 1.000 MW (1 GW) di potenza, che è l’equivalente di un’intera centrale elettrica di medie dimensioni.

Il Brasile ha deciso di bloccare il controverso progetto Worldcoin, guidato da Sam Altman, che prevedeva il pagamento in criptovalute ai cittadini in cambio della scansione dell’iride. Questa misura è stata presa dall’Autorità brasiliana per la protezione dei dati personali (ANPD), che ha dichiarato che l’offerta di criptovalute in cambio di dati biometrici potrebbe compromettere la capacità dei cittadini di fornire un consenso libero e informato per il trattamento dei propri dati sensibili.
Secondo quanto riportato da Reuters e ripreso da The Economic Times, l’ANPD ha sottolineato che il consenso per il trattamento di dati personali sensibili, come quelli biometrici, deve rispettare criteri rigorosi. Deve essere libero, cioè non influenzato da alcun incentivo economico, informato in modo che l’individuo comprenda appieno le implicazioni dell’uso dei propri dati; inequivocabile, lasciando spazio a nessun dubbio; e con uno scopo specifico e chiaramente indicato.

“L’hype su Twitter è completamente fuori controllo”, ha scritto Sam Altman su X, il 20 gennaio 2025, cercando di spegnere le aspettative gonfiate dagli ultimi mesi di dichiarazioni enigmatiche e previsioni audaci riguardo al modello più recente di OpenAI, l’o3. “Non lanceremo AGI il mese prossimo, e non l’abbiamo nemmeno costruita.”

[Please] chill and cut your expectations 100x!”
Questo richiamo alla calma è arrivato dopo settimane di rumor in cui Altman aveva alimentato l’immaginario collettivo con visioni avveniristiche. Nel suo ultimo post sul blog, pubblicato il 5 gennaio, Altman aveva affermato che OpenAI era ormai certa di sapere come costruire una AGI (Artificial General Intelligence) e che già nel 2025 avremmo visto agenti AI entrare nella forza lavoro, rivoluzionando la produttività aziendale. “Riteniamo che in pochi migliaia di giorni potrebbero emergere strumenti di superintelligenza,” aveva aggiunto.


A dicembre, Sam Altman, il visionario dietro OpenAI o se vogliamo, il nuovo oracolo di Silicon Valley ha deciso di aprire il portafoglio e regalare un milione di dollari al fondo inaugurale di Donald J. Trump. Uno potrebbe pensare: “Ecco un uomo che sa come posizionarsi nel mondo, anche quando il mondo sembra un po’ sottosopra.” È una mossa che si inserisce perfettamente nel manuale non scritto del settore tecnologico: quando sei già incredibilmente ricco e potente, perché non investire qualche spicciolo per assicurarti che anche il potere politico ti sorrida?
Adesso, Altman e la sua squadra di OpenAI una startup che ha cambiato il gioco con ChatGPT e dato a tutti una scusa per parlare con un computer – stanno facendo un ulteriore passo avanti. Stanno cercando di spiegare al mondo, e alla prossima amministrazione, come l’intelligenza artificiale sia la chiave per il futuro. Ovviamente, un futuro dove loro sono i protagonisti.
In un documento che chiamano pomposamente “progetto economico per l’intelligenza artificiale in America” –perché dire semplicemente “Come rimanere rilevanti e potenti nel prossimo decennio” non suonava abbastanza elegante – propongono politiche per stimolare la crescita tecnologica, minimizzare i rischi (quelli per loro, si intende) e mantenere la Cina lontana dal podio.

Sam Altman ha iniziato il 2025 con una serie di dichiarazioni forti che delineano la sua visione per il futuro dell’intelligenza artificiale e le sfide interne di OpenAI. In un post sul blog, ha affermato con sicurezza: “Siamo ora certi di sapere come costruire l’AGI come l’abbiamo tradizionalmente intesa. Crediamo che, nel 2025, potremmo vedere i primi agenti AI ‘unirsi alla forza lavoro’ e cambiare materialmente la produzione delle aziende”. Proseguendo, ha espresso l’ambizione di andare oltre l’AGI: “Stiamo iniziando a volgere il nostro obiettivo oltre questo, verso la superintelligenza nel vero senso della parola”.

Ann Altman ha intentato una causa contro suo fratello, Sam Altman, CEO di OpenAI, accusandolo di abusi sessuali protratti durante la loro infanzia, dal 1997 al 2006. Le accuse sostengono che gli abusi siano iniziati quando Ann aveva tre anni e Sam dodici, continuando fino a quando Sam è diventato maggiorenne. La causa, presentata presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale del Missouri, afferma che Ann ha subito “grave disagio emotivo” che le ha impedito di condurre una “vita normale” a causa degli abusi presunti.

Il futuro. Un futuro che sembra sempre più somigliare a una combinazione di una commedia grottesca e un thriller psicologico, dove la trama si sviluppa mentre noi stessi siamo in bilico tra il rischio di farci fregare da una macchina e il desiderio insopprimibile di diventare parte di quella macchina. Quella che potrebbe essere la prossima grande svolta nell’intelligenza artificiale ha due nomi che ormai tutti conoscono: Sam Altman e Vitalik Buterin. E naturalmente, come accade in tutte le storie di grande importanza, le loro visioni sono divergenti.

È un pomeriggio grigio da ufficio open space, di quelli in cui il Wi-Fi va e viene come un coinquilino inaffidabile. Intanto, nel mondo dorato delle big tech, Mustafa Suleyman, CEO di Microsoft AI, e Sam Altman, CEO di OpenAI, sono immersi in un acceso dibattito su uno dei temi più caldi del business tecnologico: l’AGI (Intelligenza Artificiale Generale). Non è solo teoria accademica: è una sfida da miliardi di dollari in capitale di rischio, acquisizioni e strategie di mercato.

Worldcoin, il progetto di criptovaluta, identità umana e reddito universale di base (UBI) co-fondato dal CEO di OpenAI Sam Altman, ha cambiato nome: ora si chiama semplicemente World. Oltre al cambio di nome, l’azienda ha introdotto una versione aggiornata del suo dispositivo Orb, progettato per risolvere un problema che per molti non esiste ancora: autenticare che una persona sia umana “nell’era dell’intelligenza artificiale”.
Le persone che si registrano al sistema ottengono un World ID, che possono utilizzare per dimostrare in modo “sicuro e anonimo” la propria identità umana online. In aggiunta, ricevono una quota del token di criptovaluta associato al progetto, il WLD.

Exowatt, una startup con sede a Miami sostenuta da Sam Altman, CEO di OpenAI, ha svelato un approccio innovativo per affrontare le crescenti esigenze energetiche dell’industria dei data center. Recentemente ha ottenuto un finanziamento seed di 20 milioni di dollari guidato da importanti aziende di venture capital come Andreessen Horowitz (a16z) e Atomic, con l’obiettivo di rivoluzionare il modo in cui i data center generano e utilizzano energia.

urante il DevDay di OpenAI del 2024, sono state annunciate significative novità relative alle API, tra cui un’API in tempo reale per l’interazione voce-voce, un raffinamento della visione artificiale per un riconoscimento e un’analisi delle immagini più accurati, la distillazione dei modelli per ottimizzare modelli più piccoli e meno costosi, e il caching dei prompt per accelerare le richieste ripetute memorizzando domande e risposte comuni.
Queste innovazioni rappresentano un passo verso la realizzazione concreta degli agenti AI, con il CEO di OpenAI, Sam Altman, che prevede la loro integrazione nelle nostre vite quotidiane entro il 2025. Un agente AI, infatti, è una tecnologia autonoma capace di perseguire obiettivi in ambienti complessi, seguendo istruzioni in linguaggio naturale e con minima supervisione umana. Utilizzando strumenti avanzati, gli agenti AI prendono decisioni autonome, spesso sfruttando modelli linguistici di grandi dimensioni.

Carroll Wainwright, un ex dipendente di OpenAI, ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla leadership di Sam Altman, CEO dell’azienda. Le osservazioni di Wainwright evidenziano un sentimento più ampio tra diversi ex e attuali dipendenti di OpenAI, che credono che l’approccio di Altman rappresenti una minaccia per la missione non profit dell’organizzazione.

Sam Altman, CEO di OpenAI, e John Elkann, CEO di Exor, hanno partecipato a una discussione stimolante durante la Tech Week italiana 2024. La loro conversazione ha coperto una vasta gamma di argomenti, dall’innovazione e la leadership alle future implicazioni dell’intelligenza artificiale (IA). Ecco alcuni punti chiave dell’intervista che si sono distinti positivamente, così come alcuni che hanno suscitato riflessioni più profonde.
Sam Altman, il CEO della startup di intelligenza artificiale generativa OpenAI, ha dichiarato che le recenti partenze esecutive non sono legate a una potenziale ristrutturazione dell’azienda, come riportato da Reuters.
“Non è assolutamente vero,” ha detto Altman all’organizzatore della conferenza Italian Tech Week, John Elkann, secondo il notiziario. “
Molte delle cose che ho visto erano anche completamente sbagliate, ma stiamo pensando a quella (ristrutturazione), il nostro consiglio di amministrazione lo sta facendo, da quasi un anno, indipendentemente, mentre pensiamo a cosa serve per arrivare alla nostra prossima fase,”
ha aggiunto Altman.
Mercoledì, il CTO di OpenAI Mira Murati ha annunciato che avrebbe lasciato l’azienda. Dopo l’annuncio di Murati, i dirigenti senior della ricerca Barret Zoph e Bob McGrew hanno anche annunciato le loro rispettiveuscite dal creatore di ChatGPT.
La partecipazione azionaria di Altman è ancora in fase di negoziazione, ma rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla sua posizione precedente in cui aveva scelto di non prendere azioni per garantire una governance imparziale.
Secondo i rapporti, la sua quota potrebbe essere intorno al 7%. Questo cambiamento potrebbe avere implicazioni su come OpenAI gestisce i rischi e la sicurezza dell’IA, poiché si sta orientando verso un modello simile ad altre aziende di IA come Anthropic e xAI di Elon Musk, che sono anche strutturate come società benefit mirate a bilanciare il profitto con la responsabilità sociale

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha recentemente articolato una visione audace per il futuro dell’intelligenza artificiale (IA), posizionandosi come una figura centrale nel dibattito in corso riguardante il suo sviluppo e le sue implicazioni. Le sue affermazioni riflettono un significativo spostamento dai tradizionali ruoli di fondatore verso uno stile di leadership più visionario, enfatizzando la duplice natura del potenziale dell’IA: i suoi enormi benefici insieme a sostanziali sfide etiche e regolatorie.
In un’intervista approfondita con Oprah Winfrey, il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha discusso le potenzialità e le sfide dell’intelligenza artificiale (IA), sottolineando il suo impatto trasformativo sulla società. Durante l’evento speciale “AI and the Future of Us”, Altman ha evidenziato come la percezione dell’IA sia cambiata drasticamente negli ultimi anni. Solo nel 2022, con l’emergere di ChatGPT, il pubblico ha iniziato a comprendere le capacità reali di questa tecnologia, che ora consente ai computer di interagire in modo più intuitivo e umano.

Altman ha partecipato a un importante talk a Burning Man nel 2022, dove ha discusso dell’intersezione tra AI e arte con l’artista Android Jones.

Sam Altman, CEO di OpenAI, sta pianificando un ambizioso progetto per costruire un’infrastruttura globale necessaria per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, con un costo stimato tra 5 e 7 trilioni di dollari. Secondo un rapporto di Bloomberg, l’iniziativa ha come obiettivo principale la creazione di enormi macchine e sistemi, partendo dagli Stati Uniti, per supportare il rapido avanzamento dell’IA.

Sam Altman, di OpenAI, ha detto ad alcuni azionisti che la società sta valutando la possibilità di modificare la propria struttura di governance in un’attività a scopo di lucro, ha riferito venerdì The Information, citando una persona che ha ascoltato i commenti .
Il consiglio no-profit della startup di intelligenza artificiale (AI) non controllerebbe la nuova struttura, aggiungendo che uno dei possibili scenari presi in considerazione era una società di beneficenza a scopo di lucro simile ad Anthropic e Anthropic, sostenuta da Amazon e xAI di Elon Musk.
The Information ha affermato che le entrate annualizzate di OpenAI erano più che raddoppiate rispetto allo scorso anno raggiungendo i 3,4 miliardi di dollari. In particolare, a marzo l’uomo d’affari miliardario Elon Musk aveva citato in giudizio OpenAI e due dei suoi co-fondatori, tra cui Altman, sostenendo di aver abbandonato la loro missione originale e di aver preferito i profitti al beneficio dell’umanità.

Puoi costruire un business che scommette sul fatto che il prossimo modello sarà davvero buono o un modello che scommette su ciò che accadrà e trarrà vantaggio da ciò che accadrà
Sam Altmann
Il giorno dell’annuncio di ChatGPT-4o, Sam Altman si è seduto per condividere i dettagli dietro le quinte del lancio e offrire le sue previsioni sul futuro dell’IA. Altman esplora la visione di OpenAI, discute la tempistica per raggiungere l’AGI e analizza l’impatto sociale dei robot umanoidi.
Esprime inoltre il suo entusiasmo e le sue preoccupazioni riguardo agli assistenti personali IA, evidenzia le maggiori opportunità e i rischi nel panorama dell’IA odierno, e molto altro ancora.

24 aPRILE 2024
Ecco i budget per il 2024 di alcune delle principali agenzie spaziali:
- NASA: Il budget per il 2024 è di $24.875 miliardi.
- ESA (Agenzia Spaziale Europea): Il budget per il 2024 è di €7.79 miliardi (circa $8.53 miliardi).
- Roscosmos (Agenzia Spaziale Russa): Il budget per il 2024 è di 285.95 miliardi di rubli (circa $2.88 miliardi).
- ISRO (Organizzazione per la Ricerca Spaziale Indiana): Il budget per il 2024 è di Rs 13,042.75 crore (circa $1.75 miliardi).
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