Mentre tutti si concentrano sull’intelligenza artificiale generativa, Alipay, colosso dei pagamenti digitali in Cina, tira fuori dal cilindro una trovata tanto semplice quanto micidiale: una chiamata vocale. Sì, nel 2025, tornare a parlare è la nuova frontiera della sicurezza finanziaria. La funzione è già live dentro la chat dell’app: accanto alla condivisione della posizione o l’invio di foto, ora c’è anche l’opzione “chiamata vocale”, con l’etichetta “novità”, come se fosse un ritorno vintage.
In un mondo di deepfake, bot, spoofing e social engineering spinto, sentire la voce dell’altro diventa atto di autenticazione. Non con biometria, non con retina scan, ma con l’intramontabile: “Pronto, sei davvero tu?”. La domanda più umana e arcaica, resuscitata per combattere l’anonimato digitale. L’idea è questa: verifica vocale diretta per confermare l’identità reale prima di un bonifico, senza registrazioni, senza AI di mezzo. Solo due esseri umani connessi da un click.
Non è romanticismo nostalgico, è guerra psicologica contro le frodi. Alipay ha capito che il pericolo oggi non è l’hacker russo nel dark web, ma tua zia che manda soldi al truffatore che si spaccia per suo nipote. In Cina, dove Alipay e WeChat Pay si dividono il 90% del mercato, ogni feature non è un’aggiunta: è un colpo di spada in una battaglia per il dominio dei flussi monetari quotidiani. E qui, la sicurezza è la parola chiave che mobilita l’utente, che giustifica l’innovazione, che crea fedeltà.
Il messaggio è chiaro: se ci sentiamo, ci fidiamo. In un ecosistema dove l’interazione è asincrona, messaggistica, impersonale, la voce riporta l’elemento di dubbio, e quindi di cautela. Per questo Alipay sottolinea che la chiamata non verrà registrata. Questione di privacy apparente, ma anche di psicologia del controllo: se so che sto parlando solo con te, e non con un archivio in cloud, sono più disposto a fidarmi, ma anche a essere sincero.
Ant Group — il braccio fintech di Alibaba che controlla Alipay — ha dunque piazzato la sua mossa. In un momento in cui i regolatori cinesi stringono le maglie sulla verifica dell’identità e il governo promuove un ambiente digitale “etico e sicuro”, questa innovazione è anche un atto di sottomissione strategica. Un “guardate come siamo responsabili”, senza sacrificare l’usabilità.
Ma attenzione: l’arma della voce non è solo difensiva. È anche un’arma di engagement. Parlare è coinvolgente, rallenta l’azione, crea contesto. Se sto per inviare soldi e devo parlare con l’altro, ho un momento in più per pensarci. E magari mi accorgo che qualcosa non quadra. La chiamata vocale diventa un filtro cognitivo travestito da feature social. In pratica, Alipay ti fa parlare per evitare che tu agisca d’impulso.
La provocazione, ovviamente, è implicita: perché dobbiamo tornare alla voce per garantire l’autenticità in un’era che ci prometteva automazione totale? Perché ci fidiamo di più di una voce incerta che di un codice QR blindato da AI? La risposta è tanto semplice quanto inquietante: la tecnologia ci ha superati, quindi torniamo alle basi. È l’ennesimo caso in cui l’evoluzione del digitale porta a una involuzione apparente, ma necessaria, per ricostruire la fiducia.
E mentre WeChat Pay osserva, forse con una certa arroganza da super app sociale, Alipay agisce. Non lancia l’ennesimo tool AI, non ti propone un clone vocale, ma ti obbliga a usare il tuo. Geniale, cinico, perfettamente in linea con la sensibilità del consumatore post-pandemico, che vuole controllo senza complicazioni.
La vera innovazione, qui, non è tecnica: è culturale. È un tentativo di rieducazione silenziosa, di reintroduzione del fattore umano nei processi digitali, ma senza farti sentire stupido o anziano. È come quando il barista ti chiede “il solito?” e tu dici di sì, anche se volevi cambiare. Perché è rassicurante, e ti fa sentire visto.
In fondo, il fintech oggi non vince con la velocità, ma con la fiducia. E la fiducia, come sanno tutti quelli che lavorano nel mondo delle frodi bancarie, non si scarica in app. Si costruisce un “pronto?” alla volta.
Ti sei mai chiesto quante truffe si sarebbero evitate se ci fosse stata una voce reale all’altro capo del cavo virtuale? Alipay ora se lo è chiesto. E ha risposto con un microfono.
Certo, ci sarà chi dirà che è una trovata retrograda, che la blockchain e il machine learning risolvono tutto meglio. Ma prova a spiegarlo a tua madre quando riceve una richiesta di bonifico da un numero salvato come “tuo figlio Marco”. Forse prima dovrebbe sentirlo dire: “Ciao mamma, sono io davvero”.
Vuoi sicurezza? Ora devi parlare. Bentornato al futuro.