La chiamano “World Knowledge Answers”, ma la realtà è che Apple sta preparando quello che potrebbe essere il colpo di grazia alla dominazione di Google nella ricerca. Un motore di ricerca web potenziato dall’intelligenza artificiale, integrato in Siri, Safari e Spotlight, previsto per la primavera 2026. Così almeno dicono fonti Bloomberg, con Apple che, con la stessa riservatezza con cui incomincia una rivoluzione, non ha né confermato né negato. Dichiarare oracoli: “sarà un colpo per Google” suona arrogantemente allettante.

C’è chi pensa a un futuro imminente dove Siri non ti rigetta più verso Google o ChatGPT con un «non so, chiedi altrove». No. Siri diventerà la fonte, tribuna e baza: risposte AI-native, senza fare outsourcing a OpenAI o altri, almeno in apparenza. Ma serviranno partner per i modelli: si parla di colloqui con Alphabet, OpenAI, Anthropic. Insomma, Apple vuole una rivoluzione sobria ma strategica, tanto che perfino cronisti tecnologici al bar dei daini staranno già sorseggiando una macchiatona prevedendo la fine della supremazia di Google Search.

Poi c’è OpenAI, che non si accontenta mai. Ha ampliato una vendita secondaria di azioni agli impiegati da circa 8 miliardi di dollari a ben 10,3 miliardi, puntando a una valutazione attorno ai 500 miliardi di dollari. Esplosivo. Significa che ogni ingegnere con un pezzo di carta è seduto su un nugolo di liquidi fantasmatici. E perché? Perché il mercato, come una leonessa affamata, è pronto a premiare chi cavalca il futuro dell’AI. E OpenAI, in questo, si sta vestendo come Beyoncé sul palco di Coachella, lasciando la concorrenza a guardare.

Intanto, nel regno “caotico-esplosivo” di Elon Musk, xAI è in modalità Titanic post-incidente: il CFO Mike Liberatore è uscito di scena dopo pochi mesi, un po’ come un attore che lascia il film prima dell’uscita nelle sale. Partito da Airbnb, è sparito dopo aver orchestrato un prestito da 5 miliardi e un investimento azionario da altri 5 per far digerire al pianeta Grok, il chatbot di Musk. Ma le defezioni non si fermano lì: hanno lasciato anche Igor Babuschkin, co-fondatore e guru della ricerca AI, e il capo legale Robert Keele, tutti in un valzer di addii che sembra più un flop party aziendale.

Nella nicchia dei cloud provider AI, Lambda sostenuta da Nvidia si sta preparando al grande salto: ha raccolto 480 milioni di dollari, ottenuto un finanziamento bancario da 275 milioni, e sta flirtando con una possibile IPO da mille e una notte tra 4 e 5 miliardi di valutazione. Insomma, Lambda vuole essere l’infrastruttura silente, quella che ti dà i muscoli grafici per ogni IA senza farti alzare troppo il dialogo. Una strategia da marcatore di tecnologia “senza gridare”.

Poi c’è Sierra, la startup fondata da Bret Taylor (ex co-CEO di Salesforce, ora anche presidente di OpenAI) e Clay Bavor (Google). Stavolta non si tratta di visioni fumose ma di agenti IA per il supporto clienti. Hanno chiuso un round da 350 milioni con valutazione da 10 miliardi, un boom che neanche i fuochi d’artificio alla festa di San Giovanni. Ricorda qualcosa? Pochi mesi fa erano valutati “solo” 4,5 miliardi. Questo scaling è come passare dal motorino alla Lamborghini in pochi curve.

E poi c’è Polymarket, l’arena delle previsioni che rischiava la ghigliottina del regolatore. Ora la CFTC ha concesso un “no-action letter” grazie all’acquisizione di QCEX; via libera per lanciare il prodotto negli Stati Uniti, dopo aver ricevuto battesimi, censure e multe. Elon ha i razzi, ma Polymarket sta lanciando l’idea di un futuro dove scommettere sul domani è fatto legale e sicuro. Tra l’altro con Trump Jr. a bordo come consigliere, un tocco di “showbiz politico” che non guasta.

Il barman del bar dei daini direbbe: “Apple fa il bullo, OpenAI batte cassa, xAI perde pezzi, Lambda si scalda con i GPU, Sierra diventa gigante in poppa, Polymarket torna protagonista”. Un cocktail di titoli da copertina FinTech, AI e Silicon Valley. Tutti a giocare con algoritmi, capitali e regolatori. Io bevo il mio caffè, guardo i titoli e mi dico: sei nel futuro o solo hai bevuto troppo?

Negroni Sbagliato Rivista.AI Edition

  • 3 cl di Vermouth rosso (la legacy, l’heritage, il dataset storico che ti serve per dare corpo all’AI)
  • 3 cl di Campari (l’amaro della realtà, i bug, le allucinazioni, il costo esorbitante dei GPU)
  • 3 cl di Prosecco brut (il bollicine hype che gonfia valutazioni e tweet di Sam Altman)
  • Ghiaccio quanto basta (il capitale di rischio, freddo ma necessario per non bruciarti le mani)
  • Una fetta d’arancia (il tocco UX, il design lucido che ti fa sembrare tutto più accessibile)

Ingredienti:
Apple AI-powered search: Bloomberg, Omni-ekonomi Omni EkonomiYahoo FinanceGagadgetiGeeksBlog
OpenAI share sale $10.3 B, $500 B valuation: The Information, Investing.com, Bloomberg, altri Investing.com UKInvesting.comSouth China Morning PostOutlook BusinessThe CFO
xAI CFO exit, executive departures: Reuters, WSJ ReutersInvesting.comTechCrunchSAMAA TV
Lambda funding & IPO talk: TechFundingNews, CTOl.digital, Bloomberg, DailyTechNewsweb Tech Funding NewsCTOL Digital SolutionsTech in Asiadailytechnewswebcraincurrency.com
Sierra funding round: Axios, The Information AxiosThe Economic TimesTech Funding NewsVerdict
Polymarket CFTC clearance U.S. return: The Information, Investing.com, MarketWatch MarketWatchInvesting.comCoinspeakerCoinCentral