Smettiamo di fingere che tutto questo non sia una partita a poker tecnologico. “Educazione all’intelligenza artificiale” non è solo un modo elegante per dire fundraising e pubbliche relazioni; è il nuovo conflitto geopolitico educativo. Al centro della scena, Amazon, Google e Microsoft sottoscrivono impegni pubblici alla Casa Bianca: Amazon promette di «formare 4 milioni di persone in competenze AI» entro il 2028, supportare 10 000 insegnanti statunitensi con curricula sull’intelligenza artificiale e stanziare 30 milioni di dollari in crediti AWS per istituzioni che adottano AI e cloud nella didattica.
Google da parte sua destina 150 milioni dei 1 miliardo già promessi a borse di studio per “educazione AI e benessere digitale”. Microsoft invece apre le porte di Copilot con un anno gratuito di Microsoft 365 Personal per studenti con account scolastico verificato e offre corsi gratuiti su AI su LinkedIn Learning per studenti e insegnanti.
Dietro il sipario, la prima dama Melania Trump ha ospitato il nuovo task force sull’educazione AI della Casa Bianca, enfatizzando che “i robot sono già qui” in una battuta degna di un thriller techno-politico. Il presidente Trump, in seguito, ha riunito i grandi magnati della tecnologia in un tavolo rotondo alla Rose Garden—spostato poi nella State Dining Room per la pioggia—con partecipanti del calibro di Sundar Pichai (Google), Satya Nadella (Microsoft), Sam Altman (OpenAI), Tim Cook (Apple), Mark Zuckerberg (Meta), tra gli altri.
Uno sguardo più acuto suggerisce: queste manovre non sono filantropia, ma posizionamenti. Ogni gigante tech vuole essere il filtro attraverso cui avviciniamo i futuri lavoratori all’intelligenza artificiale. Amazon scommette sulla formazione di massa e sull’adozione dei suoi servizi cloud per diventare infrastruttura educativa; Google ribadisce il ruolo da grantmaker digitale; Microsoft punta sul dominare l’ambiente di lavoro e lo studio daily. La strategia è chiara: educare vuol dire monopolizzare il linguaggio, l’accesso, la cultura, anche in una scuola elementare. La presidenza Trump risponde con un executive order e un concorso presidenziale AI per studenti K-12, con premi fino a 10 000 dollari, tuttavia il vero premio è spingere la narrativa: l’America al comando dell’AI globale.
L’ironia finale? In uno spettacolo geopolitico educativo, la formazione diventa battaglia culturale, e ogni piattaforma un’arma narrativa. Non c’è morale ma potere, e oggi il potere si misura nell’influenzare chi impara cosa, e come.
Fonte:
https://thehill.com/homenews/administration/5485218-trump-host-tech-ceos-rose-garden