Il 5 settembre 2025, la Commissione Selezionata della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti sul Partito Comunista Cinese ha pubblicato un rapporto che solleva gravi preoccupazioni riguardo ai finanziamenti del Dipartimento della Difesa (DoD) per progetti di ricerca condotti in collaborazione con università e istituti cinesi legati al settore della difesa. Il rapporto evidenzia come, tra il giugno 2023 e il giugno 2025, oltre 1.400 pubblicazioni accademiche abbiano ricevuto supporto da parte del DoD, per un totale superiore a 2,5 miliardi di dollari in finanziamenti. Di queste, circa 800 hanno coinvolto direttamente entità cinesi associate alla ricerca e all’industria della difesa, molte delle quali sono presenti nelle liste nere del governo statunitense.

Il documento sottolinea che tali collaborazioni hanno permesso alla Cina di sfruttare le università americane per potenziare la propria ascesa tecnologica e militare. I membri repubblicani della commissione hanno dichiarato che “i dollari dei contribuenti americani dovrebbero essere utilizzati per difendere la nazione, non per rafforzare il suo principale concorrente strategico”. Il rapporto critica le politiche del DoD che non vietano esplicitamente la collaborazione con organizzazioni straniere presenti nelle liste di entità del governo statunitense, sottolineando che “la legalità non equivale a prudenza strategica”.

In risposta a queste scoperte, la commissione ha proposto una nuova legislazione, sostenuta dal presidente repubblicano John Moolenaar del Michigan. Il disegno di legge vieterebbe qualsiasi finanziamento del DoD per progetti condotti con ricercatori affiliati a entità cinesi identificate come rischi per la sicurezza dal governo degli Stati Uniti. Inoltre, richiederebbe una maggiore trasparenza da parte dei ricercatori federali riguardo ai loro legami con paesi avversari.

La Cina ha respinto le accuse, definendo il rapporto “infondato” e ribadendo che la cooperazione scientifica e tecnologica con gli Stati Uniti è “mutuamente vantaggiosa”. Tuttavia, le preoccupazioni espresse nel rapporto evidenziano la necessità di un approccio più cauto alle collaborazioni di ricerca internazionali, in particolare quelle che coinvolgono entità con potenziali applicazioni militari.

Questo sviluppo riflette una crescente preoccupazione all’interno del governo degli Stati Uniti riguardo alle implicazioni delle partnership accademiche con istituzioni cinesi e al potenziale trasferimento di tecnologie sensibili. Segnala anche un cambiamento verso un controllo più rigoroso delle collaborazioni straniere nella ricerca e nello sviluppo, con l’obiettivo di proteggere la sicurezza nazionale e mantenere la superiorità tecnologica.