Alla conferenza Dreamforce 2025, Marc Benioff, cofondatore e CEO di Salesforce, ha alzato il sipario su una accelerazione decisiva nelle relazioni con OpenAI e Anthropic: non più semplici alleati tecnologici, ma componenti integrate del motore generativo del suo ecosistema AI. Il messaggio è chiaro: Salesforce vuole non restare indietro nell’era degli agenti autonomi.
Benioff ha annunciato che Salesforce estenderà le partnership esistenti con OpenAI e Anthropic, con l’obiettivo di semplificare per i clienti la creazione e l’utilizzo di agenti intelligenti basati sui modelli di queste startup. Nel discorso introduttivo, ha evidenziato come l’integrazione spinta renda possibile l’accesso da ChatGPT ai record clienti di Salesforce, la generazione di grafici e visualizzazioni tramite prompt in linguaggio naturale e l’uso di Claude (il modello di Anthropic) in un ambiente più sicuro e controllato.
Non è una sorpresa che Benioff cerchi visibilità nei riflettori AI altrui. All’edizione Dreamforce 2023, Sam Altman salì con lui sul palco per sancire l’inizio della collaborazione. L’anno scorso, invece, i rappresentanti di OpenAI non erano presenti, e Benioff non risparmiò critiche ai suoi modelli, accusati di dare risultati poco affidabili da molti clienti. In risposta, quest’anno Brad Lightcap, direttore operativo di OpenAI, è apparso brevemente durante l’apertura dell’evento, suggellando una rinnovata vicinanza pubblica.
Le nuove integrazioni annunciate sono ambiziose. Salesforce renderà le sue applicazioni di Agentforce 360 disponibili dentro ChatGPT: gli utenti potranno interrogare dati di vendita, esplorare conversazioni con i clienti e generare visualizzazioni Tableau direttamente attraverso ChatGPT. In parallelo, OpenAI fornirà modelli frontier incluso GPT-5 per alimentare agenti e prompt all’interno della piattaforma Salesforce. Inoltre, Salesforce abilita una nuova esperienza commerciale: Agentforce Commerce permetterà ai merchant di vendere tramite ChatGPT con Instant Checkout, mantenendo il controllo sui dati cliente e i processi di fulfillment.
Sul fronte Anthropic, l’accordo esteso intende far diventare Claude un modello preferito per settori regolamentati (finanza, sanità, sicurezza), con il traffico dati compreso all’interno della virtual private cloud di Salesforce per garantire sicurezza e compliance. Claude sarà inoltre integrato più profondamente con Slack e con i workflow aziendali di Salesforce.
Dietro questa retorica di collaborazione c’è un sottotesto strategico: Salesforce ha avuto difficoltà nel convincere i clienti ad adottare il suo prodotto di punta AI, Agentforce, in particolare a causa di dubbi su accuratezza, valore percepito e affidabilità. L’alleanza con OpenAI e Anthropic serve a confermare che Salesforce non è fuori dal giro dell’innovazione AI, ma anzi è in sinergia con chi sta guidando il futuro generativo. Il guadagno in reputazione, visibilità e fiducia può convincere più di una demo convincente.
Benioff probabilmente preferirebbe che fossero i suoi modelli interni — Einstein / Agentforce a brillare da soli. Ma, in assenza (finora) di una leadership incontrastata nel dominio AI, meglio condividere il palcoscenico con i nomi di maggior richiamo. L’operazione è doppiamente lucida: associa Salesforce all’avanguardia generativa e trasferisce parte del “glamour AI” dai modelli esterni verso l’ecosistema Salesforce.
Ci sono rischi: la dipendenza da modelli esterni potrebbe indebolire la posizione competitiva se OpenAI o Anthropic imponessero condizioni sfavorevoli, o se emergessero alternative forti. Inoltre, quando l’innovazione corre più veloce dell’adozione aziendale, diventa cruciale dimostrare non solo novità, ma efficacia concreta (un punto che Benioff ha ammesso, citando il gap fra innovazione e adozione clienti). Insomma: Salesforce sta scommettendo su “associarsi con i migliori” per surclassare il gap che ha faticato a colmare internamente.
Questa spinta non è solo tecnica ma anche simbolica. Con l’ampliamento della partnership, Benioff rilancia l’idea che Salesforce sia al centro dell’universo AI enterprise; che non importa da dove vengano i modelli, purché siano integrati, “data-grounded”, sicuri e governabili. Se il palcoscenico dell’AI è condiviso, il coprotagonismo può essere una vittoria strategica.