Eccoci al capitolo più bizzarro e forse più eloquente dell’era Elon Musk: dopo che gli azionisti di Tesla Inc. hanno dato il via libera a un pacchetto di remunerazione da circa 1 trilione di dollari (sì: mille miliardi) per il CEO — se riuscirà a centrare una serie di obiettivi futuristici Musk ha trovato tempo per un fine settimana “normale”, o quantomeno surreale, pubblicando su X due video generati da intelligenza artificiale.

Il primo video, postato alle 4:20 am EST di sabato orario che già fa ridacchiare chi riconosce il riferimento mostra una donna animata in una via piovosa che dice “I will always love you”. Il genere di contenuto che potresti aspettarti da un ragazzo esasperato, non da colui che potrebbe diventare il primo trilionario della storia aziendale. Poco dopo, Musk ha pubblicato un secondo filmato, ancora generato dall’IA dello stesso ecosistema Grok Imagine di xAI, dove un’attrice nota Sydney Sweeney dice in una voce decisamente non sua: “You are so cringe.”

Il pacchetto approvato dagli azionisti prevede che Musk possa ottenere fino a 12 tranche di azioni addizionali, in cambio del raggiungimento di target astronomici: una capitalizzazione di mercato di 8,5 trilioni di dollari, 20 milioni di veicoli venduti, 1 milione di robot-tassì e 1 milione di robot umanoidi venduti. Il voto ha registrato oltre il 75 % di consensi.

Ecco dove diventa davvero interessante: nel bel mezzo del trionfo finanziario, Musk sceglie di enviare un messaggio a tema “IA generata romantica” seguito da “sei così cringe”. Quale legame logico c’è tra un pacchetto da un trilione e una mini-performance digitale da tarda notte? Forse nessuno. O forse tutto: un segnale ironico, una presa in giro del sistema, una distrazione intenzionale?

Se fossi il CEO di un’azienda che ha appena ottenuto l’ok per un pacchetto da record, penserei che l’attenzione dovesse essere centrata sull’esecuzione, sui numeri, sulla trasformazione — non su video generati dove una donna animata ti promette amore eterno. Ma Musk non è un CEO come tutti gli altri e Tesla non è un’azienda “come tutte le altre”.

Il divertente (o agghiacciante, a scelta) dettaglio: utenti su X hanno bollato il primo video come “il post più divorziato di tutti i tempi” o “il più triste della storia di questo sito”. E non è finita lì: la risposta più tagliente è arrivata dalla scrittrice 87enne Joyce Carol Oates, che ha commentato che Musk “sembra totalmente non colto, ineducato” e pare “non pubblicare nulla che indichi che goda o sia consapevole di ciò che virtualmente tutti apprezzano: amici, libri, natura”. Musk ha replicato seccamente: “Oates è una bugiarda e si diletta nell’essere cattiva. Non è un buon essere umano.”

Cosa ci dice tutto questo? Prima: che il divario tra visione futuristica e realtà tangibile di Tesla è enorme. Il pacchetto da un trilione è tied a obiettivi che nemmeno gli analisti più ottimisti considerano realistici. Seconda: che Musk usa la sua piattaforma personale come un canale performativo più che come un canale aziendale. Il messaggio criptico alla 4:20 è un adagio di “look how weird I can be” più che un annuncio strategico. Terzo: la reazione sociale — dalle critiche di Oates, ai meme, ai commenti sarcastici — indica un crescente scetticismo sul connubio tra genio visionario e controllo assoluto.

In un contesto di trasformazione digitale, intelligenza artificiale e ottimizzazione dei processi aziendali tre pilastri della mia esperienza questo episodio pinza due facce del medesimo problema: la narrazione e la sostanza. Tesla punta a diventare un colosso dell’IA e della robotica e gioca grosso con un pacchetto da da capogiro per trattenere Musk. Ma se l’azienda non produce le evidenze — risultati, prodotti, redditività sostenibile — allora i video-Grok e i tweet notturni diventano più che eccentrici. Diventano segnali di allarme.

Il punto cardine: in un mondo dove la keyword “compensation package Tesla Elon Musk 1 trillion” è già virale, e dove le semantiche correlate “AI generata video”, “Grok Imagine”, “robotaxi Tesla”, “governance aziendale Musk” stanno emergendo, l’episodio evidenzia una frattura tra visione epica e realtà operativa. Gli stakeholder hanno votato sì, forse accecati dall’idea che Musk è l’unico in grado di guidare Tesla nell’era dell’IA. Ma adesso devono vigilare. Non basta l’approvazione di un pacchetto: occorre che le tranches scattino, che la governance sia solida e che Tesla mostri un senso concreto dell’avvenire che intende plasmare.

Se fossi un investitore o un leader tecnologico che sta osservando da vicino, direi: yes, applaudite la vision, ma guardate anche il video alle 4:20. Quel video non rientra nei piani strategici standard: è un veicolo narrativo. E la narrazione è tanto potente quanto pericolosa se sostituisce l’esecuzione.