La Cina sembra aver deciso che l’intelligenza artificiale non può restare confinata alle parole. Tencent, il colosso tecnologico di Shenzhen, ha iniziato a investire con decisione nei cosiddetti “world models”, sistemi capaci di simulare il mondo fisico in 3D. È la nuova ossessione dell’élite tecnologica globale, da Google DeepMind a xAI di Elon Musk, e promette di ridefinire il concetto stesso di intelligenza artificiale.
Guo Chunchao, a capo della divisione 3D Generation e World Modelling del team Hunyuan di Tencent, parla di “intelligenza visiva e spaziale reale”. In pratica, si passa dai modelli linguistici come ChatGPT a sistemi capaci di comprendere geometrie, distanze e interazioni fisiche. È come passare dall’arte di scrivere a quella di muoversi nel mondo. Non è poco.
L’obiettivo è addestrare agenti artificiali e robot in ambienti virtuali che rispecchiano fedelmente la fisica del mondo reale. Questo significa apprendimento più rapido, meno errori e soprattutto meno rischi. Nessuno vuole un robot che impari a evitare muri solo dopo averli sfondati. Guo lo spiega con pragmatismo ingegneristico: i world models consentono alle AI di imparare compiti complessi in simulazioni sicure, senza disastri sul campo.
Tencent non si limita alle parole. Ha reso open source tre modelli: HunyuanWorld 1.0, HunyuanWorld-Voyager e FlashWorld. Tutti capaci di generare mondi tridimensionali esplorabili partendo da un’immagine o da un prompt testuale. Su Hugging Face, la piattaforma dove si misura la febbre delle innovazioni AI, questi modelli sono già in cima alle classifiche. È la prova che la community globale ha fiutato l’odore del futuro.
La logica di Tencent è chiara: aprire, collaborare, accelerare. Versioni “quantizzate” dei modelli permettono di farli girare su hardware di consumo, portando la simulazione 3D a un pubblico più ampio. Un approccio diametralmente opposto a quello chiuso e iperprotetto di molte big tech occidentali.
Ma non è solo ricerca. I world models sono già stati integrati nel sistema Tairos per l’addestramento dei robot e nel core business del gaming di Tencent, dove l’intelligenza artificiale ora crea ambienti virtuali con un’efficienza superiore a quella umana. Secondo un report interno, gli strumenti AI interni hanno aumentato del 20 per cento l’efficienza della ricerca e sviluppo aziendale. Una cifra che in un colosso da miliardi di dollari vale molto più di un titolo a effetto.
La corsa però non è solo cinese. Yann LeCun, il guru dell’intelligenza artificiale di Meta, starebbe lasciando il suo ruolo per lanciare una startup di world modelling. Nel frattempo Google DeepMind è già avanti: il suo modello Genie 3 è finito nella lista delle migliori invenzioni del 2025 di Time. Tuttavia, anche qui, la sicurezza è il tallone d’Achille. Addestrare robot su fisiche sbagliate può portare a comportamenti disastrosi nel mondo reale.
Guo lo ammette senza giri di parole. I modelli devono imparare che gli oggetti non attraversano i muri e che la gravità non va in vacanza. Sembra banale, ma chi lavora nell’intelligenza artificiale sa che è la parte più difficile: insegnare alle macchine il buon senso fisico, quello che noi apprendiamo a tre anni cadendo da una sedia.
La mossa di Tencent ha un sapore geopolitico preciso. La Cina non vuole solo rincorrere l’AI generativa occidentale, vuole superarla sul piano della realtà simulata. È un terreno dove la potenza di calcolo, l’accesso ai dati e l’integrazione con l’industria robotica giocano a suo favore. Il vero vantaggio competitivo non sarà più scrivere meglio, ma muoversi meglio nel mondo reale e in quello digitale.
Nel frattempo, start-up come World Labs di Li Fei-Fei stanno entrando nella partita con modelli commerciali come Marble, progettati per portare la “spatial intelligence” fuori dai laboratori. È il preludio di un nuovo ecosistema, dove ogni AI potrà osservare, capire e agire nello spazio. Non più solo chatbot, ma entità con percezione del mondo fisico, un po’ come i personaggi di un videogioco che finalmente si accorgono di essere vivi.
Il paradosso è che mentre i modelli linguistici si perfezionano nel parlare come noi, i world models imparano a vivere come noi. La sintesi tra i due sarà l’autentica intelligenza generale, quella che Elon Musk promette e che tutti fingono di non temere. Quando accadrà, il confine tra simulazione e realtà sarà solo una convenzione semantica. E forse Tencent sarà già pronta a venderci il biglietto d’ingresso.
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