Nel panorama ipercompetitivo in cui viviamo la parola d’ordine non è più semplice innovare ma dominare la disruption. Gartner, la bibbia degli analisti tecnologici, ha appena rilasciato la sua lista dei trend tecnologici strategici per il 2026, e il messaggio è brutalmente chiaro: l’intelligenza artificiale non è più un’opzione, ma il terreno di battaglia centrale su cui si decide il destino di intere industrie. Queste dieci tendenze non sono slogan da keynote ma vere forze di mercato che plasmeranno decisioni di investimento, modelli operativi e vantaggi competitivi nei prossimi anni.

Gartner ha presentato queste tendenze all’IT Symposium/Xpo 2025, sottolineando che la velocità dell’innovazione nel 2026 supera ogni previsione precedente, e che solo chi agisce ora potrà non solo sopravvivere alla volatilità, ma definire come il proprio settore evolverà nel decennio a venire. Il nucleo della visione di Gartner è semplice: viviamo in un mondo iperglobalizzato, iperconnesso e AI-driven, dove la capacità di orchestrare sistemi intelligenti, gestire rischi e proteggere la fiducia digitale non è un lusso ma una necessità operativa. I trend identificati non sono meramente tecnologici, sono catalizzatori di trasformazione destinati ad influenzare strategia, architettura dei sistemi e competenze richieste alle organizzazioni moderne.

Il primo trend che salta all’occhio è l’affermazione delle piattaforme AI supercomputing, che non riguardano solo potenza bruta ma l’integrazione di CPU, GPU, AI ASIC e paradigmi computazionali alternativi per affrontare workload intensivi come simulazioni, machine learning e analytics su larga scala. Gartner prevede che entro il 2028 oltre il 40% delle principali imprese adotterà architetture ibride per workload critici, un salto enorme rispetto all’8% attuale, trasformando così come si progettano e eseguono i sistemi mission-critical.

Immagina di avere la capacità di modellare nuovi farmaci in settimane invece che in anni, o di simulare mercati globali per ridurre il rischio di portafoglio finanziario. Questo non è fantascienza, è già realtà in alcune industrie e presto diventerà table stakes per competere. La supercomputazione AI non è solo prestazioni, è la nuova base per l’innovazione. Accanto a questa potenza pura emergono sistemi multiagent che non sono robot in stile Hollywood ma orchestrazioni complesse di agenti AI che collaborano, apprendono e si adattano per raggiungere obiettivi condivisi o complementari.

Gartner li vede come un modo pragmatico per automatizzare processi aziendali complessi e creare nuove modalità di collaborazione uomo-macchina. Gli agent AI specializzati dipendono dalla prossima tendenza: modelli di linguaggio specifici di dominio (DSLM). Qui l’abstract generico dei grandi modelli lingua si trasforma in precisione verticale. DSLM addestrati su dati specifici di settore offrono maggiore accuratezza, costi inferiori e compliance più solida rispetto ai modelli generici, spingendo oltre la semplice “intelligenza generica” verso decisioni contestualizzate e affidabili nei processi critici.

Gartner prevede che oltre la metà dei modelli AI aziendali saranno specifici di dominio entro il 2028. Mentre le tecnologie AI proliferano, la sicurezza AI entra nel mainstream operativo. Le piattaforme di sicurezza AI unificano la visibilità, applicano policy e prevengono rischi specifici come injection di prompt o fughe di dati. Gartner stima che più del 50% delle imprese utilizzerà queste piattaforme per proteggere gli investimenti AI entro il 2028. Questo è un allarme per chi ha trattato la sicurezza AI come un “nice-to-have”.

Non è un caso che la confidential computing sia nelle prime linee della lista: isolare i workload critici dentro ambienti di esecuzione affidabili cambia il paradigma della privacy dei dati persino rispetto ai provider cloud. In un’epoca di regolamentazioni stringenti e rischio geopolitico crescente, mantenere la riservatezza dei dati anche su infrastrutture non di proprietà diventa un vantaggio competitivo non negoziabile. Un’altra frontiera che Gartner definisce è AI-native development platforms.

Qui i team non scrivono più linee di codice in modo tradizionale ma costruiscono applicazioni con AI come co-pilota e co-ingegnere. Questo non significa delegare la trasformazione al codice automatico, ma reinventare il processo di sviluppo software per essere più rapido, collaborativo e integrato al business.

Gartner prevede un’evoluzione delle organizzazioni software dove team più snelli, potenziati dall’AI, supereranno la tradizionale forza lavoro ingegneristica in efficienza entro il 2030. Mentre il mondo digitale si espande, entra in gioco la Physical AI, la capacità di portare l’intelligenza nel mondo fisico tramite robot, droni e macchine autonome. Questa tendenza richiede nuove competenze ibride tra IT, operations e ingegneria, e solleva questioni non banali sul futuro del lavoro, la sicurezza fisica e la gestione delle catene operative intelligenti.

La sicurezza e la fiducia non si limitano all’AI. Preemptive cybersecurity spinge le organizzazioni dalla difesa reattiva a una postura proattiva, con SecOps avanzati e tecnologie predittive che cercano di fermare gli attacchi prima che inizino. Gartner prevede che entro il 2030 metà della spesa per la sicurezza sarà dedicata a soluzioni preemptive, riflettendo l’aumento esponenziale delle minacce digitali. In parallelo nasce l’urgenza della digital provenance, la capacità di verificare origine, proprietà e integrità di software, dati e contenuti digitali. Con catene di fornitura sempre più complesse e dipendenza da terze parti e open source, ignorare la provenienza digitale è come lasciare le chiavi della porta di casa sotto lo zerbino.

Gartner avverte che la mancata adozione di strumenti di provenienza digitale potrebbe costare alle organizzazioni miliardi di dollari di rischi di sanzioni entro il 2029. Infine, la tendenza definita geopatriation segnala un cambio di paradigma nella gestione dei dati: spostare carichi di lavoro fuori dai grandi cloud globali verso opzioni locali o sovrane non è più un lusso di pochi ma una risposta strategica alle instabilità geopolitiche, alle normative locali e alle preoccupazioni sulla privacy dei clienti.

Gartner prevede che oltre il 75% delle imprese in Europa e Medio Oriente adotterà soluzioni di geopatriation entro il 2030. Questi trend non sono frasi ad effetto ma elementi strutturali di un nuovo ordine tecnologico. Dominare l’intelligenza artificiale, proteggere i dati e ri-immaginare l’intero ciclo del software sono obiettivi che separano i leader digitali dai follower. Ignorare una di queste tendenze non è solo un rischio tecnologico, è un errore strategico.

Gartner non parla di futuro lontano; sta descrivendo il campo di battaglia dove le organizzazioni vinceranno o perderanno nei prossimi cinque anni. Se il tuo CEO non ti ha ancora chiesto un piano d’azione su questi trend, preparati: non è un problema di visione, ma di tempo che stai perdendo.