Questo libro arriva nel dibattito sull’intelligenza artificiale a scuola con un tempismo curioso e, proprio per questo, efficace. Non è scritto sull’onda dell’entusiasmo ingenuo dei primi mesi né sulla scia delle reazioni difensive che hanno caratterizzato molta produzione educativa tra il 2022 e il 2023. Si colloca invece in una terra più rara e più scomoda: quella dell’osservazione prolungata, della sperimentazione reale in classe e della riflessione teorica che non ha bisogno di slogan per legittimarsi.

Il primo grande merito del volume è la scelta di non trattare l’IA come un oggetto misterioso o, peggio, come un’entità quasi metafisica. L’autore compie un’operazione controcorrente ma necessaria: spoglia l’intelligenza artificiale del suo alone mitologico e la riporta nel dominio della tecnologia, con i suoi limiti strutturali, le sue assunzioni implicite e le sue fragilità. La ricostruzione storica e concettuale, da Turing ai modelli linguistici contemporanei, non è mai un esercizio accademico fine a se stesso. Serve a costruire una postura mentale corretta, soprattutto per chi opera nella scuola e rischia di adottare strumenti che non comprende, o di rifiutarli per ragioni altrettanto infondate.

Colpisce la chiarezza con cui vengono affrontati concetti tecnici complessi come tokenizzazione, backpropagation e temperatura dei modelli. Non c’è semplificazione banalizzante, ma una costante attenzione a rendere comprensibile senza tradire la complessità. È un equilibrio raro, che rivela una doppia competenza: tecnica e pedagogica. Ancora più apprezzabile è la scelta di smontare il linguaggio antropomorfizzante che circonda l’IA, mostrando quanto certi termini, presi in prestito dalla psicologia o dalla filosofia della mente, producano più confusione che comprensione.

Il secondo capitolo rappresenta uno dei punti di forza del libro. In un panorama editoriale saturo di manuali che promettono soluzioni rapide e liste di strumenti destinati a diventare obsoleti nel giro di pochi mesi, qui si propone un metodo. L’IA viene inquadrata come supporto al lavoro del docente, non come scorciatoia né come sostituto. La riflessione sulla progettazione, sulla valutazione e sulla necessità di mantenere il controllo epistemologico dei processi didattici è particolarmente lucida. Si percepisce un rispetto profondo per la professionalità docente, lontano sia dall’entusiasmo tecnocratico sia dal vittimismo difensivo.

Il cuore del libro è però il terzo capitolo, dedicato allo studente e agli apprendimenti. Qui il discorso si fa più radicale. L’IA generativa non è presentata come un semplice strumento di supporto, ma come un catalizzatore che costringe a ripensare ruoli, metodologie e obiettivi della scuola. L’attenzione ai processi, più che ai prodotti, è costante. Le attività descritte non hanno il sapore dell’esperimento isolato, ma quello di pratiche consolidate, osservate nel tempo, analizzate nei loro effetti e nei loro limiti.

Il riferimento alle teorie delle intelligenze multiple e alla modernità liquida non è ornamentale. Serve a costruire una cornice culturale coerente in cui l’IA diventa uno strumento di amplificazione delle possibilità, non un correttivo miracoloso. Particolarmente convincente è l’idea della “classe potenziata”, non come ambiente ipertecnologico, ma come spazio in cui l’accesso alle informazioni, la creatività e la cooperazione vengono riequilibrati anche in contesti difficili. Qui il libro mostra una sensibilità sociale che spesso manca nei testi sull’innovazione educativa.

Sul piano stilistico, il volume mantiene un registro sobrio ma mai neutro. Si avverte una posizione chiara, argomentata, che non teme di essere impopolare quando necessario. Le incursioni nella fantascienza, da Asimov a Dick, funzionano come strumenti di chiarificazione concettuale, non come nostalgie letterarie. Il glossario finale, infine, è più di un apparato accessorio: è una dichiarazione di intenti, un invito a usare le parole con precisione in un campo in cui l’imprecisione semantica genera decisioni sbagliate.

Questo libro non promette di risolvere i problemi della scuola con l’intelligenza artificiale. Fa qualcosa di più utile e più raro: aiuta a pensare. È un testo che chiede tempo, attenzione e spirito critico, qualità che oggi vengono spesso sacrificate in nome dell’urgenza. Proprio per questo, è un contributo destinato a durare più a lungo di molte mode tecnologiche che lo circondano.

La classe potenzIAta. Comprendere e applicare l’Intelligenza Artificiale in classe Paperback – 6 Mar. 2025