Immagina di avere una Ferrari F1 nel garage mentre tutti gli altri vanno ancora in bicicletta. Non la usi per andare al supermercato, ma quando ti serve vincere. Questo è, in buona sostanza, ciò che rappresenta oggi il lancio del sistema Advantage2 di D-Wave: una macchina fuori scala, progettata per risolvere problemi che i supercomputer classici quelli da milioni di dollari e consumi da centrale nucleare guardano con sconcerto e imbarazzo. E lo fa consumando quanto un paio di asciugacapelli.
Siamo di fronte a un cambio di paradigma? No, siamo oltre. Qui si parla di una realtà in cui la computazione quantistica annealing, spesso snobbata dagli accademici puristi del gate model, mostra muscoli e cervello al tempo stesso. Parliamo di un’architettura costruita non per impressionare con esperimenti da laboratorio, ma per fare business, ora.
D-Wave non è nuova nel panorama quantistico. È l’unica azienda al mondo che ha messo sul mercato sei generazioni di computer quantistici. In un settore dove i “coming soon” si sprecano e le roadmap valgono meno dei propositi di dieta a Capodanno, loro consegnano. L’Advantage2 è un prodotto vivo, operativo, disponibile sul cloud Leap in tempo reale e, cosa non banale, acquistabile in versione on-premises. Perché no, non tutti vogliono la loro infrastruttura critica su un server in Oregon.
Il processore Zephyr™ di questa generazione offre una connettività a 20 vie. Significa che ogni qubit può “parlare” con venti vicini, rendendo l’incapsulamento di problemi complessi una faccenda più elegante e naturale. Con una riduzione del rumore del 75% rispetto alla generazione precedente e un aumento dell’energia computazionale del 40%, il sistema si piazza di prepotenza in quella zona grigia che separa il “troppo lento” dal “definitivo”. E come se non bastasse, tutto questo gira consumando 12,5 kW. Per capirci: il tuo datacenter con CPU e GPU si suiciderebbe solo al pensiero.
Nel frattempo, mentre i teorici della computazione discutono ancora su quando (e se) la supremacy quantistica sarà mai dimostrabile, aziende vere stanno già usando questi sistemi per ottimizzare supply chain, progettare nuovi materiali e—là dove il marketing diventa scienza—accelerare il drug discovery in modalità Quantum-AI. Come dire: mentre tu parli, io brevetto.
Il caso di Japan Tobacco è emblematico: un proof-of-concept che incrocia AI e quantum per generare molecole in grado di trasformarsi in farmaci. Il risultato? Una pipeline più efficiente, con campioni a bassa energia ma alta qualità, perfetti per architetture di AI generativa. Ovvero: meno sprechi, più intelligenza. E se la parola “tabacco” ti stona, prova a sostituirla con “Pfizer” o “Novartis” tra sei mesi.
Ma qui il punto non è solo tecnologico. È politico, industriale, sistemico. Davidson Technologies, contractor legato a tematiche di sicurezza nazionale americana, ha deciso di portarsi Advantage2 in casa. Non per giocare con i cubi quantistici, ma per affrontare problemi reali legati a difesa, intelligence, simulazione. Dall’altra parte dell’Atlantico, il centro Jülich in Germania si prepara a collegare Advantage2 con JUPITER, il primo supercomputer exascale europeo. Se ti sembra fantascienza, è solo perché il tuo orologio è rimasto fermo al 2020.
In questo contesto, la vera ironia è che la computazione quantistica, per decenni incastrata tra le equazioni di Schrödinger e gli hype da TED Talk, stia diventando adulta grazie al modello annealing. Quello meno sexy, meno “universale”, ma che funziona. Il quantum per la produzione, per l’industria, per i problemi sporchi e concreti. Altro che algoritmi quantistici teorici che nessuno sa come implementare senza 10 milioni di qubit ideali.
La mossa di D-Wave è chirurgica: offre Advantage2 via cloud con uptime del 99,9%, latenza sotto il secondo e compliance SOC 2 Type 2 per le aziende che non possono permettersi neanche un glitch. Ma per chi ha le spalle abbastanza larghe, come le big defense, c’è anche il pacco regalo fisico: installazione in sede, firmware sotto controllo, quantistico in tasca. Una specie di Tesla Roadster nel tuo garage aziendale, pronta per il test range.
E se tutto questo non bastasse a farti capire il cambio di marcia, sappi che sono già stati eseguiti oltre 20,6 milioni di job sul prototipo Advantage2 dal 2022. L’aumento del 134% nell’uso negli ultimi sei mesi non è un caso, è una migrazione. Silenziosa ma costante, dai supercomputer classici a qualcosa di più potente, più efficiente, più pragmatico.
In un mercato saturo di promesse, D-Wave non solo consegna: lo fa con una macchina che sembra progettata da un ingegnere canadese sotto LSD e caffeina. Ma è reale. È qui. È accessibile. E se non stai già pensando a come integrare questo tipo di calcolo nel tuo stack, allora il problema non è quantistico. È gestionale. O peggio, culturale.
Come diceva il vecchio barista del centro conferenze a Palo Alto: “Il futuro non arriva quando sei pronto. Arriva quando non puoi più farne a meno.” E Advantage2, quel futuro, lo sta già vendendo al dettaglio.