Il sito ufficiale del programma US Tech Force definisce l’iniziativa come un corpo di circa 1.000 tecnologi selezionati per affrontare le sfide tecnologiche più complesse del governo federale, con un focus pesante sull’intelligenza artificiale, modernizzazione dei sistemi IT e sicurezza dei dati. I partecipanti potranno lavorare in team che rispondono direttamente alla dirigenza delle agenzie e collaborare con grandi aziende tecnologiche, ricevendo formazione tecnica e mentoring da partner del settore durante il programma biennale. Vedi techforce.gov

I profili cercati includono ingegneri software, esperti di AI, tecnici di cybersecurity, specialisti in data analytics e project manager tecnologici. Il programma è gestito dall’Office of Personnel Management (OPM) e si propone di colmare le lacune di competenze tecnologiche nelle agenzie federali statunitensi.

Secondo il sito ufficiale, al termine del programma i partecipanti potranno cercare opportunità di lavoro presso le aziende partner private o rimanere nel settore pubblico, creando un ponte di carriera tra governo e industria.

Stipendio, contratti e partner industriali

La politica salariale annunciata pubblicamente punta a offrire compensi competitivi per il settore pubblico, con cifre più alte rispetto ai ruoli federali standard: il sito e vari articoli di stampa indicano un range compreso tra 150.000 e 200.000 $ l’anno per i ruoli più qualificati, sebbene alcune fonti parlino anche di 130.000–195.000 $ a seconda dell’esperienza e dell’agenzia di destinazione.

Tech Force ha già suscitato l’attenzione delle grandi aziende di tecnologia: oltre a Google, Meta, Apple, OpenAI e xAI, si segnalano partenariati con nomi come Microsoft, Nvidia, Amazon Web Services, Dell, Oracle e Palantir, tra gli altri. Queste aziende non solo collaboreranno durante il programma, ma in alcuni casi offriranno ai partecipanti opportunità di impiego dopo il termine del biennio.

Il contesto: workforce federale, licenziamenti e DOGE

La nascita di Tech Force non è un’idea isolata ma piuttosto la reazione istituzionale a una serie di eventi che hanno trasformato radicalmente lo scenario tecnologico federale negli Stati Uniti nel corso del 2025. In questo anno l’amministrazione Trump ha profondamente ridotto la forza lavoro tech del governo, licenziando migliaia di dipendenti federali e dissolvendo team tecnologici preesistenti come 18F e altri gruppi di innovazione digitale.

Parallelamente è stato creato il discusso Department of Government Efficiency (DOGE), con forte influenza di Elon Musk in qualità di co-leader e con l’obiettivo dichiarato di “ottimizzare” il governo attraverso tagli, ristrutturazioni e un approccio manageriale radicale. Questo ente ha operato per ridurre costi e personale, ma ha anche attirato critiche per la sua gestione poco trasparente, l’eliminazione di capacità interne e la pratica di sostituire talenti governativi con consulenti esterni.

In questo contesto Tech Force appare come un tentativo di reintrodurre competenze tecnologiche all’interno dell’apparato federale, ma con un modello molto diverso da quelli precedenti. La strategia si basa pesantemente sul trasferimento temporaneo di competenze dalla Silicon Valley al governo, piuttosto che sulla costruzione di una forza lavoro interna stabile e permanente.

Le critiche e gli scetticismi più forti

Sebbene Tech Force sia descritto come un programma ambizioso e innovativo, non mancano le perplessità. Una critica ricorrente è che il modello potrebbe creare dipendenza da competenze esterne anziché sviluppare capacità interne durature, un problema che ha già afflitto numerosi sforzi di modernizzazione governativa nel passato. Inoltre la partecipazione di grandi aziende tecnologiche con interessi commerciali propri genera timori di conflitti di interesse, soprattutto se si considera l’ampia portata dei progetti su cui i partecipanti lavoreranno.

Un altro punto di dibattito riguarda l’efficacia di un programma biennale per affrontare problemi strutturali profondi come la modernizzazione IT e l’integrazione dell’IA in funzioni critiche, questioni che richiedono tempo, comprensione delle dinamiche governative e continuità di competenze. Alcuni esperti evidenziano che l’adozione rapida di AI senza infrastrutture e governance interne solide può portare a soluzioni “bolt-on” che non scalano nel lungo periodo.

Come questo si inserisce nella geopolitica dell’intelligenza artificiale

Tech Force non è soltanto una strategia per attrarre talenti: è anche un messaggio geopolitico. Negli Stati Uniti la competizione globale per la supremazia nell’intelligenza artificiale è un tema centrale, con confronti serrati con Cina, Unione Europea e altri player globali. Inserire ingegneri di alto profilo nelle agenzie federali si traduce in una sorta di ponte tra governo e settore privato, una mossa che può accelerare l’adozione di tecnologie critiche ma che al tempo stesso sottolinea le fragilità interne del sistema pubblico quando si tratta di innovazione.

La combinazione di tagli drastici al personale tech e l’affidamento a contratti esterni o programmi temporanei riflette una tensione fondamentale tra efficienza a breve termine e costruzione di capacità a lungo termine, un equilibrio che definirà la capacità degli Stati Uniti di mantenere leadership tecnologica e sicurezza nazionale nel prossimo decennio.