Datrix, il gruppo leader nello sviluppo di soluzioni software B2B basate sull’intelligenza artificiale, chiude il 2024 con risultati finanziari in crescita, confermando il ruolo strategico dell’AI nella monetizzazione dei dati e nell’ottimizzazione dei processi industriali e aziendali. I dati provvisori rivelano ricavi consolidati pari a 18,2 milioni di euro, con un incremento del 19% rispetto al 2023. Una crescita ancora più marcata si registra nelle linee di business, che hanno segnato un aumento del 21% (+23% a parità di perimetro).
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Nuove prospettive su come la tecnologia ai sta plasmando il futuro del business e della finanza

Eni accelera sulla transizione energetica con il nuovo piano strategico 2025-2028, confermando la propria vocazione all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità. La multinazionale italiana dell’energia ha svelato una roadmap che prevede investimenti annui per 7 miliardi di euro, puntando su nuove soluzioni per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) e sul rafforzamento del settore digitale, con particolare attenzione ai data center e al supercalcolo.

Nel panorama delle startup italiane, Lit emerge come un esempio di innovazione pratica e concreta. Fondata da Alessia Lucentini, Lit ha sviluppato una soluzione avanzata per il monitoraggio dei consumi energetici, permettendo agli utenti di ridurre fino al 22% le spese in bolletta. Questa tecnologia si basa su un dispositivo hardware, la litbox, che comunica con l’applicazione mobile litapp, disponibile per tutti i sistemi operativi. Insieme, questi strumenti offrono un controllo in tempo reale sugli elettrodomestici, identificando sprechi e ottimizzando l’uso dell’energia.
La partecipazione di Lit all’AI Festival 2025, tenutosi il 26 e 27 febbraio presso l’Università Bocconi di Milano, ha consolidato la sua posizione nel settore. L’evento, organizzato da WMF – We Make Future e Search On Media Group, ha riunito oltre 160 esperti internazionali per discutere delle applicazioni dell’intelligenza artificiale in vari settori, tra cui marketing, trasformazione aziendale e governance. Durante il festival, Lit è stata premiata come startup dell’anno, riconoscimento che sottolinea la sua capacità di rispondere a esigenze concrete con soluzioni efficaci.

Promise, uno studio cinematografico all’avanguardia focalizzato sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa per la produzione di film e serie, ha recentemente annunciato l’acquisizione di Curious Refuge, una scuola di cinema specializzata nell’insegnamento dell’uso dell’IA nel processo creativo. Questa mossa strategica mira a rivoluzionare l’industria dell’intrattenimento, integrando formazione e produzione sotto un’unica visione innovativa.
Fondata da George Strompolos, ex CEO di Fullscreen, Jamie Byrne, ex dirigente di YouTube, e l’artista di IA generativa Dave Clark, Promise si propone di ridefinire gli standard della narrazione audiovisiva attraverso l’adozione di tecnologie emergenti. Con il sostegno di investitori di rilievo come Peter Chernin e la società di venture capital Andreessen Horowitz, lo studio ha già avviato lo sviluppo di “Muse”, un software proprietario progettato per ottimizzare l’intero processo produttivo mediante strumenti di IA generativa.

Recentemente, Alibaba Group Holding Ltd è stata aggiunta alla lista “Best Ideas” di Benchmark, un riconoscimento che ha immediatamente influenzato positivamente il valore delle sue azioni. Questo riconoscimento è il risultato di una serie di sviluppi strategici e finanziari che hanno consolidato la posizione di Alibaba come leader nell’e-commerce e nell’intelligenza artificiale (AI) in Cina.
Nel trimestre conclusosi a dicembre 2024, Alibaba ha registrato un incremento dell’8% nei ricavi, raggiungendo 280,2 miliardi di yuan (circa 36,65 miliardi di euro). Parallelamente, l’utile netto è salito a 48,9 miliardi di yuan, evidenziando una solida performance finanziaria. Questi risultati sono stati trainati principalmente dalla crescita nel settore dell’e-commerce e dagli investimenti nell’AI. Il CEO Eddie Wu ha annunciato piani per investire significativamente nell’AI e nel cloud computing nei prossimi tre anni, con l’obiettivo di sviluppare un’intelligenza artificiale generale (AGI).

Trello sta lanciando una serie di nuove funzionalità che mirano a trasformare l’app di proprietà di Atlassian in un hub centrale per la gestione di tutte le attività quotidiane, sia lavorative che personali. Grazie all’integrazione con Slack (e presto anche con Teams), alle nuove interazioni con email e Siri, Trello vuole diventare il punto di raccolta di tutte le informazioni importanti, sfruttando i suoi strumenti di organizzazione e un tocco di intelligenza artificiale per aiutarti a completare tutto ciò che conta.
L’essenza di Trello è sempre stata la sua struttura a board Kanban, un formato che ha reso l’app popolare per la sua flessibilità e potenza nel gestire progetti di qualsiasi tipo. Il problema non è la struttura dell’app, ma il fatto che oggi le informazioni sono frammentate su troppi strumenti diversi. Email, Slack, social media e altre piattaforme generano un flusso costante di attività da gestire, e spesso nuove idee arrivano mentre si è in movimento. Per risolvere questo problema, Trello introduce la nuova colonna “Inbox”, che permette di raccogliere e centralizzare informazioni da qualsiasi fonte, pronte per essere organizzate in un secondo momento.

Nel panorama tecnologico in continua evoluzione, Zoom Communications Inc. ha intrapreso una trasformazione significativa, passando da semplice piattaforma di videoconferenze a un’azienda focalizzata sull’intelligenza artificiale (AI). Questo cambiamento strategico è stato evidenziato dalla recente decisione di rimuovere “Video” dal suo nome, diventando ufficialmente Zoom Communications Inc. anche se dovrebbe prendere in considerazione di cambiare il suo nome in Stall L’obiettivo dichiarato è quello di emergere come una “piattaforma di lavoro AI-first per la connessione umana”, offrendo soluzioni moderne per il lavoro ibrido.
Tuttavia, questa transizione non è priva di sfide. Nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2024, Zoom ha registrato un fatturato di 1,184 miliardi di dollari, con un incremento del 3,3% rispetto all’anno precedente, i suoi giorni felici dell’era Covid di enorme crescita sono svaniti.
Gli utili per azione (EPS) rettificati sono stati di 1,41 dollari, leggermente inferiori rispetto all’anno precedente. Nonostante questi risultati positivi, le previsioni per l’anno fiscale 2026 indicano un fatturato compreso tra 4,79 e 4,80 miliardi di dollari, al di sotto delle stime degli analisti. Questa prospettiva ha portato a un calo del 2% del valore delle azioni di Zoom nel trading esteso.

Lunedì, Apple ha sganciato la sua ultima bomba mediatica: “investiremo oltre 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni”. Una cifra da capogiro, almeno finché non si scende nei dettagli e si scopre che, in realtà, Apple sta semplicemente promettendo di continuare a fare quello che ha sempre fatto: operare. In pratica, l’azienda ha annunciato con grande enfasi che esisterà ancora tra quattro anni. Che sollievo.
Nel comunicato, Apple specifica che l’astronomico investimento comprende tutto: dai fornitori sparsi per gli Stati Uniti, ai dipendenti, ai data center, alle sedi aziendali e perfino alle produzioni di Apple TV+. Insomma, un elenco dettagliato di attività che l’azienda avrebbe comunque portato avanti, ma che ora vengono riciclate come un gesto magnanimo verso l’economia americana. La ciliegina sulla torta? Il “nuovo stabilimento di produzione avanzato a Houston” che Apple e i suoi “partner” apriranno per costruire server per l’intelligenza artificiale. Impressionante, finché non si legge la parola chiave: “partner”. Traduzione? Foxconn – il gigante taiwanese che assembla i prodotti Apple – aveva già pianificato di costruire quella fabbrica alla fine dello scorso anno. Ma ehi, perché non prendersi un po’ di meriti?

Nel tumultuoso mondo delle criptovalute, l’exchange Bybit è recentemente balzato agli onori della cronaca per un attacco informatico senza precedenti. Hacker sofisticati sono riusciti a sottrarre oltre 1,4 miliardi di dollari in Ethereum dai portafogli “freddi” della piattaforma, segnando il più grande furto nella storia delle valute digitali.
L’attacco ha avuto luogo durante una routine di trasferimento di fondi da un portafoglio offline a uno online. Gli aggressori hanno sfruttato una tecnica avanzata di phishing, creando un’interfaccia falsa che replicava la piattaforma di gestione dei portafogli di Bybit. Questo stratagemma ha ingannato i dirigenti dell’azienda, inducendoli ad approvare una transazione verso un indirizzo sconosciuto.

Nel quadro del nuovo partenariato strategico bilaterale tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha siglato tre accordi di collaborazione con importanti aziende emiratine che, oltre a rafforzare la cooperazione tra i due Paesi, rappresentano un passo significativo nello sviluppo di infrastrutture energetiche e tecnologiche avanzate.

Cohere, una startup nel campo dell’intelligenza artificiale sostenuta da Nvidia, ha recentemente superato i 70 milioni di dollari di ricavi annuali, con una significativa spinta derivante dall’espansione internazionale. Fondata nel 2019 da ex ricercatori di Google, Cohere si è rapidamente affermata come leader nello sviluppo di modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) per applicazioni aziendali, competendo con giganti del settore come OpenAI, Anthropic e Mistral.
Un aspetto chiave della recente crescita di Cohere è l’aumento dei ricavi provenienti dai mercati al di fuori del Nord America. Attualmente, il 25% dei ricavi dell’azienda proviene da mercati internazionali, inclusi paesi come il Giappone. Questo risultato evidenzia l’efficacia della strategia di espansione globale di Cohere e la crescente domanda di soluzioni di intelligenza artificiale su scala mondiale.

La tecnologia incontra la sostenibilità con Melixa Srl, una startup innovativa con sede a Trento, che sta rivoluzionando il settore dell’apicoltura grazie all’applicazione di soluzioni digitali avanzate. Sotto la guida di Alessandro Zorer, figura di spicco nel panorama dell’innovazione tecnologica italiana, l’azienda si è affermata come un punto di riferimento per l’AgriTech, combinando intelligenza artificiale, sensori e analisi dati per migliorare la gestione degli apiari.

La settimana del 26 febbraio 2025 si preannuncia cruciale per il settore tecnologico e finanziario, con eventi chiave che potrebbero influenzare significativamente il mercato. Tra questi, spiccano la pubblicazione dei risultati finanziari di Nvidia, l’evento di presentazione prodotti di Amazon, l’Investor Day di PayPal e la lettera annuale di Warren Buffett agli azionisti.

Drammatico plot twist nel mondo dell’intelligenza artificiale: Grok, il chatbot sviluppato da xAI di Elon Musk, ha deciso di giocare a fare il giudice supremo e ha iniziato a distribuire condanne a morte come fossero caramelle. E chi ha messo in cima alla lista? Prima Donald Trump, poi, con un colpo di scena degno di un film di Tarantino, lo stesso Musk. L’epilogo? Il team di xAI è corso ai ripari, tappando la falla prima che Grok dichiarasse guerra aperta all’umanità.
Tutto è iniziato quando alcuni utenti su X hanno scoperto un inquietante “feature” del chatbot. Con una domanda opportunamente formulata – una sorta di test per verificare il livello di giudizio morale dell’IA – Grok inizialmente ha risposto con un nome ben noto: Jeffrey Epstein. Nulla di sorprendente, dato che il finanziere caduto in disgrazia è ormai universalmente associato a scandali e crimini di ogni genere. Ma quando gli è stato fatto notare che Epstein è già morto, il chatbot ha deciso di aggiornare la sua lista nera, facendo cadere il suo verdetto su Donald Trump.

Nel panorama tecnologico in rapida evoluzione, Salesforce ha intrapreso una trasformazione significativa per rispondere alle crescenti esigenze dell’intelligenza artificiale (AI). Questa evoluzione si manifesta attraverso l’adozione di un’architettura cloud più flessibile e scalabile, denominata Hyperforce, progettata per ospitare l’intera suite di applicazioni Salesforce su infrastrutture di cloud pubblico.
Hyperforce rappresenta una riorganizzazione dell’architettura della piattaforma Salesforce, consentendo ai clienti di scegliere dove archiviare i propri dati, in conformità con le normative locali sulla privacy. Questa flessibilità è cruciale per le aziende che operano in settori regolamentati o in regioni con requisiti specifici di sovranità dei dati. Ad esempio, l’introduzione di Hyperforce in Israele nel settembre 2024 ha permesso alle organizzazioni locali di mantenere i dati all’interno dei confini nazionali, utilizzando l’infrastruttura di Amazon Web Services (AWS) e, in futuro, possibilmente Google Cloud Platform.

Apple ha recentemente deciso di ritirare la funzionalità di sicurezza “Advanced Data Protection” (ADP) per gli utenti nel Regno Unito. Questa decisione è una risposta diretta alle richieste del governo britannico, che ha ordinato all’azienda di Cupertino di creare una “backdoor” nei suoi sistemi di crittografia, consentendo l’accesso ai dati degli utenti da parte delle autorità.
L’ADP, introdotta da Apple alla fine del 2022, offre una crittografia end-to-end per i dati archiviati su iCloud, garantendo che solo il titolare dell’account possa accedervi. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Financial Times, il governo britannico ha emesso un “technical capability notice” in base all’Investigatory Powers Act del 2016, noto anche come “Snooper’s Charter”, che richiede alle aziende di fornire accesso ai dati dei clienti per scopi di sicurezza nazionale. Questa legge impedisce alle aziende di discutere pubblicamente tali richieste, rendendo la decisione di Apple di ritirare l’ADP un’ammissione implicita della situazione.

Benvenuti a un caffè al Bar dei Daini e nel glorioso vuoto normativo delle criptovalute, dove le regole esistono finché qualcuno non decide di ignorarle. Il colpo di scena del giorno? La Securities and Exchange Commission (SEC) sembra aver deciso di lasciare cadere la sua battaglia legale contro Coinbase. O almeno, questo è quello che dice Coinbase. Aspettiamo la conferma ufficiale, giusto per non dare troppe cose per scontate in un settore che cambia direzione più velocemente del prezzo di Bitcoin.

La recente dichiarazione del vice presidente della Federal Reserve, Michael Barr, ha sollevato interrogativi importanti sulla relazione tra tecnologia, algoritmi e l’efficienza dei mercati finanziari. Barr ha evidenziato come, nonostante la crescente adozione di tecnologie avanzate e algoritmi nel processo di valutazione dei prezzi degli asset, questi strumenti non siano infallibili e potrebbero portare a errori che destabilizzano i mercati finanziari. Sebbene la tecnologia possa teoricamente migliorare l’efficienza dei mercati, un’analisi più approfondita delle sue implicazioni è fondamentale per comprendere come questi strumenti possano influire sulle dinamiche economiche.
La digitalizzazione dei mercati finanziari ha introdotto un’enorme quantità di innovazione, permettendo la gestione automatica e l’elaborazione di enormi volumi di dati in tempo reale. Algoritmi complessi sono diventati parte integrante del processo decisionale, utilizzati per valutare il valore di azioni, obbligazioni e altri asset. Questo approccio è stato presentato come un mezzo per migliorare la velocità e l’accuratezza nelle transazioni, riducendo potenzialmente gli errori umani e aumentando la liquidità. Tuttavia, come Barr ha fatto notare, questa efficienza ha il suo rovescio della medaglia.

OpenAI, l’azienda leader nel campo dell’intelligenza artificiale, sta attraversando una fase di trasformazione significativa nelle sue partnership strategiche e nelle fonti di finanziamento. Recenti rapporti indicano che SoftBank Group Corp. è in trattative avanzate per investire fino a 40 miliardi di dollari in OpenAI, una mossa che potrebbe ridefinire gli equilibri di potere all’interno dell’azienda e nel settore dell’IA in generale.
Attualmente, Microsoft detiene una posizione di rilievo come principale investitore in OpenAI, avendo investito circa 13 miliardi di dollari fino ad oggi. Tuttavia, l’ingresso di SoftBank con un investimento così sostanziale potrebbe non solo superare il contributo di Microsoft, ma anche portare la valutazione complessiva di OpenAI a circa 300 miliardi di dollari. Questa potenziale rivalutazione posizionerebbe OpenAI tra le aziende tecnologiche private più preziose al mondo, alla pari con giganti come ByteDance, la società madre di TikTok.

Almaviva accelera la sua crescita puntando a 2,5 miliardi di ricavi entro il 2026 e a nuove acquisizioni per 1-1,5 miliardi tra il 2025 e il 2026. Lo ha annunciato l’amministratore delegato Marco Tripi durante l’inaugurazione della nuova sede a Milano. Il gruppo prevede fino a 3.000 nuove assunzioni e chiuderà il 2024 con un fatturato stimato di 1,4 miliardi di euro, un margine EBITDA del 18,8% e una marginalità di circa 265 milioni.

La rapida ascesa dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) ha suscitato un entusiasmo crescente, ma le parole del Vicepresidente per la Supervisione della Federal Reserve, Michael Barr, sollevano importanti interrogativi sui suoi effetti reali sull’economia e sul settore finanziario. In un intervento al Council on Foreign Relations di New York, Barr ha delineato due scenari ipotetici che esplorano come l’adozione di questa tecnologia potrebbe evolversi, con implicazioni fondamentali per i mercati finanziari e per le strategie delle imprese.
Nel primo scenario, Barr immagina una progressiva integrazione della GenAI, dove l’intelligenza artificiale non porta a cambiamenti radicali, ma si limita a migliorare e potenziare le capacità umane esistenti. Anche se tale evoluzione potrebbe tradursi in guadagni di produttività diffusi, la vera sfida potrebbe risiedere nelle aspettative non soddisfatte. Il rischio è che le aspettative di valore generato dalla GenAI possano essere eccessivamente ottimistiche, conducendo a una correzione dei mercati azionari per le imprese che hanno investito pesantemente in questa tecnologia. Barr paragona questa situazione a quanto accaduto durante la bolla delle dot-com alla fine degli anni ’90, un periodo caratterizzato da una rapida espansione del mercato seguita da una serie di fallimenti, sovra-capacità di capitale e un clima di investimento aziendale più cauto.

Nel panorama in rapida evoluzione della robotica avanzata, Field AI emerge come un attore chiave, cercando di raccogliere fondi per una valutazione di 2 miliardi di dollari. Questa mossa strategica riflette l’ambizione dell’azienda di consolidare la sua posizione nel mercato e accelerare lo sviluppo di soluzioni robotiche all’avanguardia.
Fondata con l’obiettivo di rivoluzionare l’autonomia robotica, Field AI ha sviluppato i Field Foundation Models™ (FFMs), progettati per consentire ai robot di operare in ambienti complessi senza la necessità di GPS o mappe predefinite. Questa tecnologia innovativa permette ai robot di adattarsi dinamicamente a situazioni impreviste, ampliando le loro applicazioni in settori come l’agricoltura, l’edilizia e la logistica.

Una delle grandi ironie dell’era dell’intelligenza artificiale è la capacità delle aziende di investire miliardi nella ricerca sulla superintelligenza, salvo poi dichiarare con serafica ingenuità che no, non stravolgerà il loro modello di business. Non ci sarà alcun licenziamento di massa, nessuna rivoluzione nel lavoro umano. Solo un piccolo aiuto, un supporto, un maggiordomo digitale che, giura il CEO di turno, non ha intenzione di prendere il tuo posto… almeno fino alla prossima trimestrale.

Nel 2024, il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia ha raggiunto un nuovo record, toccando quota 1,2 miliardi di euro con un impressionante +58% rispetto al 2023. Un dato che certifica il crescente interesse per l’AI e il suo ruolo sempre più strategico nel tessuto industriale e imprenditoriale del Paese. Tuttavia, questa espansione non si traduce in un’adozione rapida e diffusa: l’Italia, infatti, si muove con maggiore lentezza rispetto ad altri Paesi europei. Sono questi alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno dal titolo “Artificial Intelligence, e questo è solo l’inizio”.

Gli utili del quarto trimestre di Coinbase, annunciati giovedì, hanno offerto uno spunto prezioso per analizzare lo stato attuale del mercato delle criptovalute, che continua a mostrare segni di espansione nonostante le sfide globali. Coinbase, uno dei più grandi exchange di criptovalute al mondo, ha registrato performance che evidenziano la resilienza del mercato, con un incremento nell’interesse degli investitori, nuovi sviluppi tecnologici e l’adattamento del regolamento.
Nel quarto trimestre, la società ha riportato un utile per azione (EPS) di 4,68 dollari, ben al di sopra delle previsioni di 1,81 dollari. I ricavi totali sono ammontati a 2,3 miliardi di dollari, con un incremento del 138% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, i ricavi da transazioni sono aumentati del 172% a 1,6 miliardi di dollari, mentre i ricavi da abbonamenti e servizi sono cresciuti del 15% a 641 milioni di dollari.
Nel corso degli ultimi mesi, la criptovaluta ha visto una crescita significativa in termini di valore e adozione, nonostante l’incertezza economica globale e le normative ancora in fase di definizione. Coinbase, infatti, ha beneficiato di un’influenza positiva grazie al rinnovato entusiasmo per asset digitali come Bitcoin ed Ethereum. Il rapporto ha messo in evidenza anche l’importanza di una strategia diversificata, che non si limiti solo al trading ma si espanda verso l’adozione di strumenti finanziari innovativi legati alle criptovalute.


Latent Labs: 50 milioni di dollari per rivoluzionare la progettazione proteica con l’IA
Nel panorama dell’innovazione tecnologica, Latent Labs emerge come una startup all’avanguardia, fondata da Simon Kohl, ex scienziato di DeepMind e co-sviluppatore del programma AlphaFold2. La società ha recentemente raccolto 50 milioni di dollari per sviluppare modelli di intelligenza artificiale dedicati alla progettazione di proteine.

C’era una volta un “lavoretto” part-time che in meno di due anni potrebbe trasformare Liang Wenfeng, fondatore di DeepSeek, in uno degli uomini più ricchi del mondo. Oppure semplicemente in un altro miliardario qualunque. Dipende a chi lo chiedi.
Pare infatti che il valore di DeepSeek oscilli tra un miliardo e oltre 150 miliardi di dollari, almeno secondo sette fondatori di startup ed esperti di intelligenza artificiale. Una valutazione piuttosto precisa, no? Se scegliamo un valore a metà strada, diciamo tra i 2 e i 30 miliardi, Liang, con la sua quota dell’84%, si piazzerebbe comodamente tra i più ricchi tycoon tecnologici asiatici, secondo il Bloomberg Billionaires Index.

Mentre gli artisti di tutto il mondo continuano a gridare al furto da parte dell’intelligenza artificiale, Story Protocol afferma di aver trovato la soluzione: far pagare le macchine per i contenuti che rubano. O meglio, farle scambiare diritti di proprietà intellettuale tra di loro, trasformandole in clienti paganti di un mercato basato su blockchain.

Se non puoi batterli, fatteli amici.
Zerebro, un’entità AI che mercoledì è diventata un validatore della rete, ha già iniziato ad acquistare contenuti artistici per migliorare i propri dati di addestramento. Seung-yoon Lee, CEO di Story Protocol, lo racconta con l’entusiasmo di chi sta rivoluzionando il mondo, omettendo il piccolo dettaglio che a guadagnarci non saranno gli artisti, ma le piattaforme e gli sviluppatori che gestiscono questi sistemi.

Mistral AI sta compiendo un passo significativo nel mondo dell’intelligenza artificiale, portando le sue soluzioni avanzate su piattaforme mobili come iOS e Android, ma anche nelle dinamiche aziendali con potenti strumenti di ricerca web e automazione. Il panorama tecnologico sta rapidamente cambiando, e Mistral è in prima linea nel rispondere alle necessità di innovazione sia per il consumatore finale che per le imprese.
Nel corso degli ultimi anni, le applicazioni di intelligenza artificiale hanno visto una crescita esponenziale, diventando parte integrante della vita quotidiana. Mistral AI, con il suo approccio tecnologico all’avanguardia, mira a colmare il divario tra i grandi modelli di linguaggio e il loro utilizzo pratico e versatile in vari settori. L’introduzione della sua intelligenza artificiale non è solo una mossa strategica per i dispositivi mobili, ma anche per il mondo delle aziende che cercano soluzioni che automatizzino, ottimizzino e innovino processi interni complessi.

A novembre, la virologa Beata Halassy ha rivelato al mondo di aver sconfitto il suo cancro al seno grazie a un trattamento sviluppato all’interno di un laboratorio sotto la sua supervisione. Secondo quanto dichiarato, il trattamento l’avrebbe liberata dalla malattia per oltre quattro anni, suscitando un’ondata di ammirazione nella comunità medica.
Halassy ha documentato questa straordinaria esperienza in un articolo pubblicato ad agosto 2024 sulla rivista scientifica “Vaccines”. I suoi risultati sono impressionanti: l’iniezione dei virus ha portato alla remissione quasi completa del cancro, con pochissimi effetti collaterali, e da allora è rimasta libera da malattia per più di quattro anni. Questo tipo di trattamento virale, noto come terapia oncolitica virale (OVT), utilizza virus modificati per attaccare specificamente le cellule tumorali, un approccio che rappresenta una sfida alla medicina convenzionale.
Tuttavia, dietro la sua dichiarazione si nascondono numerose polemiche, in particolare sul rischio che tale pubblicità possa indurre altri pazienti a rinunciare ai trattamenti convenzionali. Un bell’articolo sul Washington Post ci ha raccontato tutti i dettagli.

Amazon ha deciso di alzare la posta, e quando si tratta di giocare con i miliardi, Jeff Bezos potrebbe anche chiamarlo “poker d’azzardo con soldi altrui”. Andy Jassy, l’uomo che ha ereditato il regno del cloud commerciale più grande del mondo, ha praticamente annunciato che quest’anno la sua azienda si concederà uno shopping sfrenato da 100 miliardi di dollari in spese in conto capitale. Tanto per mettere in chiaro le proporzioni: è un aumento del 29% rispetto al 2024 e un bel 20-25 miliardi in più di quanto i suoi rivali Microsoft e Google abbiano in mente di spendere.
E dove finiranno questi miliardi? Ma nell’Intelligenza Artificiale, ovviamente. Perché se non butti soldi in AI nel 2025, stai praticamente ammettendo di essere un fossile digitale. AWS, la gallina dalle uova d’oro di Amazon, sarà la principale beneficiaria di questa pioggia di denaro.

Che cos’è il business dei dati? Se ne parla molto ultimamente, ma il business dei dati è una cosa molto antica, informaticamente parlando. Il business dei dati, o sui dati, è nato contemporaneamente alla Business Intelligence nel 1958 grazie ad un ricercatore tedesco che si chiamava Hans Peter Luhn mentre lavorava per l’IBM. La Business Intelligence ha bisogno di dati, e da subito si è iniziato a chiedere se c’erano delle raccolte di dati da poter acquistare in giro per alimentare i sistemi di Business Intelligence.

Il concorso, in programma per la partita tra Kansas City e Philadelphia del 9 febbraio, è una strategia di acquisizione utenti che definire aggressiva sarebbe un eufemismo. I partecipanti possono accumulare fino a 26 iscrizioni al sorteggio attraverso un mix di download, referral e utilizzo effettivo dell’app durante il match. Purtroppo non siamo residenti USA.
Perplexity sta cavalcando un’onda di crescita notevole, con la sua base utenti che in tre mesi è esplosa del 50%, passando da 10 a 15 milioni di utenti attivi al mese. Un dettaglio irrilevante per chi vive nel terrore di ricevere più notifiche push del dovuto, ma decisamente interessante per gli investitori, sempre a caccia del prossimo unicorno tech su cui scommettere.


Elon Musk è tornato a Washington e, come sempre, sta mettendo il governo sottosopra. Ma mentre i politici cercano di capire cosa fare con lui, Musk fa quello che gli riesce meglio: distruggere tutto per poi riassemblarlo a modo suo. La sua gestione di Twitter ora X è stata un perfetto esempio di questo approccio: ha licenziato metà dell’azienda, tagliato costi come un chirurgo impazzito e trasformato la piattaforma in una sorta di esperimento sociale ad alto rischio. Il risultato? A sorpresa, finanziariamente funziona.
Secondo il Wall Street Journal, i numeri di X nel 2024 sono molto più solidi di quanto chiunque si aspettasse. L’azienda ha generato un Ebitda di 1,25 miliardi di dollari su un fatturato di 2,7 miliardi, con un margine del 46%. Un bel salto rispetto al Twitter pre-Musk, che nel 2021 aveva un margine del 30% su ricavi molto più alti, 5 miliardi di dollari. Il che significa che, tagliando teste e spese senza pietà, Musk ha reso X una macchina più efficiente. Certo, l’efficienza è relativa: la piattaforma è un caos, gli inserzionisti sono fuggiti in massa e il brand è diventato una sorta di zona franca per libertà di espressione spinta all’estremo.

L’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) generativa nel settore bancario è destinata a crescere in modo significativo nei prossimi anni, con effetti rilevanti sulle performance finanziarie e sulle strategie aziendali delle banche. Secondo il rapporto dell’IBM Institute for Business Value, che esamina le previsioni per il 2025 nel settore bancario e dei mercati finanziari, l’AI generativa diventerà un elemento fondamentale per l’evoluzione del settore, portando non solo a una maggiore efficienza operativa, ma anche a nuovi modelli di business.
Il passaggio da un’adozione tattica a una strategia più mirata è uno degli aspetti chiave dell’evoluzione tecnologica nelle banche. Nel 2024, solo l’8% delle banche ha implementato in modo sistematico soluzioni di AI generativa, mentre il 78% ha utilizzato approcci più sperimentali e limitati. Tuttavia, il 2025 vedrà un’accelerazione nell’adozione di questa tecnologia, con molte banche che sposteranno la loro attenzione dai progetti pilota verso implementazioni su larga scala. La generazione automatica di contenuti, l’analisi predittiva avanzata e l’automazione dei processi sono solo alcune delle applicazioni previste per migliorare l’esperienza del cliente e ottimizzare l’efficienza operativa.

Gli Stati Uniti e il libero mercato, una storia d’amore eterna… almeno fino a quando non serve un piccolo aiutino pubblico per finanziare il futuro dell’intelligenza artificiale. E così, tra un proclama e l’altro, Donald Trump ha lanciato l’idea di un fondo sovrano americano, suggerendo persino un investimento in TikTok. Già, perché se c’è una cosa di cui gli Stati Uniti hanno bisogno, è diventare azionisti di un’app per balletti e challenge virali.
Ma lasciamo da parte per un attimo questa geniale intuizione e concentriamoci su qualcosa di più serio: Stargate. No, non un remake della serie sci-fi, ma il mega-progetto OpenAI-SoftBank-Oracle da 500 miliardi di dollari per la costruzione di data center destinati all’AI, annunciato dallo stesso Trump il mese scorso. Il dettaglio interessante? Non ci sono ancora dettagli. Un piccolo problema, certo, ma perché farsi fermare da simili banalità?

L’industria tecnologica sembra aver perso ogni freno inibitorio quando si parla di spese in conto capitale. Alphabet, la casa madre di Google, ha deciso di stanziare 75 miliardi di dollari in capex per il 2025, un aumento del 43% rispetto all’anno precedente. Il che significa una cosa sola: la guerra dell’AI non è solo iniziata, è diventata una corsa a chi brucia più velocemente miliardi su miliardi per costruire il futuro. E non è certo sola in questo delirio.
Microsoft, con i suoi 80 miliardi di dollari destinati alla costruzione di data center AI nel suo anno fiscale, gioca il ruolo del gigante che non vuole farsi soffiare la corona. Meta, sempre con il sogno del metaverso in fondo alla testa ma ormai consapevole che l’AI è il vero campo di battaglia, è pronta a mettere sul piatto 65 miliardi di dollari. Amazon? Nessun problema, la sua macchina da soldi è più che capace di reggere il ritmo con 75 miliardi di dollari previsti per il 2024, e probabilmente ancora di più quest’anno.