La scena è questa: mentre gli ingegneri del mondo sognano computer quantistici infallibili e Google gioca con Sycamore come se fosse il prototipo di un oracolo digitale, un gruppo di scienziati cinesi scopre che l’universo – letteralmente – sta sabotando l’intero sogno. Non metaforicamente: raggi cosmici, particelle subatomiche, muoni e gamma burst. Tutti intenti, là fuori, a scombinare le carte dentro i chip quantistici.
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Quando l’algoritmo sbaglia solo una volta: IBM, Bitcoin e il ritorno dell’apocalisse quantistica
Chi ha paura del lupo quantico? Da anni lo si evoca, lo si esorcizza, lo si minimizza: quel giorno in cui un computer quantistico farà girare l’algoritmo di Shor nel tempo necessario per schiacciare una noce. Eppure, proprio ora, mentre Michael Saylor si scrolla di dosso l’ansia a favore di telecamere, IBM ha annunciato qualcosa che rischia di accelerare il conto alla rovescia verso l’inquietudine digitale definitiva: Quantum Starling, il primo computer quantistico fault-tolerant destinato al mondo reale. Scadenza: 2029.
Facciamo chiarezza. I computer quantistici attuali sono sì capaci di produrre risultati strabilianti… ma con un tasso d’errore da sbronza universitaria. Ogni calcolo è un lancio di dadi, e quando le operazioni necessarie arrivano a milioni, servono miliardi di correzioni al volo. Ecco perché parlare di “quantum advantage” – cioè un vantaggio effettivo rispetto ai supercomputer classici – è stato, finora, un gioco di prestigio teorico.

C’era una volta l’inviolabilità. O meglio: l’illusione di essa. In un mondo sempre più dominato dalla paranoia della cybersicurezza e da feticci tecnologici spacciati per “impenetrabili”, la Cina si è lanciata a capofitto nel sogno di un’internet quantistica mondiale, indossando come medaglia il satellite Micius (Mozi, per gli amici) primo del suo genere, primo nello spazio, primo a essere venduto come “teoricamente inespugnabile”.

Trieste. No, non è l’inizio di un noir, ma l’epicentro temporaneo di una scossa tellurica a base di onde quantistiche e premi Nobel. Nove cervelli tra i più illuminati del pianeta si ritrovano qui, come se fosse la loro Davos, ma senza hedge fund e cravatte: solo interferenza quantistica, entanglement e una sottile tensione da fine del mondo. Del resto, quando hai Alain Aspect che ti parla dei fondamenti dell’informazione quantistica e David Gross che ha fatto a pezzi il mito della forza nucleare come fosse un origami, l’aria inizia a pesare. Pesare come un’ipotesi di realtà alternativa.
Nel mentre, l’ONU (sì, proprio loro, quelli che solitamente si muovono con la lentezza gravitazionale delle risoluzioni non vincolanti) ha deciso che il 2025 è l’anno internazionale della scienza e della tecnologia quantistiche. Chi l’avrebbe mai detto: dopo aver fallito con le COP sul clima, ora si gioca la carta più esoterica, più sottile, più instabile. Un colpo di reni? O l’ennesima dimostrazione che la tecnologia è l’unico linguaggio che ancora può mascherare l’inazione politica?

Immagina di avere una Ferrari F1 nel garage mentre tutti gli altri vanno ancora in bicicletta. Non la usi per andare al supermercato, ma quando ti serve vincere. Questo è, in buona sostanza, ciò che rappresenta oggi il lancio del sistema Advantage2 di D-Wave: una macchina fuori scala, progettata per risolvere problemi che i supercomputer classici quelli da milioni di dollari e consumi da centrale nucleare guardano con sconcerto e imbarazzo. E lo fa consumando quanto un paio di asciugacapelli.
Siamo di fronte a un cambio di paradigma? No, siamo oltre. Qui si parla di una realtà in cui la computazione quantistica annealing, spesso snobbata dagli accademici puristi del gate model, mostra muscoli e cervello al tempo stesso. Parliamo di un’architettura costruita non per impressionare con esperimenti da laboratorio, ma per fare business, ora.

Benvenuti nel 2025, l’anno in cui l’Unione Europea smette di giocare con i Lego normativi e comincia a costruire un’architettura tecnologica che potrebbe riscrivere le regole del potere digitale. Non è fantascienza, è la fredda cronaca delle prossime mosse: strategia quantistica Q2, Digital Networks Act Q4, regolazione italiana (delibera 55/25/CONS) e sullo sfondo una DAZN che si traveste da Netflix per muscolarsi con DAZN Edge.
La parola chiave è una sola: quantistica. Tutto il resto reti digitali, CDN, edge delivery, regolazione sono le variabili collaterali. Ma il cuore del gioco è qui: il controllo dei bit subatomici e del flusso di dati che scorrerà attraverso le reti di nuova generazione.

Se sbatti le palpebre, potresti perdere i cambiamenti epocali che stanno accadendo nel mondo del quantum. Questa settimana, il quantum computing non ha avuto freni, con numerosi progressi che spingono i limiti di ciò che è possibile. Da macchine con un numero record di qubit a ricerche rivoluzionarie nel networking quantistico e nella crittografia, il ritmo dell’innovazione nel settore sta accelerando a un tasso straordinario. E proprio quando pensavi che le cose non potessero diventare più entusiasmanti, la Spagna, un po’ in ritardo rispetto ad altri, ha finalmente deciso di prendere sul serio le sue ambizioni quantistiche.

Quantum watch and its intrinsic proof of accuracy
Se siete arrivati fin qui senza cambiare pagina, allora forse avete abbastanza fegato per affrontare la verità: in laboratorio, sulle spalle di Helio innocente, abbiamo visto nascere un nuovo modo di misurare il tempo. Non con ingranaggi, non con cristalli vibranti, e nemmeno con gli orologi atomici che vi fanno sentire moderni, ma con l’intelligenza ruvida e brutale della meccanica quantistica. Si chiama quantum watch, e non conta un bel niente: non batte secondi, non somma oscillazioni, non segue il ritmo di un pendolo o di una frequenza standard. No. Questo bastardo crea impronte, impronte di tempo che sono così uniche da diventare una carta d’identità temporale.
Il cuore sporco di questo esperimento pulsa intorno a pacchetti d’onda Rydberg estremamente complessi, costruiti eccitando stati energetici alti dell’elio. A differenza dei soliti noiosi stati singoli, un pacchetto d’onda multi-stato si comporta come una rissa da bar quantistica: interferenze, battiti, caos apparente che però, sotto il velo della casualità, nasconde una struttura precisa, ossessivamente determinata. Questo caos ordinato permette di tracciare il tempo trascorso dall’eccitazione iniziale con una precisione che fa impallidire i vostri Rolex.

La Quantum Information Science and Technology (QIS) è la nuova frontiera del potere globale, ma non quella che vedi nei comunicati stampa dorati delle big tech o negli slogan dei summit governativi. Dietro la patina patinata dell’innovazione scientifica si nasconde una corsa armata silenziosa, feroce, e sempre più sporca. Il principio è semplice: usare le regole della fisica quantistica per manipolare, archiviare e trasmettere informazione. Ma come ogni tecnologia realmente rivoluzionaria, la QIS è anche una perfetta leva geopolitica, economica e militare.
Se la Silicon Valley è stata la culla della rivoluzione digitale, la QIS è il campo minato dove si giocherà il prossimo dominio planetario.
La fisica quantistica, nella sua natura più bizzarra e poetica, offre concetti come la sovrapposizione, l’entanglement e la coerenza. Astratti, certo, ma potentissimi. Un bit classico è o uno o zero, ma un qubit può essere entrambi contemporaneamente, aprendo possibilità computazionali impensabili per i sistemi tradizionali. Ora, metti questa capacità nelle mani di chi ha la chiave del tuo conto bancario, dei tuoi algoritmi di difesa, dei tuoi dati sanitari o dei tuoi brevetti aziendali. Vedi il problema?

Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2025 come Anno Internazionale della Scienza e della Tecnologia Quantistica. Sebbene i computer quantistici non siano destinati a diventare accessibili al grande pubblico in tempi brevi, le ricerche innovative condotte da organizzazioni e aziende come IBM, Google e QueRa puntano a una significativa evoluzione dei processori quantistici entro il 2030. Tra gli attori principali che operano nel settore dei semiconduttori troviamo Intel, insieme ad aziende australiane come Diraq e SQC. Inoltre, i maggiori sviluppatori di computer quantistici fotonici includono PsiQuantum e Xanadu.
Per illustrare il potenziale trasformativo del calcolo quantistico, si può considerare la presentazione da parte di Google, nel lontano 2019, di un chip quantistico da 54 qubit. Questo chip ha completato un calcolo complesso in circa 200 secondi, un’impresa che avrebbe richiesto a un supercomputer tradizionale circa 10.000 anni.
Più di recente, la Cina ha affermato di aver sviluppato un computer quantistico presumibilmente un milione di volte più veloce di quello di Google. Ricercatori cinesi, utilizzando un computer quantistico D-Wave, sostengono di aver condotto il primo attacco quantistico riuscito contro algoritmi di crittografia comuni, definendolo una “minaccia concreta” per settori come quello bancario e militare, secondo quanto riportato dal SCMP.

Il panorama del calcolo quantistico ha recentemente assistito a un significativo avanzamento con l’introduzione di Zuchongzhi 3.0, un prototipo di computer quantistico superconduttore sviluppato da scienziati cinesi.
Questo dispositivo, dotato di 105 qubit, rappresenta un notevole passo avanti nella competizione globale per la supremazia quantistica. Zuchongzhi 3.0 ha dimostrato prestazioni impressionanti eseguendo circuiti con 83 qubit per 32 cicli, generando un milione di campioni in pochi secondi.

Amazon Web Services (AWS), la divisione cloud di Amazon, ha annunciato un nuovo e rivoluzionario chip per il calcolo quantistico chiamato Ocelot. Questo sviluppo segna un passo significativo nella corsa alla creazione di computer quantistici pratici e affidabili, in grado di risolvere problemi complessi che i computer tradizionali non possono affrontare.
Ocelot, sviluppato dal team AWS Center for Quantum Computing presso il California Institute of Technology, promette una riduzione fino al 90% dei costi associati alla correzione degli errori quantistici rispetto alle tecniche attuali. Questo risultato è reso possibile dall’adozione di una nuova architettura basata sui cosiddetti “cat qubits”, ispirati al celebre esperimento del gatto di Schrödinger.
L’annuncio di AWS arriva in un contesto in cui altri giganti tecnologici come Google (Alphabet, GOOG) e Microsoft (MSFT) stanno investendo fortemente nel calcolo quantistico. A febbraio, Microsoft ha presentato Majorana 1, un chip basato su un superconduttore topologico, mentre Google ha rivelato il proprio chip quantistico Willow. La competizione per dominare il settore è ormai accesa, e AWS ha deciso di puntare su un approccio completamente nuovo.

Microsoft ha annunciato oggi un significativo progresso nel campo del calcolo quantistico con l’introduzione di Majorana 1, il primo chip quantistico al mondo basato su una nuova architettura denominata Topological Core. Questo sviluppo promette di rendere i computer quantistici capaci di risolvere problemi industriali su larga scala in pochi anni, anziché decenni.
Il cuore di questa innovazione è il topoconductor, un nuovo tipo di materiale in grado di osservare e controllare le particelle di Majorana per produrre qubit più affidabili e scalabili, i mattoni fondamentali dei computer quantistici. Analogamente a come l’invenzione dei semiconduttori ha reso possibili gli odierni dispositivi elettronici, i topoconductor e il nuovo chip che essi abilitano offrono una via per sviluppare sistemi quantistici scalabili fino a un milione di qubit, capaci di affrontare i problemi industriali e sociali più complessi.

L’azienda britannica SECQAI ha recentemente annunciato lo sviluppo del primo modello linguistico quantistico ibrido al mondo, denominato Quantum Large Language Model (QLLM). Questa innovazione rappresenta una fusione tra le capacità della computazione quantistica e i tradizionali framework di intelligenza artificiale, promettendo di ridefinire il panorama dei processi computazionali e di offrire straordinarie abilità di problem-solving.
Il QLLM di SECQAI si basa su tecniche proprietarie che sfruttano la computazione quantistica per migliorare le prestazioni dei modelli linguistici di grandi dimensioni. Dopo aver condotto oltre un migliaio di esperimenti, l’azienda ha identificato l’approccio ottimale per integrare la computazione quantistica nei LLM. Attualmente, il modello è in fase di beta testing con un numero selezionato di clienti.

Intel sta compiendo passi significativi nel mondo del calcolo quantistico, annunciando una nuova collaborazione con l’Istituto Nazionale di Scienza e Tecnologia Industriale Avanzata del Giappone (AIST). Questa partnership strategica è pensata per sviluppare computer quantistici di nuova generazione utilizzando i chip di Intel. Secondo quanto riportato da Nikkei Asia, le due entità hanno firmato un memorandum d’intesa (MOU), e le operazioni inizieranno in primavera, in una città a nord-est di Tokyo.
Sebbene l’accordo sia ancora nelle sue fasi iniziali, si prevede che venga reso pubblico a breve, creando un forte interesse sia nel settore tecnologico che in quello scientifico. Il coinvolgimento di Intel segna un impegno concreto dell’azienda nell’espandere la propria influenza nel campo del calcolo quantistico, una delle aree più promettenti per il futuro dell’informatica.