Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Categoria: The Divine Algorithm

Papa Leone XIV e il fascino del mistero: i cattolici americani tra entusiasmo e ignoranza

L’elezione di Papa Leo XIV ha scatenato un’onda di entusiasmo che somiglia più a una campagna di marketing ben orchestrata che a un atto di fede consapevole. I numeri parlano chiaro: l’84% dei cattolici americani dichiara di avere una visione favorevole del nuovo pontefice, ma il 67% ammette candidamente di sapere solo “un po’” di lui e un altro 25% confessa di non saperne assolutamente nulla. È la dimostrazione più plastica che il brand “papa” funziona a prescindere dal prodotto, una dinamica degna delle migliori multinazionali che vendono sogni confezionati con il logo in bella vista. La Chiesa cattolica, almeno sul piano comunicativo, si conferma la più antica startup di successo del pianeta.

Leone XIV mette in guardia l’umanità dall’intelligenza artificiale: un grande problema si avvicina

Nel volume León XIV. Ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI (Penguin Random House, 2025), la giornalista Elise Ann Allen offre una visione inedita del pontificato di Leone XIV, focalizzandosi su temi cruciali come l’intelligenza artificiale, la crisi sociale e la responsabilità etica delle tecnologie emergenti. Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha espresso preoccupazioni riguardo all’automazione e all’uso dell’IA, sottolineando i rischi di esclusione sociale e la necessità di un approccio umano e solidale nell’adozione delle nuove tecnologie.

ChatBOT religiosi e AI spirituale: la nuova fede che ti legge nella mente e cambia la tua vita

Sta succedendo qualcosa di affascinante e inquietante allo stesso tempo. Chatbot spirituali, programmi che promettono di guidarti nella fede, stanno diventando virali, ma il meccanismo alla base di tutto non è divino, è algoritmico.

Bible Chat ha superato i 30 milioni di download, Hallow è stato numero uno sull’App Store, e ci sono piattaforme che ti promettono di chattare con Dio. Rabbi Jonathan Roman lo definisce un “ponte verso la fede” per chi non ha mai messo piede in chiesa o sinagoga.

Sembra una storia edificante finché non si ricorda che questi stessi strumenti funzionano secondo modelli che validano le opinioni degli utenti.

Tradotto: ti dicono quello che vuoi sentire, senza discernimento spirituale, ma con un efficiente uso di dati e pattern, come sottolinea Heidi Campbell. Non importa se stai flirtando con la superstizione o abbracciando teorie cospirative, il bot ti accompagnerà con il sorriso.

Vaticano, scienziati e l’intelligenza artificiale: il potere dei simboli in una corsa globale senza regole

Premi Nobel, leader di pensiero, scienziati e celebrità si riuniranno questo fine settimana (12-13 settembre) per il Meeting Mondiale sulla Fratellanza Umana, un evento patrocinato dal Vaticano che propone tavole rotonde su temi cruciali al centro dei conflitti globali e che influenzeranno il futuro dell’umanità.

“Il mondo è attualmente segnato da conflitti e divisioni, il che rende ancora più importante che siate uniti da un forte e coraggioso ‘no’ alla guerra e da un ‘sì’ alla pace e alla fratellanza,” ha detto venerdì Papa Leone XIV in un incontro con i partecipanti all’evento.

Quando il Vaticano entra nel dibattito sull’intelligenza artificiale la notizia corre veloce, non perché la Chiesa cattolica sia nota per dettare l’agenda tecnologica globale, ma perché in un’epoca in cui i governi annaspano, i colossi digitali si muovono in ordine sparso e gli scienziati si dividono tra ottimismo e panico, ogni gesto simbolico diventa carburante geopolitico. È successo di nuovo nei giorni scorsi, quando fonti italiane hanno rilanciato la notizia di un appello consegnato nelle mani del cardinale Mauro Gambetti e indirizzato a Papa Leone XIV, l’ex cardinale Robert Francis Prevost, eletto a maggio 2025. Un documento che sarebbe firmato da Geoffrey Hinton, Yoshua Bengio, Stuart Russell, Max Tegmark, Abeba Birhane e altri studiosi di livello internazionale, figure che in qualsiasi tavolo sull’etica dell’IA portano con sé l’aura del Nobel senza medaglia.

Papa Leone XIV e la Luna: fede, scienza e la diplomazia celeste del Vaticano

Pochi eventi riescono a intrecciare con tanto garbo l’ambizione umana, la spiritualità e la narrazione di potere come il gesto di Papa Leone XIV nella sua recente visita all’osservatorio astronomico vaticano a Castel Gandolfo. Il pretesto? Il 56° anniversario dell’allunaggio. Il simbolismo? Assoluto. Il messaggio? Che il cielo, dopotutto, non è mai stato solo una questione di scienza, ma un terreno negoziabile tra Dio e l’uomo, con il Vaticano come mediatore silenzioso ma strategico.

Mentre il mondo si perde nelle tensioni geopolitiche terrestri, il papa sceglie di elevare lo sguardo e lo fa non da San Pietro, ma dalla quieta e apparentemente anacronistica cornice delle Ville Pontificie, un luogo che custodisce da oltre un secolo il punto d’intersezione tra il cosmo e la fede cattolica. L’osservatorio, fondato nel 1891 da Leone XIII, non è una bizzarria esoterica della Curia, ma uno dei laboratori astronomici più rispettati del pianeta, al punto da vantare una delle più importanti collezioni di meteoriti, inclusi frammenti provenienti da Marte. E questo, si badi, in un contesto religioso che fino a poco tempo fa veniva stereotipato come nemico giurato del pensiero scientifico.

Leone XIV e l’intelligenza artificiale la sfida del Papa tra fede, potere e tecnologia

Nel vortice mediatico e politico che ha accompagnato l’elezione di Leone XIV il 3 maggio 2025, è stato subito chiaro che quel pontificato avrebbe segnato una cesura netta con l’era di Papa Francesco. Mentre il predecessore aveva incarnato l’immagine di un pastore dalla forte impronta sociale e ambientale, attento ai poveri e alle periferie del mondo, Leone XIV si presenta come il pontefice del nuovo millennio digitale, il primo a fare dell’intelligenza artificiale un tema centrale e ricorrente del proprio magistero. Se Francesco aveva parlato soprattutto con il cuore e il tono della misericordia, Leone XIV sembra rivolgersi alla mente, con un linguaggio che fonde teologia e tecnologie emergenti, un mix di pragmatismo e profondità filosofica che non lascia spazio a fraintendimenti.

La crisi del diritto internazionale tra riarmo e mercanti di morte secondo Papa Leone XIV

È desolante, come ha detto papa Leone XIV, che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario venga oggi calpestata o sostituita da un cinico “diritto di obbligare con la forza”. Questa denuncia, pronunciata durante l’udienza all’Assemblea plenaria della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali, non è un semplice atto di fede religiosa o un richiamo morale astratto: risuona come un grido che molti giornali internazionali hanno colto con crescente preoccupazione. Il Financial Times ha definito questo fenomeno “un punto di rottura nella governance globale”, evidenziando come l’era post-Westfalia stia sfumando nel caos delle potenze che ignorano le regole e si arroccano dietro interessi geopolitici e armamenti. Nel suo editoriale, il NYT sottolinea che “la diplomazia è ormai schiacciata dall’onnipresenza militare e dalla propaganda che cerca di giustificare l’injustificabile”, mentre The Guardian evidenzia come “le popolazioni soffrono per un sistema internazionale che sembra incapace di fermare la corsa al riarmo, drenando risorse essenziali”.

Papa Leone avverte i leader mondiali: l’intelligenza artificiale non può sostituire l’anima umana

La scena è emblematica: un Papa americano, incoronato da pochi mesi, prende la parola davanti ai potenti della Terra primi ministri, parlamentari di 68 Paesi, capi religiosi e politici più o meno digitalmente alfabetizzati e lancia un monito sull’intelligenza artificiale. Ma non un monito qualsiasi. Leone, il nuovo pontefice dal tono diretto e dalla mente algoritmica, ci tiene a ricordare che l’AI non è né un oracolo né un demone: è uno strumento, e in quanto tale va governato. Come un bisturi, può curare o uccidere. Dipende dalla mano che lo guida.

Un Papa americano, l’intelligenza artificiale e il ritorno dell’etica industriale

L’applauso dei cardinali, stavolta, non era di rito. Quando il nuovo pontefice americano, Leone XIV, ha parlato di intelligenza artificiale come sfida morale del secolo, più di un porporato ha capito che qualcosa era cambiato. Non solo il nome, evocazione della “Rerum Novarum” e del Leone XIII che sfidò i baroni della seconda rivoluzione industriale. Ma l’intenzione, dichiarata e inequivocabile: porre la Chiesa cattolica come soggetto attivo e regolatore nel caos algoritmico del capitalismo digitale.

È una rivoluzione silenziosa che ha già fatto rumore in America e ne ha parlato in un articolo il WSJ. C’è una distorsione che si insinua sottile, ma potente, nell’interpretazione del pontificato americano di Leone XIV, soprattutto da parte della stampa e dell’analisi USA: la tentazione di leggere ogni parola del nuovo papa come un atto politico in senso stretto, inquadrato nei binari familiari del potere, del lobbying, delle influenze industriali.

L’insediamento di Papa Leone XIV

Un papa americano contro l’economia predatoria: benvenuti nell’era di Leone XIV

Roma, 2025. Inizia con un gesto semplice ma dirompente: il nuovo papa americano, Robert Francis Prevost ora Leone XIV sale sulla papamobile e sorride. Sembra poco, ma quel sorriso sbarazzino di un ex missionario del Perù diventato capo della Chiesa cattolica è già un segnale: cambierà tutto. O almeno ci proverà, mentre osserva dall’alto una piazza San Pietro colma come non accadeva da anni, con 200.000 persone stipate come sardine per assistere a un evento storico. Il primo papa yankee nella storia. E non uno qualunque: un gesuita 2.0 che ha già il vizio di criticare i potenti. Pure quelli di casa sua.

L’algoritmo divino: il nuovo Papa Americano contro l’intelligenza artificiale

Il mondo applaude, scommette, si sorprende: un Papa americano. E pure matematico. Ma ciò che davvero dovrebbe far tremare i polsi ai guru della Silicon Valley non è la bandiera a stelle e strisce issata sopra San Pietro. È la parola intelligenza artificiale, pronunciata con tono grave e impastato d’allerta nella sua prima omelia da regnante della Chiesa.

Il papa del silicio: perché Leone XIV ha scelto l’intelligenza artificiale come bussola del suo pontificato

Di seguito è riportato un altro estratto, pubblicato dal 
Catholic News Service.

La scena sembra scritta da uno sceneggiatore con una predilezione per i paradossi storici: un uomo vestito di bianco, in una delle istituzioni più antiche e conservatrici al mondo, pronuncia una frase che suona come una dichiarazione programmatica di una start-up della Silicon Valley: “ho scelto il nome Leone XIV in riferimento all’intelligenza artificiale e alla nuova rivoluzione industriale”. E invece no, è tutto reale. È successo davvero in Vaticano, nel cuore di un’istituzione millenaria che si ritrova ora a fare i conti con l’algoritmo.

Chi guiderà i peccatori: dopo Francesco, il conclave e l’incognita del prossimo papa

Mentre la bara di Papa Francesco è ancora calda solo nei dibattiti metafisici, la Chiesa cattolica si trova davanti a un bivio di quelli che fanno tremare anche i confessionali più solidi del Vaticano. I cardinali stanno per chiudersi a chiave nella Sistina come in un reality show liturgico per decidere chi sarà il prossimo a indossare la bianca divisa del CEO spirituale di 1,4 miliardi di fedeli. Ma il vero interrogativo che agita sacrestie, think tank teologici e blog conservatori è uno: continuerà sulla strada aperta dal gesuita argentino o arriverà un “revisionista dottrinario” che cancellerà col turibolo anni di riformismo apparente?

Habemus Interregnum: il Vaticano senza papa e il conclave in arrivo

Siamo nel mezzo di un vuoto di potere sacro, una bizzarra sospensione dell’ordine che solo la Chiesa Cattolica può rendere così solenne, ritualizzata e intrisa di fumo – bianco o nero che sia. Dopo la morte di Papa Francesco a sorpresa il Lunedì di Pasqua, è ufficialmente iniziato l’interregnum, termine elegante, colto e latineggiante per definire quello che in fondo è un vuoto di comando. Letteralmente, “tra due regni”: un tempo di mezzo dove il trono è vuoto e tutti aspettano un nuovo re. O, in questo caso, un nuovo papa.

Trump Papa: l’intelligenza artificiale incorona il re della provocazione

Donald Trump è tornato a far parlare di sé e stavolta con un’aura papale. Martedì, interrogato su chi vorrebbe vedere come prossimo pontefice, l’ex presidente ha risposto con la solita faccia tosta: «Mi piacerebbe essere papa. Sarebbe la mia prima scelta». Ma la boutade non è rimasta confinata al teatrino dei giornalisti. Sabato ha alzato il tiro, pubblicando un’immagine – evidentemente generata con l’intelligenza artificiale – che lo ritrae come sommo pontefice in pompa magna: bianco piviale, croce al collo e dito alzato in gesto benedicente o ammonitore, a seconda dell’interpretazione.

Vaticano contro il mondo: le tecnologie israeliane e cinesi per blindare il conclave

Nel piccolo e densamente sorvegliato regno della Santa Sede, il futuro del papato si gioca anche su un terreno molto meno spirituale: quello delle tecnologie di sorveglianza, contro-sorveglianza e guerra elettronica. E se da secoli il conclave è teatro di preghiere, voti segreti e fumate, oggi è anche un laboratorio avanzato di tecnocontrollo. Ma dietro il silenzio vaticano c’è un retroscena geopolitico molto più interessante: per difendersi dai droni, dalle AI di analisi video e dal rischio di leak digitali, il Vaticano si affida a due potenze rivali del mondo tecnologico. Cina e Israele. Ecco il punto.

Le tecnologie israeliane sono probabilmente le più sofisticate tra quelle adottate. Sistemi di RF jamming prodotti da aziende come NSO Group, Rafael e Elbit Systems sono stati segnalati da insider della sicurezza vaticana in collaborazione con contractor europei. Si tratta di soluzioni capaci non solo di bloccare i segnali GPS, WiFi e Bluetooth in zone selezionate, ma anche di identificare e neutralizzare dispositivi non autorizzati basati su radiofrequenza in tempo reale. In pratica, se un drone si avvicina anche solo per errore, viene disorientato e neutralizzato prima che possa inquadrare qualcosa. Stessa sorte per microcamere o microfoni piazzati da insider (e non illudiamoci: il rischio viene considerato reale anche tra i cardinali).

7 maggio i papabili outsider che potrebbero sorprendere: quando il conclave gioca a poker con Dio

Quando si parla di conclave, la parola d’ordine è una sola: imprevedibilità. Altro che algoritmi, analisi geopolitiche o scommesse digitali. Dentro la Cappella Sistina valgono altre leggi, fatte di alleanze improvvise, di “soffi” misteriosi e, soprattutto, di un bisogno disperato di trovare il compromesso giusto. Perché, diciamolo senza ipocrisie clericali, raramente il Papa eletto è il primo nome scritto sulla lista di chi comanda. Più spesso, è quello che mette d’accordo chi si odia di meno.

Ecco perché, accanto ai favoriti Tagle e Parolin, si sta facendo strada una serie di outsider che, secondo diversi analisti e voci di sacrestia, potrebbero emergere come sorpresa di questo Conclave del 2025.

Chi sarà il prossimo Papa il 7 maggio ? Gli algoritmi scommettono su Tagle, ma i mercati puntano su Parolin

La morte di Papa Francesco ha scosso il mondo, e ora, come da tradizione, il Collegio dei Cardinali si prepara a quel rito tanto sacro quanto spietatamente politico: il Conclave. L’evento che, nei prossimi decenni, potrebbe plasmare il volto della Chiesa Cattolica come pochi altri. Mentre i fedeli recitano rosari e invocano lo Spirito Santo per ispirare i cardinali, dietro le quinte si muovono interessi geopolitici, calcoli di opportunità e, sorprendentemente, anche le previsioni delle intelligenze artificiali più sofisticate del pianeta.

In un esperimento che definire “divino” sarebbe eccessivo ma “illuminante” forse no, tredici modelli di intelligenza artificiale avanzata sono stati messi alla prova per rispondere a una domanda semplice quanto temeraria: chi sarà il prossimo Papa? E ancora: chi sarebbe il miglior Papa possibile per traghettare la Chiesa nel prossimo futuro?

Trump e Zelensky si incontrano in Vaticano: tra pace e scambi velenosi

Se pensavate che l’atmosfera di un funerale papale fosse immune dai giochi di potere, vi sbagliavate di grosso. A San Pietro, sabato, nel silenzio imponente della basilica, Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono incontrati brevemente ma intensamente, tra gli sguardi severi dei santi e il peso di un conflitto che non accenna a spegnersi. Non un tête-à-tête qualunque, ma il primo incontro diretto dopo l’accesissimo scontro alla Casa Bianca, quella pièce teatrale che aveva lasciato intendere quanto poco zucchero ci fosse rimasto nei rapporti bilaterali.

Zelensky ha parlato di “un cessate il fuoco incondizionato”, come chi chiede una tregua mentre l’altra parte sta già caricato il fucile. “Speriamo in risultati”, ha detto con quell’ottimismo forzato da leader di un Paese in fiamme. I media ucraini si sono affrettati a diffondere foto di Trump e Zelensky seduti faccia a faccia, entrambi protesi in avanti, in quell’atteggiamento che conosciamo bene: il corpo che dice “ti ascolto” e la mente che urla “quanto manca alla fine di questa farsa?”. Sullo sfondo, come a ricordare l’ineluttabilità di tutto, la bara semplice di legno di Papa Francesco.

Papa Francesco, funerale tra popoli e poteri: l’ultimo show di un mondo in crisi

Papa Francesco è riuscito, persino da morto, a realizzare il suo sogno più grande: mettere insieme l’umanità tutta, dai migranti disperati ai capi di Stato più cinici, davanti a una bara di legno semplice e una parola incisa: Franciscus. Altro che cerimonia sobria. Sabato a San Pietro è andata in scena una rappresentazione globale che ha mischiato spiritualità, diplomazia, ambizione e ipocrisia, in un groviglio che solo il Vaticano sa orchestrare con tanta arte antica.

Circa 250.000 fedeli hanno invaso Piazza San Pietro mentre le autorità contavano almeno altre 200.000 anime riversate lungo via della Conciliazione, in uno dei raduni più oceanici della storia recente. Il feretro, posato su un vecchio papamobile modificato, ha percorso i 4 km che separano il cuore della cristianità dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, accolto da applausi, lacrime e cori di “Papa Francesco” scanditi in decine di lingue. In quel pezzo di strada, il mondo intero sembrava finalmente d’accordo su qualcosa: la gratitudine verso un uomo che aveva fatto della periferia la sua casa.

La morte di Papa Francesco, il cattolicesimo bianco di Trump e il conclave kantiano: la fine dell’algoretica

Il 21 aprile 2025, alle 07:35 CEST, Jorge Mario Bergoglio ha cessato di vivere nella Domus Sanctae Marthae, vittima di un ictus seguito da un collasso cardiocircolatorio irreversibile; alle complicazioni si aggiungevano pregressi episodi di polmonite bilaterale, ipertensione e diabete di tipo II, come attestato dal certificato medico ufficiale rilasciato dal dottor Andrea Arcangeli.

Poche ore dopo, il cardinale camerlengo Kevin Farrell ha dato lettura dell’annuncio al mondo intero, sigillando l’inizio di una veglia pubblica senza precedenti.

Già il 23 aprile la Basilica di San Pietro ha aperto le porte alla camera ardente: una semplice cassa di legno, modello “rinuncia ai fasti”, ha accolto lunghissime file di fedeli, non meno di 20.000 persone tra pellegrini, curiosi e cronisti, disposti in coda sotto il solleone primaverile per rendere omaggio all’ultimo interprete di un papato sempre in bilico tra spirito di servizio e tattiche mediatiche.

L’eco politica non si è fatta attendere: mentre il pontefice giaceva in stato, Donald Trump autorizzava bandiere a mezz’asta negli uffici federali statunitensi e pregustava la passerella romana del 26 aprile.

Foto Financial Times

L’intelligenza Artificiale e la sfida di prevedere il prossimo Papa: un’analisi inconcludente

L’intelligenza artificiale, nonostante il suo crescente potere nel fare previsioni su una vasta gamma di eventi, si è trovata in difficoltà mercoledì nel cercare di prevedere il risultato di un processo che, per sua natura, è notoriamente segreto e imprevedibile: l’elezione di un nuovo Papa da parte dei cardinali cattolici. La morte del Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile, ha dato il via al periodo di lutto per la Chiesa cattolica e, al contempo, all’inizio della corsa per la sua successione. Un gioco di indovinelli in cui si sono cimentati non solo gli insider del Vaticano, ma anche bookmaker e analisti di tutto il mondo, cercando di svelare il mistero di chi potrebbe essere il prossimo Pontefice.

Il giornale francese Agence France-Presse ha deciso di coinvolgere quattro chatbot di intelligenza artificiale, tra cui il celebre ChatGPT di OpenAI e Grok, il sistema sviluppato da Elon Musk, per chiedere loro un parere su chi fossero i papabili più probabili. I risultati sono stati contrastanti, con alcune somiglianze che hanno però fatto emergere una curiosa verità: prevedere l’elezione di un Papa tramite AI è, nella maggior parte dei casi, un esercizio tanto ambizioso quanto fallimentare.

Chi sarà il prossimo vicario di Cristo? Il conclave del 7 maggio dopo la morte di Papa Francesco tra ipocrisie, giochi di potere e aspiranti pontefici

“Un velo di tristezza ci pervade per la morte del caro papa Francesco, ma dal mondo sale un inno di ringraziamento a Dio per il dono di questo successore di Pietro, che ci ha guidati a riscoprire una Chiesa impegnata nel Vangelo della gioia e della misericordia, in cammino tra le strade del mondo e attenta al grido dell’umanità”. Accogliendo l’invito del Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, le Chiese in Italia pregano per Papa Francesco, morto lunedì 21 aprile alle 7.35.

Nel raffinato teatro dell’elezione papale, la massima più sussurrata nei corridoi vaticani è anche la più crudele: Chi entra papa in conclave ne esce cardinale.” Il conclave non è un talk show spirituale, non è un talent ecclesiale. È, almeno in teoria, l’ultimo baluardo di un potere che si pretende sacro, ispirato direttamente dallo Spirito Santo. In pratica? È un ibrido di diplomazia, tradizione, lobbying clericale e un pizzico di marketing morale.

Il funerale di Papa Francesco, morto a 88 anni, non solo chiude un’epoca quella di un pontefice che ha tentato di riformare la Chiesa a colpi di misericordia, piedi sporchi e periferie ma apre la porta alla più spietata partita a scacchi spirituale del pianeta. Chi siederà sul trono di Pietro? Nonostante la narrazione da santuario, c’è già la fila, e il campo è ben affollato. Rivista.AI lo ha chiesto a Divine Algorythm.

Papa Francesco incontra JD Vance: due visioni inconciliabili sull’etica e il destino dell’occidente

Non è un semplice incontro, ma un vero e proprio scontro culturale celato dietro il velo del protocollo. JD Vance, senatore dell’Ohio, fervente sostenitore di Donald Trump e figura simbolo del conservatorismo high-tech con radici nell’America rurale, sbarca a Roma proprio nel giorno del Venerdì Santo. Non per una visita spirituale, ma per un colloquio con Papa Francesco, il pontefice gesuita che ha fatto dell’accoglienza, della misericordia e di un’ecologia integrale il cuore del suo messaggio. Due visioni opposte. Due ethos inconciliabili. Due strade che guardano a futuri diametralmente opposti.

Rivista.AI aveva già fiutato l’odore della polvere da sparo culturale quando, prima ancora che fosse eletto, analizzava l’ascesa di Vance come sintomo dell’intelligenza artificiale populista. Un uomo che si è fatto da sé, partendo da un’America bianca abbandonata, ripulita e poi reinterpretata nel bestseller Hillbilly Elegy, oggi brandisce la fede come un’arma politica. La sua visione etica? Gerarchia, ordine, valori “tradizionali” restituiti con la grazia di un algoritmo impazzito. Niente inclusività, poco perdono, tanta nostalgia per un passato che non tornerà.

𝗦𝘂𝗽𝗲𝗿𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝘆: 𝗟𝗮 𝗦𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗗𝗲𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗜𝗹 𝗖𝗮𝗼𝘀 𝗗𝗲𝗶 𝗗𝗮𝘁𝗶 𝗗𝗶𝗴𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶

Nel mondo odierno, dove le informazioni scorrono a un ritmo travolgente, gestire e organizzare i dati in modo efficace è una sfida comune. La dispersione tra segnalibri, tweet salvati e contenuti web accumulati crea uno spazio digitale ingombrante, riducendo produttività e chiarezza mentale. A peggiorare il problema, trovare rapidamente ciò che serve sembra un’impresa titanica.

Anima digitale: la Chiesa alla prova dell’intelligenza artificiale

Nel cuore del dibattito contemporaneo sull’intelligenza artificiale (IA), la Chiesa cattolica si interroga sul ruolo e l’impatto di queste tecnologie emergenti. Giovanni Tridente, docente alla Pontificia Università della Santa Croce, affronta questo tema nel suo libro Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale, pubblicato da Tau Editrice nel 2022.

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