Il boom della domanda energetica sta spingendo al limite la rete elettrica americana. Complici l’intelligenza artificiale, i centri per i dati e il mining di criptovalute, la richiesta di energia elettrica è balzata negli ultimi anni mettendo a dura prova la rete di trasmissione elettrica con il rischio di innescare una crisi di sistema potenzialmente in grado di minacciare anche la transizione verso l’energia pulita.

Secondo quanto riportato in un articolo del Washington Post, vaste aree degli Stati Uniti rischiano di rimanere a corto di energia. In Georgia, la domanda di energia industriale sta raggiungendo livelli record, con la proiezione di un nuovo utilizzo di elettricità per il prossimo decennio ormai 17 volte superiore a quello registrato solo di recente. In Arizona si prevede che la capacità di trasmissione sarà esaurita prima della fine del decennio e la Virginia del Nord ha bisogno dell’equivalente di diverse grandi centrali nucleari per servire tutti i nuovi data center pianificati e in costruzione. Senza parlare dell Texas, dove la carenza di elettricità è già una routine.

Aziende tecnologiche come Amazon, Apple, Google, Meta e Microsoft così come molte altre aziende meno conosciute sono a caccia di siti per nuovi data center che andranno ad esercitare ulteriori pressioni su una rete già sovraccarica. Senza contare che l’impennata del consumo di energia sta già ritardando la chiusura delle centrali a carbone.

Tenere il passo con la crescita del settore e la conseguente crescente domanda di elettricità da parte dell’Intelligenza Artificiale causerà un aumento delle emissioni di riscaldamento del pianeta, che alcuni stimano poter essere fino all’80%, anche se va detto che proprio i progressi nei sistemi di AI possono contribuire a migliorare il riscaldamento globale.

L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per prevedere la siccità in Africa e in altre zone del pianeta, per monitorare la deforestazione, identificare sversamenti illegali, monitorare gli eventi meteorologici, analizzare i cambiamenti nello scioglimento del giacchio ai poli ma anche gestire in modo più intelligente le città, il traffico urbano, i trasporti, riducendo l’impatto dell’inquinamento.

Con il mondo sulla buona strada per non riuscire a raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5° C, sfruttare l’Intelligenza Artificiale per arginare il cambiamento climatico è, tra le altre, l’enorme opportunità di questa tecnologia.

Secondo il rapporto Accelerating Climate Action with AI di BCG scritto in collaborazione con Google, l’implementazione della tecnologia e della scalabilità dell’intelligenza artificiale ha già dimostrato che le applicazioni dell’intelligenza artificiale per il clima possono ridurre significativamente le emissioni globali di gas serra (GHG). Scalando le applicazioni e le tecnologie attualmente collaudate, l’AI ha il potenziale per sbloccare informazioni che potrebbero aiutare a mitigare dal 5% al ​​10% delle emissioni di gas serra entro il 2030 che inserito nel contesto di cui si parla, equivale alle emissioni totali dell’Unione Europea.

Il tema del ruolo dell’intelligenza artificiale nell’affrontare il cambiamento climatico sarà sicuramente un argomento caldo alla prossima COP29 che si terrà a Baku in Azerbaijan anche se suona un po’ paradossale il fatto che discutere come raggiungere l’obiettivo delle Nazioni Unite di ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 si faccia in un Paese esportatore di combustibili fossili, il cui uso è la principale causa del riscaldamento globale (non che la scelta di Dubai per la COP 28 fosse, dallo stesso punto di vista, tanto oculata). 

Il problema effettivo, tornando al nostro tema principale, è che sebbene l’Intelligenza Artificiale possa essere parte della soluzione al tema del riscaldamento climatico, è essa stessa parte del problema, avendo una propria, significativa, impronta carbonica. Da questo punto di vista è necessario un approccio integrato al problema che coinvolga l’ottimizzazione dei processi tecnici, l’adozione di pratiche sostenibili e l’impegno a livello politico e industriale per promuovere la sostenibilità ambientale che passi non solo dall’azione su larga scala di fonti rinnovabili già disponibili e mature come il solare e l’eolico, ma anche attraverso la ricerca di fonti di energia alternative e pulite come la fusione a confinamento magnetico in grado di rilasciare un’enorme quantità di energia senza emettere gas a effetto serra.


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