Lo ametto mi piace leggere Forbes. L’economia degli Stati Uniti, un tempo sinonimo di solidità e affidabilità, sta mostrando crepe che non si possono più ignorare. La narrativa comune parla di crescita, inflazione sotto controllo e mercati resilienti, ma sotto questa superficie luccicante si accumulano segnali di instabilità sistemica. Applicando la lente di Hyman Minsky, il grande economista che anticipò il crollo del 2008, è possibile riconoscere un pattern preoccupante: periodi di apparente stabilità alimentano comportamenti rischiosi e indebitamento crescente, creando terreno fertile per una crisi futura.
Dal 2021, gli Stati Uniti hanno assistito a un’impennata dei costi del debito federale, quasi triplicati in pochi anni, sottraendo risorse preziose alla spesa pubblica e aumentando il peso degli interessi sul bilancio. Il deficit federale si attesta intorno al 7% del PIL, più del doppio della soglia considerata sana del 3%. Senza interventi correttivi, queste dinamiche suggeriscono che l’economia americana stia ripetendo la traiettoria che Minsky aveva teorizzato: la stabilità incoraggia l’eccesso, l’eccesso genera fragilità, e la fragilità prepara la caduta.