C’era un tempo in cui la persuasione era territorio di spie, di strategie sottili, di analyst con accesso a informazioni riservate. Oggi, la stessa abilità è stata scalata a livello mondiale. Uno studio peer-reviewed pubblicato su Nature Human Behaviour ha dimostrato che GPT-4, conoscendo solo pochi dettagli personali – età, genere, istruzione, orientamento politico è risultato 64% più persuasivo degli umani nei dibattiti dal vivo. Non in pubblicità patinate. Non in titoli clickbait. Ma sul campo crudo del confronto, dove le convinzioni si solidificano, si incrinano e talvolta cambiano.
Per la prima volta, le macchine non si sono limitate a processare informazioni. Hanno superato gli esseri umani nel plasmare le convinzioni. Il colpo di scena? Lo hanno fatto con quasi nessun dato. Ora immagina cosa accade quando questi sistemi banchettano con il nostro “digital exhaust”: ogni like, scroll, esitazione, parola lasciata online diventa materia prima per la persuasione.