La Cina ha deciso che anche le auto straniere possono parlare con voce artificiale. Tesla, Volvo e Mercedes-Benz sono i primi marchi non cinesi a ottenere l’approvazione per inserire chatbot generativi nei propri veicoli. È un gesto che sembra tecnico ma profuma di politica industriale, di equilibrio tra apertura e controllo, di quella raffinata arte cinese di concedere libertà solo quando conviene al sistema. La Cyberspace Administration di Pechino ha registrato il “Mercedes-Benz virtual assistant”, mentre Shanghai ha dato il via libera al Tesla xBot e a Xiao Wo, l’assistente locale di Volvo. Tre nomi diversi per una stessa idea: trasformare l’auto in un terminale AI certificato dal Partito.