Meta ha appena trasformato la fuga dei cervelli in un’escalation da manuale di spionaggio tecnologico senza veli. Quattro pezzi da novanta dell’intelligenza artificiale, compreso il trio fondatore dell’ufficio OpenAI di Zurigo, hanno fatto le valigie e accettato l’invito a nozze di Zuckerberg, che nel frattempo sembra aver abbandonato le formule diplomatiche per passare direttamente a un approccio «buca il cuore e prendi il cervello».
Lucas Beyer, Alexander Kolesnikov e Xiaohua Zhai, nomi che per chi mastica AI sono come rockstar della ricerca, non solo stanno facendo il passaggio da OpenAI a Meta, ma hanno praticamente disegnato la mappa dell’innovazione in Europa per OpenAI fino a ieri. A questo si aggiunge Trapit Bansal, l’architetto dietro il motore di ragionamento o1, quel modello di inferenza che fino a poco fa sembrava il santo graal interno di OpenAI, oggi una pedina mossa in questo gioco di scacchi a scacchi tra i colossi dell’AI.