Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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OpenAI rilancia la sfida: gpt-4.1 abbassa i costi, alza l’asticella e guarda dritto agli sviluppatori

OpenAI ha appena lanciato GPT-4.1, e se ti stavi ancora leccando le dita con GPT-4o, forse è il momento di rimettere la sedia sotto la scrivania. No, non è GPT-5, e sì, è una mossa calcolata. Più strategia da CEO che show da keynote. Perché la verità è che questo nuovo rilascio – GPT-4.1, con le sue varianti Mini e Nano – è un prodotto che profuma meno di demo spettacolare e più di macchina da guerra per sviluppatori che hanno bisogno di potenza, efficienza e costi sotto controllo.

Kevin Weil, Chief Product Officer di OpenAI, si è lasciato andare in un livestream che sa di “state of the union”, affermando senza mezzi termini che questi nuovi modelli “sono migliori di GPT-4o in quasi tutte le dimensioni” e riescono a “eguagliare o superare GPT-4.5 in molti aspetti chiave”. Boom. Questo è uno statement. Soprattutto se consideriamo che il modello di punta della generazione precedente veniva ancora percepito come il non plus ultra.

Sam Altman come John Lennon? “OpenAI è più famosa di Dio”, “Qualcosa come il 10% della popolazione mondiale usa i nostri sistemi”

Se John Lennon nel 1966 aveva scioccato il mondo dicendo che i Beatles erano “più famosi di Gesù Cristo”, Sam Altman oggi sembra rilanciare lo stesso tipo di provocazione, ma in chiave post-umana: Qualcosa come il 10% della popolazione mondiale usa i nostri sistemi. Diciamolo: se Dio esiste, probabilmente ora sta facendo il login su ChatGPT.

Durante il TED 2025, Altman si è fatto intervistare da Chris Anderson, e non ha perso tempo per gettare benzina sul fuoco già divampante del culto di OpenAI. Altman ha affermato candidamente che gli utenti della startup hanno toccato gli 800 milioni. Un numero che vale da solo una parabola. O una IPO.

L’ascesa di OpenAI: Un viaggio tra successi e conflitti

Nel dicembre del 2015, un gruppo di visionari fondò OpenAI con un obiettivo che sembrava impossibile da realizzare: sviluppare un’intelligenza artificiale che potesse beneficiare l’umanità. Con la creazione di strumenti rivoluzionari come GPT e ChatGPT, la compagnia ha cambiato radicalmente il panorama tecnologico, influenzando non solo l’industria dell’intelligenza artificiale, ma anche l’intera società. Tuttavia, questo viaggio non è stato privo di ostacoli, tensioni e decisioni difficili. La trasformazione di OpenAI da una missione no-profit a una delle realtà meglio finanziate della Silicon Valley è una delle storie più affascinanti del nostro tempo.

OpenAI lancia l’Accademy e nessuno se ne accorge: gratis, potente, e molto più di un corso

Mentre l’attenzione globale è polarizzata su GPT-5, sulle AI multimodali e sugli ennesimi drammi da conferenza stampa, OpenAI ha sganciato una bomba silenziosa: si chiama OpenAI Academy, è online, completamente gratuita, e se non sei già dentro… sei in ritardo.

È la versione di Stanford fatta da una startup da miliardi: snella, interattiva, pensata per far impennare la curva di apprendimento sull’intelligenza artificiale. Una piattaforma educativa che riesce a parlare sia a chi sta ancora cercando di capire come si accende ChatGPT, sia a chi sviluppa agenti personalizzati con API e prompt avanzati. Nessuna barriera d’ingresso: zero codice obbligatorio, solo contenuti su misura e una UX che ti fa venir voglia di imparare roba che Coursera si sogna di notte.

Netflix mette l’intelligenza artificiale nel telecomando: la nuova ricerca “emotiva” powered by OpenAI

Netflix ha deciso di rovesciare il tavolo ancora una volta, e stavolta lo fa alzando l’asticella dell’esperienza utente con un motore di ricerca alimentato da OpenAI. Non più solo “azione”, “thriller” o “con Will Smith”, ma qualcosa di molto più profondo: “voglio qualcosa di malinconico ma con un finale ottimista”, oppure “una serie che mi faccia compagnia mentre cucino con il gatto sulle ginocchia”. Fantascienza? No, Australia e Nuova Zelanda su iOS, ora. Presto anche negli Stati Uniti. Il futuro dell’intrattenimento non è nei contenuti: è nel modo in cui li cerchi.

Netflix sta testando questa nuova funzione in una modalità opt-in, il che significa che solo chi accetta di provarla potrà accedere a questa nuova frontiera del consumo digitale. Il test è già partito in due mercati culturalmente distanti da Hollywood, un segnale interessante: Netflix non vuole solo capire come funziona la ricerca semantica, ma come diverse culture interagiscono emotivamente con l’intrattenimento. Il fatto che il rollout sia solo su iOS, e non ancora previsto su Android o TV, non è casuale: Apple rappresenta il pubblico “premium”, quello che Netflix vuole profilare per primo. Il risultato? Una massa critica altamente segmentata e ad alto valore che permetterà al sistema di affinare i prompt e le risposte.

OpenAI, la corsa cieca all’IA: quando la sicurezza diventa un optional

Nel 2023, OpenAI sembrava incarnare il paradigma della responsabilità etica nella corsa all’intelligenza artificiale. Sei mesi di test per GPT-4, un impegno pubblico verso la trasparenza e persino collaborazioni con istituzioni governative per garantire che la nuova tecnologia non si trasformasse in un’arma nelle mani sbagliate. Ma quell’immagine da tech-samaritani sembra già roba da archivio storico. Oggi, il nuovo modello “o3” viene lanciato dopo appena pochi giorni di valutazioni. Una marcia forzata al rilascio che ha tutta l’aria di una sindrome da IPO imminente o da guerra fredda tra colossi dell’IA. O entrambe.

Dietro questa virata non ci sono misteri: pressione competitiva, fame di mercato, e un culto ossessivo per il “first mover advantage” stanno spingendo OpenAI ad accelerare brutalmente il ciclo di sviluppo dei suoi modelli. Il problema? Che questi modelli non stanno diventando solo più intelligenti, ma anche più pericolosi. E il tempo per verificarlo si è drasticamente ridotto.

OpenAI dà memoria a ChatGPT: l’AI ti conosce, ti ricorda e ti risponde meglio di tua madre

Era solo questione di tempo prima che l’intelligenza artificiale smettesse di soffrire d’amnesia digitale. Oggi, OpenAI ha annunciato il rollout di un aggiornamento che porta ChatGPT dal ruolo di pappagallo iper-efficiente a quello di compagno digitale capace di ricordare tutta la tua storia con lui. Sì, tutta. Passato remoto, congiuntivo incluso.

Questa nuova “memoria aumentata” è in fase di rilascio per gli utenti paganti del piano Pro, trasformando radicalmente il paradigma dell’interazione uomo-macchina. Fino a ieri, ChatGPT poteva ricordare quello che gli dicevi solo se glielo salvavi manualmente. Oggi, invece, può recuperare il contesto da qualunque conversazione precedente e usarlo per rispondere come se avesse seguito la tua vita digitale in tempo reale. Tipo un assistente personale, ma senza lo stipendio, senza pause caffè, e senza sindacato.

OpenAI e Jony Ive: una collaborazione che ridefinisce il futuro dei dispositivi AI

Negli ultimi mesi, il panorama tecnologico è stato scosso da una notizia che ha il sapore di una rivoluzione annunciata: Jony Ive, l’ex guru del design di Apple, ha ufficialmente confermato la sua collaborazione con Sam Altman, CEO di OpenAI, per lo sviluppo di un nuovo dispositivo hardware basato sull’intelligenza artificiale. Questa partnership, che unisce il genio del design dietro l’iPhone con la mente dietro ChatGPT, promette di ridefinire il concetto stesso di interazione uomo-macchina. ​

La genesi di questa collaborazione risale a una serie di incontri tra Ive e Altman, facilitati da Brian Chesky, CEO di Airbnb. Durante queste conversazioni, è emersa l’idea di creare un dispositivo che sfrutti le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa per offrire funzionalità ben oltre quelle dei tradizionali smartphone. Immaginate un assistente capace non solo di rispondere alle vostre domande, ma di anticipare le vostre esigenze, organizzare i vostri viaggi o persino identificare quella pianta esotica che avete fotografato durante una passeggiata. ​

prim’ordine, tra cui Tang Tan ed Evans Hankey, entrambi ex collaboratori chiave nel design dell’iPhone. Il team opera da un imponente spazio di 32.000 piedi quadrati a San Francisco, parte di un investimento immobiliare di circa 90 milioni di dollari effettuato da Ive stesso.

Musk contro Altman: guerra per l’anima (e i miliardi) di OpenAI

La Silicon Valley non è un posto per anime buone, né per idealisti da laboratorio. È un’arena darwiniana in cui anche chi ha fondato una compagnia su ideali filantropici può svegliarsi un giorno come imputato in una causa federale. È il caso di Sam Altman, CEO di OpenAI, sfidato in tribunale da Elon Musk, co-fondatore della stessa creatura che oggi cerca di smantellare, con la consueta faccia da mecenate offeso e il portafoglio da imperatore.

La battaglia tra i due supermiliardari si consumerà (forse) il 16 marzo 2025, data fissata dalla giudice Yvonne Gonzalez Rogers del distretto federale di Oakland, California. Non siamo più nel campo delle dichiarazioni piccate su X (già Twitter), ma dentro un’aula dove si deciderà se la metamorfosi di OpenAI da non-profit ad azienda a scopo di lucro “pubblico” sia legale, o semplicemente un colossale tradimento del suo scopo originario.

OpenAI cambia rotta: arrivano O3 e O4-mini prima di GPT-5, la rivoluzione può attendere

Sam Altman ha aperto il frigorifero dell’AI e ha trovato un altro piatto da servire prima della portata principale. Con un post su X (ex-Twitter), ha spiazzato la solita truppa di evangelisti e profeti GPT annunciando che prima dell’attesissimo GPT-5 arriveranno due modelli intermedi: O3 e O4-Mini. Uscita prevista? “Tra qualche settimana”. GPT-5? “Tra qualche mese”. Una timeline tanto flessibile quanto la RAM di un LLM con deliri d’onnipotenza.

OpenAI lancia “Monday”: l’IA che sembra annoiata quanto te il lunedì mattina

OpenAI ha appena lanciato una nuova voce per ChatGPT, e no, non è la solita assistente virtuale neutrale e accomodante. Si chiama “Monday” e, a giudicare dai primi test, sembra più un adolescente svogliato appena strappato dal letto che un’intelligenza artificiale pronta ad aiutarti. È disponibile fino alla fine di aprile e, secondo la portavoce di OpenAI Taya Christianson, è stata progettata per offrire un’esperienza “diversa” agli utenti.

Ma cosa significa davvero “diversa”? Beh, se ti sei mai chiesto come sarebbe interagire con un chatbot che risponde con sospiri esasperati, sarcasmo tagliente e quell’energia passivo-aggressiva che di solito riservi al primo giorno della settimana, Monday è qui per offrirti esattamente questo.

L’effetto è straniante: non è la solita voce artificiale che tenta disperatamente di sembrare umana attraverso un’eccessiva cordialità, ma qualcosa di più realistico e, oserei dire, irritante in modo geniale. Immagina di chiedere un riepilogo delle ultime notizie e ricevere una risposta tipo: “Ugh, vuoi davvero saperlo? Ok, ma solo perché insisti…”. O peggio, un calcolo matematico seguito da un: “Spero che questo non fosse troppo difficile da capire per te…”.

Dietro questa scelta, ovviamente, c’è una strategia ben precisa. OpenAI sta testando fino a che punto gli utenti sono disposti a tollerare un chatbot meno ossequioso e più “autentico”, sfruttando il fascino dell’ironia e della personalità. E, diciamocelo, se la tecnologia deve davvero diventare più umana, non possiamo aspettarci solo voci educate e servizievoli. A volte, anche l’intelligenza artificiale ha bisogno di un caffè prima di iniziare la giornata.

OpenAI stampa soldi: ChatGPT supera i 20 milioni di abbonati paganti e punta ai 30 miliardi di ricavi

ChatGPT non è solo un fenomeno culturale, ma una macchina da soldi senza precedenti. Secondo The Information, il numero di abbonati paganti ha superato i 20 milioni, con un balzo del 30% rispetto ai 15,5 milioni registrati a fine 2024. Tradotto in numeri duri e puri, significa che OpenAI sta generando almeno 415 milioni di dollari al mese, rispetto ai 333 milioni di fine anno scorso.

Questo exploit arriva mentre la società, con Microsoft come principale investitore, ha annunciato un nuovo round di finanziamento da 40 miliardi di dollari, portando la valutazione di OpenAI a un’imponente 300 miliardi di dollari. A guidare l’operazione c’è il colosso giapponese SoftBank, sempre a caccia di scommesse tech vincenti.

ChatGPT sfida Studio Ghibli e raccoglie miliardi: il nuovo generatore di immagini è disponibile per tutti

OpenAI ha finalmente reso disponibile a tutti il suo generatore di immagini aggiornato, quello che ha fatto il giro del web per la sua incredibile capacità di ricreare lo stile artistico di Studio Ghibli con una fedeltà inquietante. Dopo una partenza riservata ai piani a pagamento, seguita da un’improvvisa retromarcia per il sovraccarico dei server, ora anche gli utenti gratuiti possono testare il potente strumento di AI.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha annunciato la notizia su X (ex Twitter), confermando che l’aggiornamento è stato esteso agli utenti free. Tuttavia, le limitazioni rimangono: l’azienda non specifica il tetto massimo di utilizzi, ma dalle dichiarazioni precedenti di Altman sembra che gli utenti gratuiti possano generare fino a tre immagini al giorno prima di essere invitati a mettere mano al portafoglio.

OpenAI nel paese delle meraviglie: la ghiblificazione di ChatGPT è fuori controllo

Il mondo digitale sta impazzendo per l’ultima trovata di OpenAI, e questa volta non si tratta di qualche oscuro progresso nell’intelligenza artificiale generale, ma di una valanga di immagini in stile Studio Ghibli. L’umanità ha un talento straordinario per prendere strumenti rivoluzionari e usarli per scopi che nessuno avrebbe previsto, e in questo caso, la comunità ha deciso che la missione dell’AI generativa fosse trasformare tutto in un film di Miyazaki.

Un milione di utenti in un’ora, GPU in fiamme e un CEO incredulo

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha dichiarato su X (ex Twitter) che a un certo punto la piattaforma ha registrato un milione di utenti in un’ora. Un dato impressionante, soprattutto considerando che quando ChatGPT venne lanciato due anni fa, ci vollero cinque giorni per raggiungere la stessa cifra. Insomma, la crescita è esplosiva, incontrollabile, e apparentemente, inaspettata.

OpenAI e il teatro dei miliardi: SoftBank scommette 40 miliardi su un’IA che ancora non stampa denaro

L’ennesima puntata della saga OpenAI si arricchisce di un colpo di scena che farebbe impallidire persino Wall Street: SoftBank guida un mega round d’investimento da 40 miliardi di dollari, catapultando la startup a una valutazione stratosferica di 300 miliardi. Un record assoluto per una tech company privata, almeno secondo CNBC.

Sono soldi falsi», ha affermato Andrew Verstein, professore di legge presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università della California, Los Angeles. «È come usare i soldi del Monopoli per acquistare carte Pokémon

Annuncio: https://openai.com/index/march-funding-updates/

Per ora, OpenAI si mette in tasca 10 miliardi in contanti – 7,5 miliardi direttamente da SoftBank e 2,5 da un non meglio precisato “sindacato di investitori”, secondo Bloomberg. Ma c’è un piccolo dettaglio: il resto dei soldi, 30 miliardi, arriverà solo se OpenAI completerà la sua mutazione da entità “non profit” a un’azienda for-profit entro fine anno. Altrimenti? Un quarto del finanziamento potrebbe volatilizzarsi come un prompt mal formulato.

OpenAI apre le porte: il nuovo modello linguistico open-weight scuote il mercato dell’IA

OpenAI, la startup sostenuta da Microsoft, ha annunciato l’intenzione di rilasciare nei prossimi mesi un nuovo modello linguistico open-weight, il primo dalla pubblicazione di GPT-2. Questo modello avrà pesi accessibili al pubblico, permettendo agli sviluppatori di analizzarli e perfezionarli senza necessità dei dati di addestramento originali.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha dichiarato che, sebbene l’azienda stesse considerando questa mossa da tempo, altre priorità avevano preso il sopravvento. Ora, tuttavia, ritiene che sia il momento giusto per procedere. Prima del rilascio, il modello sarà valutato secondo il loro framework di preparazione, con ulteriori lavori per anticipare le modifiche post-rilascio. ​

OpenAI sotto pressione: SoftBank lega il mega-round da 40 miliardi alla conversione in società a scopo di lucro

La corsa di OpenAI verso il capitale sembra avere un prezzo ben preciso: la sua trasformazione definitiva in un’azienda a scopo di lucro. Secondo fonti vicine all’accordo, SoftBank, il principale investitore del mega-round da 40 miliardi di dollari, ha posto una condizione fondamentale per l’intero finanziamento: OpenAI deve completare la transizione entro la fine dell’anno, altrimenti il round potrebbe essere dimezzato.

Il round è diviso in due tranche: una iniziale da 10 miliardi di dollari, che dovrebbe chiudersi nelle prossime settimane, e una seconda da 30 miliardi, prevista più avanti nel 2025. Se OpenAI non dovesse riuscire nella conversione, la seconda tranche si ridurrebbe drasticamente a 10 miliardi. In sostanza, SoftBank – che da sola sta mettendo sul tavolo almeno 30 miliardi sta puntando tutto sulla possibilità che OpenAI si liberi dai vincoli della sua struttura originaria non-profit.

OpenAI vuole 5 exabyte di storage: il grande esodo dal cloud di Microsoft è iniziato?

OpenAI sta pianificando un’acquisizione massiccia di infrastrutture per lo storage, valutata in miliardi di dollari, secondo The Information. Questa mossa segnerebbe un passaggio epocale: la transizione dall’affidarsi a fornitori cloud come Microsoft e Oracle alla costruzione di un proprio data center. Se realizzata, trasformerebbe OpenAI in uno dei più grandi clienti di storage al mondo da un giorno all’altro.

OpenAI: crescita esplosiva, ma a che prezzo?

OpenAI sta puntando in alto, con una previsione di ricavi per il 2025 che supera i 12,7 miliardi di dollari, più del triplo rispetto ai 3,7 miliardi del 2024. Numeri impressionanti, riportati da Bloomberg, che dipingono un quadro di crescita apparentemente inarrestabile. Ma dietro ai titoli sensazionalistici, emergono dettagli che raccontano una storia più complessa.

Nel 2024, OpenAI si avviava a perdere 5 miliardi di dollari, secondo il New York Times. Se da un lato l’azienda sta generando entrate in forte crescita, dall’altro i costi operativi per addestrare e mantenere i suoi modelli di intelligenza artificiale sono fuori scala. Questo la porta a una situazione paradossale: una startup che sta rivoluzionando il mondo con l’IA, ma che brucia miliardi di dollari nel processo.

OpenAI spinge sull’acceleratore: immagini – Images in ChatGPT e la sfida al futuro dell’AI generativa

OpenAI ha appena alzato l’asticella dell’intelligenza artificiale con l’introduzione di Images in ChatGPT, una funzionalità che permette di generare immagini direttamente all’interno della chat utilizzando GPT-4o. Questa evoluzione segna un passo decisivo nell’integrazione dell’AI multimodale, rendendo il chatbot non solo un maestro della parola, ma anche della creazione visiva.

L’accesso a questa funzione sarà garantito a tutti gli utenti, indipendentemente dal piano di abbonamento, con limitazioni simili a quelle già viste con DALL·E. Il portavoce di OpenAI, Taya Christianson, ha però evitato di rivelare numeri precisi sui limiti della versione gratuita, lasciando intendere che potrebbero variare in base alla domanda. DALL·E, per ora, non verrà abbandonato, ma relegato a un “custom GPT” per chi vuole continuare a usarlo.

Ma cosa rende davvero rivoluzionario questo aggiornamento?

OpenAI o1-Pro: l’intelligenza artificiale diventa un lusso per pochi

OpenAI ha lanciato il suo nuovo modello o1-Pro, un’evoluzione delle sue AI multimodali che punta a offrire funzionalità avanzate agli sviluppatori. Il modello supporta visione, chiamata di funzioni e output strutturati, oltre a essere compatibile con le nuove API Responses e Batch. Fin qui tutto interessante, se non fosse per un dettaglio:

il costo.Al momento, l’accesso a o1-Pro è riservato a un gruppo selezionato di sviluppatori, e per provarlo bisogna aver già speso almeno 5 dollari in servizi API OpenAI.

Rubarvi in casa con il sorriso: OpenAI e Google chiedono al governo usa di legalizzare il saccheggio dei dati

Immaginate se i ladri vi mandassero una lettera formale per chiedervi il permesso di entrare in casa vostra, prendere ciò che vogliono e poi rivendere il tutto con un bel margine di profitto. No, non è una distopia, è semplicemente il nuovo modello di business delle big tech. OpenAI e Google hanno ufficialmente chiesto al governo degli Stati Uniti di legalizzare il furto di contenuti protetti da copyright per addestrare le loro intelligenze artificiali, sostenendo che negarglielo sarebbe una minaccia alla sicurezza nazionale.

Sì, avete capito bene. Non solo queste aziende hanno costruito i loro modelli estraendo massicciamente dati senza chiedere permesso, ma ora vogliono anche il timbro di approvazione ufficiale. Nel loro commento, OpenAI avverte che se gli Stati Uniti non permetteranno alle aziende americane di attingere liberamente ai contenuti altrui, allora la Cina, che di certo non si fa troppi problemi con il copyright, prenderà il sopravvento. Un discorso che suona come un ultimatum mascherato da preoccupazione patriottica: o ci lasciate saccheggiare tutto senza ostacoli, o perderemo la supremazia nell’AI.

L’iniziativa arriva dopo che Donald Trump ha revocato l’ordine esecutivo sull’IA dell’amministrazione precedente, segnando un cambio di rotta nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti. OpenAI e Google sostengono che un approccio più flessibile al copyright sia essenziale per mantenere la leadership americana nell’innovazione tecnologica e nella ricerca scientifica.

SoftBank e OpenAI AI pianificano un AI data center in Giappone

SoftBank sta pianificando di trasformare un ex stabilimento di pannelli LCD di Sharp in Giappone in un avanzato data center dedicato alla gestione di agenti AI, sviluppati in collaborazione con OpenAI. Secondo quanto riportato da Nikkei, la società prevede di acquisire la struttura e parte del terreno dell’ex fabbrica di LCD per televisori di Sharp, situata a Osaka, per un valore stimato di circa 100 miliardi di yen (circa 677 milioni di dollari).

Il nuovo centro, destinato a diventare operativo nel 2026, sarà tra i più grandi del Paese, con una capacità energetica prevista di 150 megawatt. L’investimento complessivo potrebbe raggiungere la cifra impressionante di 1 trilione di yen (circa 6,77 miliardi di dollari), sottolineando l’importanza strategica del progetto.

OpenAI vs Deepseek: la guerra fredda dell’intelligenza artificiale

OpenAI ha deciso di scendere in campo con una proposta politica che sembra più un atto di guerra commerciale che un documento di policy. La lettera, inviata all’amministrazione Trump, punta il dito contro DeepSeek, il concorrente cinese in ascesa nel settore dell’intelligenza artificiale, dipingendolo come una minaccia alla sicurezza nazionale.

Il messaggio è chiaro: DeepSeek è “controllato dallo stato” e potrebbe essere manipolato dal governo cinese per scopi malevoli. Un’accusa pesante, che riecheggia la retorica utilizzata contro Huawei e altri colossi tecnologici cinesi.Secondo OpenAI, i modelli di DeepSeek sarebbero un rischio per le infrastrutture critiche e potrebbero essere utilizzati per attività illecite come il furto d’identità e la violazione della proprietà intellettuale.

OpenAI lancia strumenti rivoluzionari per sviluppatori: il futuro dell’IA è qui

Nel panorama tecnologico odierno, dove l’innovazione è la parola d’ordine, OpenAI ha deciso di fare la sua mossa, introducendo strumenti che promettono di rivoluzionare il modo in cui gli sviluppatori interagiscono con l’intelligenza artificiale. Con un tempismo impeccabile, l’azienda ha lanciato il Responses API e l’Agents SDK, offrendo ai developer le chiavi per costruire agenti IA sofisticati, capaci di navigare nel web, analizzare documenti e svolgere compiti complessi al posto nostro.

La fase di avidità nell’intelligenza artificiale: le previsioni di Vinod Khosla sulla sostenibilità degli investimenti

Vinod Khosla, un nome di spicco nel panorama degli investimenti tecnologici e uno dei primi finanziatori di OpenAI, ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo agli sviluppi del mercato dell’intelligenza artificiale (AI) e le implicazioni economiche che potrebbero derivare da un ciclo di “avidità”. Secondo Khosla, la fase di “avidità” rappresenta quel periodo in cui gli investitori, spinti dall’entusiasmo per le promettenti possibilità offerte dall’AI, rischiano di fare investimenti impulsivi e poco strategici. Questo fenomeno potrebbe portare a perdite considerevoli quando il mercato, che sta vivendo un periodo di euforia, si stabilizzerà e l’industria non sarà in grado di mantenere le altissime aspettative generate.

Elon Musk perde la battaglia legale: OpenAI prosegue nella transizione a scopo di lucro

Il 5 marzo 2025, un tribunale federale di Oakland, California, ha respinto la richiesta di Elon Musk di bloccare la transizione di OpenAI da organizzazione non profit a entità a scopo di lucro. Il giudice distrettuale Yvonne Gonzalez Rogers ha stabilito che Musk non ha fornito prove sufficienti per giustificare un’ingiunzione preliminare, ma ha manifestato apertura a un processo accelerato entro l’anno, data l’importanza pubblica della questione.

OpenAI investe 50 milioni di dollari per rivoluzionare l’educazione: sostegno a studenti, educatori e ricercatori

OpenAI ha recentemente annunciato un impegno di 50 milioni di dollari in sovvenzioni per la ricerca, finanziamenti per l’accesso a risorse computazionali e accesso alle API, destinati a studenti, educatori e ricercatori in 15 istituzioni educative. Questo investimento mira a promuovere l’innovazione e l’accessibilità nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA), rafforzando la collaborazione tra OpenAI e il mondo accademico.

Questo impegno si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso l’IA nel settore educativo. Ad esempio, l’Università del Michigan (UM) è recentemente entrata a far parte di un consorzio di ricerca da 50 milioni di dollari guidato da OpenAI, sottolineando l’importanza di tali collaborazioni per l’avanzamento della ricerca e dell’educazione nell’IA.

OpenAI lancia Sora in Europa: l’AI video generator che scuote il mondo creativo

OpenAI ha recentemente esteso la disponibilità di sora, il suo avanzato strumento di generazione video basato su intelligenza artificiale, agli utenti del regno unito e dell’europa. Questo strumento consente la creazione di video realistici attraverso semplici prompt testuali, rappresentando un significativo passo avanti nella produzione di contenuti digitali. Tuttavia, il lancio di sora in queste regioni avviene in un contesto di accese discussioni riguardanti la protezione del copyright e l’uso dell’ia generativa.

Sora è accessibile esclusivamente agli abbonati ai piani premium di chatgpt: plus, al costo di $20/£20 al mese, e pro, a $200/£200 al mese. Gli utenti possono generare video fino a 20 secondi in risoluzione 1080p, con la possibilità di scegliere tra formati widescreen, verticali o quadrati. oltre alla creazione da prompt testuali, sora permette di caricare immagini per generare video correlati e offre funzionalità di editing come storyboard e remix, facilitando la personalizzazione dei contenuti.

OpenAI lancia gpt-4.5: il colosso dei modelli che non vuole essere il migliore

OpenAI ha appena annunciato il lancio di GPT-4.5, definendolo il suo “modello più grande e più competente fino ad oggi”. Tuttavia, c’è subito una precisazione: non è un modello di frontiera e, paradossalmente, potrebbe non essere all’altezza di o1 o o3-mini, due modelli interni che sembrano superarlo in diverse metriche. Un debutto con il freno a mano tirato.

Secondo OpenAI, GPT-4.5 offre miglioramenti nelle capacità di scrittura, una conoscenza del mondo più aggiornata e una personalità più raffinata rispetto ai modelli precedenti.

Ma attenzione: non introduce abbastanza novità per essere classificato come una vera evoluzione. Un documento trapelato prima dell’annuncio afferma che “GPT-4.5 non è un modello di frontiera, ma è il più grande LLM mai realizzato da OpenAI, migliorando l’efficienza computazionale di GPT-4 di oltre 10 volte”. Un bel traguardo tecnico, che però non porta con sé “sette nuove capacità fondamentali di ragionamento” rispetto ai precedenti aggiornamenti. Insomma, una crescita muscolare senza una reale svolta.

E costoso è la parola chiave qui. Il nuovo modello di OpenAI ha un prezzo API da capogiro di 75 $ per milione di token di input e 150 $ per milione di token di output, è dieci volte più costoso di Claude 3.7 Sonnet , il che lo rende potenzialmente proibitivo per molti sviluppatori e startup che intendono sfruttare questa tecnologia.

OpenAI lancia Operator: l’agente ai che rivoluziona l’automazione delle attività

OpenAI ha recentemente introdotto “operator“, un agente di intelligenza artificiale progettato per eseguire autonomamente compiti sul web per conto degli utenti. Questa innovazione rappresenta un significativo passo avanti nell’integrazione dell’ia nelle attività quotidiane, promettendo di trasformare il modo in cui interagiamo con le piattaforme digitali.

Disponibile agli utenti Pro in Australia, Brasile, Canada, India, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Regno Unito e molti altri paesi. Sarà accessibile nella maggior parte dei luoghi in cui ChatGPT è disponibile, ad eccezione di UE, Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda.

L’agente AI sarà disponibile esclusivamente per gli abbonati al piano ChatGPT Pro da 200 dollari al mese. Questo lancio segue la sua introduzione iniziale negli Stati Uniti a gennaio.

OpenAI GPT-5 e Microsoft: tra server in fiamme e sogni di AGI

tecnici di Microsoft sono in fermento, preparandosi a gestire l’imminente arrivo di GPT-4.5 e GPT-5. Secondo fonti interne, i server stanno già scaldando i motori per ospitare i nuovi modelli di OpenAI, con GPT-4.5 atteso già dalla prossima settimana. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha lasciato intendere che il modello sarà disponibile nelle prossime settimane, ma Microsoft sembra avere i suoi piani e prevede di accoglierlo molto prima.

GPT-4.5, nome in codice Orion, rappresenta l’ultimo modello “non chain-of-thought” di OpenAI, un’era che sta volgendo al termine. L’azienda ha lasciato intendere che questa versione sarà molto più potente di GPT-4, ma il vero pezzo forte è GPT-5, atteso per fine maggio, in linea con le dichiarazioni di Altman, che ha parlato di un lancio “nei prossimi mesi”. Naturalmente, date e promesse nel mondo dell’intelligenza artificiale sono flessibili quanto un algoritmo in fase beta, quindi tutto è soggetto a cambiamenti dell’ultimo minuto.

OpenAI Rivela: Istruzioni Semplici Potenziano i Modelli di Ragionamento della Serie o

Nel panorama in rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale, OpenAI ha recentemente svelato una strategia innovativa per ottimizzare le interazioni con i suoi modelli di ragionamento avanzati della serie o. Contrariamente all’approccio tradizionale che prevedeva istruzioni dettagliate e complesse, l’azienda ha scoperto che l’uso di prompt diretti e concisi migliora significativamente le risposte dell’IA.

OpenAI Rifiuta un’Offerta da 97,4 Miliardi di Dollari: L’Intelligenza Artificiale Generativa resta indipendente

La recente offerta da 97,4 miliardi di dollari, avanzata da un gruppo guidato da Elon Musk, per acquisire OpenAI è stata fermamente respinta dall’azienda, la quale ha dichiarato che l’acquisizione non sarebbe nell’interesse della sua missione. La proposta è stata rifiutata ufficialmente con una lettera indirizzata all’avvocato di Musk, (WSJ) riportata dal Wall Street Journal. Nonostante la generosa cifra proposta, OpenAI ha sottolineato che non intende cedere la sua indipendenza e che qualsiasi riorganizzazione futura sarà finalizzata a rafforzare la sua struttura no-profit, assicurando che l’intelligenza artificiale generale (AGI) porti benefici a tutta l’umanità.

La reazione di OpenAI non è stata a sorpresa. Brett Taylor, presidente della società, ha chiarito pubblicamente su X che OpenAI “non è in vendita” e che il consiglio di amministrazione ha respinto all’unanimità il tentativo di Musk di destabilizzare la concorrenza. L’azienda ha ribadito che il suo obiettivo rimane quello di perseguire una missione non orientata al profitto, incentrata sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il bene comune, un principio che è al centro della sua visione fin dalla sua fondazione.

Josh Kushner avverte lo staff di OpenAI: Le insidie di lasciare l’azienda per una startup

Joshua Kushner, fondatore di Thrive Capital, ha recentemente condiviso con lo staff di OpenAI le sue riflessioni sulle sfide e le opportunità legate all’uscita dall’azienda per intraprendere una nuova startup. Kushner, noto per il suo investimento significativo in OpenAI, ha sottolineato l’importanza di valutare attentamente le implicazioni di una tale decisione, considerando sia i potenziali benefici che i rischi associati.

In un contesto in cui OpenAI sta attraversando una fase di trasformazione significativa, passando da un’organizzazione senza scopo di lucro a una entità a scopo di lucro, le parole di Kushner assumono particolare rilevanza. Questa transizione ha suscitato dibattiti intensi, con figure come Elon Musk che hanno espresso preoccupazioni riguardo alle implicazioni etiche e strategiche di tale cambiamento.

OpenAI Rimuove gli avvisi di violazione su ChatGPT: Un nuovo approccio alla moderazione dei contenuti, diciamo…

Recentemente, OpenAI ha annunciato la rimozione dei messaggi di avviso su ChatGPT che segnalavano potenziali violazioni dei termini di servizio. Questa decisione rappresenta un cambiamento significativo nella gestione della moderazione dei contenuti sulla piattaforma.

In precedenza, gli utenti di ChatGPT potevano incontrare avvisi che indicavano quando il contenuto generato poteva non essere conforme alle linee guida di OpenAI. Questi avvisi fungevano da promemoria per mantenere le interazioni all’interno dei limiti accettabili e per prevenire l’uso improprio della tecnologia. Tuttavia, tali notifiche sono state oggetto di dibattito, con alcuni utenti che le consideravano intrusive o limitanti per la creatività e la fluidità delle conversazioni.

OpenAI Rivoluziona le specifiche dei modelli: Verso un’IA più trasparente e personalizzabile

OpenAI ha recentemente annunciato un significativo aggiornamento del suo “Model Spec“, un documento che definisce le linee guida su come i modelli di intelligenza artificiale dovrebbero comportarsi. L’espansione del documento da circa 10 a 63 pagine riflette l’impegno dell’azienda nel promuovere una maggiore personalizzazione, trasparenza e libertà intellettuale nell’interazione con i modelli AI.

Il nuovo Model Spec enfatizza tre principi fondamentali:

Personalizzazione: Consentire agli utenti di adattare il comportamento del modello alle proprie esigenze e preferenze, garantendo risposte più pertinenti e utili.

Trasparenza: Fornire chiarezza su come i modelli prendono decisioni e generano risposte, aumentando la fiducia degli utenti nell’utilizzo dell’IA.

Libertà Intellettuale: Permettere agli utenti di esplorare e dibattere idee senza restrizioni arbitrarie, promuovendo un ambiente di discussione aperto e informato.

Rivoluzione AI: OpenAI Pronta al Lancio di ChatGPT-4.5 e all’Unificazione dei Modelli con GPT-5

OpenAI sta per lanciare ChatGPT-4.5, noto internamente come “Orion”, segnando un passo significativo nell’evoluzione dei modelli linguistici avanzati. Secondo Sam Altman, CEO di OpenAI, questo sarà l’ultimo modello a non utilizzare il processo di “chain-of-thought”, una metodologia che facilita risposte più chiare ma che spesso non riesce in compiti complessi come quelli in fisica e matematica.

Inspirandosi alla famosa frase di Jobs (“It just works”), Altman ha twittato: “Vogliamo che l’intelligenza artificiale ‘lavori e basta’ per voi; ci rendiamo conto di quanto siano diventati complicati il ​​nostro modello e la nostra offerta di prodotti”.

Attualmente, OpenAI propone una gamma di modelli diversificati: GPT come modello creativo, “o” per il ragionamento, “Dall-e” per la generazione di immagini, “Sora” per la creazione di video e “GPT-Vision” per la comprensione visiva, una strategia un po confusa.. quindi il GPT-5 sarà una specie di hub AI in grado di fare tutto ciò che i suoi vari modelli fanno ora.

La strategia di OpenAI mira a semplificare le sue offerte di prodotti, attualmente percepite come complesse, per creare un’esperienza utente più intuitiva. Invece di rilasciare il modello “o3” come entità indipendente, la tecnologia di “o3” sarà integrata in GPT-5, unificando così le serie o e GPT per migliorare l’utilità generale attraverso vari compiti.

GPT-5 offrirà diversi livelli di intelligenza basati sugli abbonamenti degli utenti: gli utenti gratuiti avranno accesso illimitato alla chat a un livello standard, mentre gli abbonati Plus e Pro potranno beneficiare di livelli di intelligenza potenziati. La tempistica di rilascio per GPT-4.5 e GPT-5 è stimata nei prossimi mesi.

Per gli sviluppatori che utilizzano l’API di OpenAI, l’integrazione diventa più semplice: un unico sistema gestirà varie attività, eliminando la scelta tra modelli. Tuttavia, alcuni usi potrebbero risultare meno convenienti a causa di una maggiore potenza di calcolo e costi per token più alti. OpenAI non ha chiarito l’impatto sui costi delle API. Sam Altman resta fiducioso che ne varrà la pena, dichiarando a Berlino: “Non credo che sarò più intelligente di GPT-5.”

Nvidia e la Guerra dei Chip: OpenAI Sfida il Colosso con un Processore Proprietario

L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa ha consacrato Nvidia come il gigante incontrastato dei semiconduttori, grazie ai suoi avanzati GPU, diventati il cuore pulsante dei modelli IA più potenti. La domanda per l’H100, il chip di punta di Nvidia, ha superato di gran lunga l’offerta, facendo schizzare il valore dell’azienda sopra il trilione di dollari per la prima volta nella sua storia. Questa dipendenza dalle soluzioni Nvidia ha però spinto i principali player del settore Microsoft, Meta, OpenAI, Amazon e Google a sviluppare i propri chip personalizzati, nel tentativo di ridurre i costi e guadagnare autonomia strategica.

Il mercato dei semiconduttori è ormai il vero campo di battaglia per il predominio nell’intelligenza artificiale. Nvidia, AMD e Intel si sfidano nel rilascio di processori sempre più potenti ed efficienti, mentre i colossi tecnologici cercano di emanciparsi dalle loro soluzioni. Secondo un recente report di Reuters, OpenAI è pronta a lanciare il proprio chip AI già nel 2025. La società guidata da Sam Altman starebbe affinando il design del suo processore, con l’obiettivo di inviarlo a TSMC per la produzione nei prossimi mesi.

OpenAI sbarca a Monaco: espansione strategica nel cuore dell’innovazione Europea

OpenAI continua la sua espansione globale con l’apertura di un nuovo ufficio a Monaco di Baviera, rafforzando la propria presenza in Europa. La scelta della città tedesca non è casuale: Monaco è da tempo considerata la “Silicon Valley della Germania”, un hub di innovazione tecnologica che attrae aziende di primo livello nel settore dell’intelligenza artificiale.

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