Nei corridoi dell’innovazione, l’annuncio TX-GAIN dà un sobbalzo: il MIT, per bocca del suo Lincoln Laboratory Supercomputing Center (llsc), proclama un traguardo che pare uscito da un sogno da nerd. Un sistema “next-generation” destinato non ai giochi, ma al cervello artificiale, capace di 2 quintilioni di operazioni al secondo e già consacrato come il supercomputer ai accademico più potente degli Stati Uniti.

Non è solo un’auto­celebrazione da istituto prestigioso. Dietro il nome TX-GAIN (Tx-Generative AI Next) c’è una visione: un’AI che non si limita a riconoscere immagini, classificare dati, predire valori. Vuole generare — contenuti, strutture, simulazioni, modelli in contesti che vanno dalla fisica avanzata alla biologia, dalla difesa alla meteorologia.