Se sbatti le palpebre, potresti perdere i cambiamenti epocali che stanno accadendo nel mondo del quantum. Questa settimana, il quantum computing non ha avuto freni, con numerosi progressi che spingono i limiti di ciò che è possibile. Da macchine con un numero record di qubit a ricerche rivoluzionarie nel networking quantistico e nella crittografia, il ritmo dell’innovazione nel settore sta accelerando a un tasso straordinario. E proprio quando pensavi che le cose non potessero diventare più entusiasmanti, la Spagna, un po’ in ritardo rispetto ad altri, ha finalmente deciso di prendere sul serio le sue ambizioni quantistiche.

Il Salto Quantico del Giappone con una Macchina da 256-Qubit

Il Giappone ha fatto notizia questa settimana con la presentazione di una macchina quantistica da 256 qubit. Sebbene sia ancora lontano dai 1.000+ qubit che alcuni dei principali attori nel settore quantistico stanno puntando, il traguardo del Giappone è significativo per diversi motivi. In primo luogo, dimostra l’impegno crescente del paese nelle tecnologie quantistiche e la sua capacità di competere a livello globale. In secondo luogo, è un altro segnale che la corsa ai qubit si sta intensificando, con ogni nazione e azienda che lotta per spingere i limiti dell’hardware quantistico. Lo sviluppo del Giappone è anche un chiaro segnale che il quantum computing non è più dominio esclusivo della Silicon Valley e di altri hub tecnologici; i paesi di tutto il mondo stanno ora investendo risorse in questa tecnologia trasformativa.

Il Registro a 506 Atomi di Pasqal: Una Nuova Pietra Miliare nel Quantum Computing

Nel frattempo, Pasqal, la startup di quantum computing che si sta facendo un nome nel settore, ha perfezionato un registro quantistico a 506 atomi. Questo è un altro risultato impressionante che segna una pietra miliare nelle capacità di gestione degli stati quantistici. Mentre molte aziende puntano a superare i limiti della scala dei qubit, il lavoro di Pasqal con gli atomi sottolinea una via alternativa che potrebbe avere applicazioni straordinarie nel migliorare la stabilità e la precisione dei sistemi quantistici. L’approccio di Pasqal rappresenta una sperimentazione fondamentale che potrebbe accelerare il percorso verso sistemi più robusti e scalabili.

La Cina: La Criptografia Quantistica Come Assalto Al Futuro

Nel frattempo, la Cina continua la sua offensiva sulla crittografia quantistica. Con il governo cinese che spinge fortemente sull’adozione della crittografia quantistica come strumento di sicurezza nazionale, non c’è dubbio che la Cina stia cercando di acquisire un vantaggio decisivo nella protezione dei dati sensibili. La crittografia quantistica, che sfrutta i principi della meccanica quantistica per proteggere i dati in modo che non possano essere intercettati o decifrati senza alterare lo stato del sistema, è un settore in rapida crescita. Con i progressi in questo campo, la Cina sta preparando il terreno per una nuova era nella sicurezza informatica.

Chattanooga: La Prima Città Commerciale Quantistica

Nel cuore degli Stati Uniti, IonQ e EPB stanno rendendo Chattanooga la prima città commerciale quantistica al mondo. Questo è un passo fondamentale non solo per la città ma anche per l’industria nel suo complesso, in quanto dimostra che la commercializzazione del quantum computing sta diventando una realtà tangibile. L’iniziativa mira a sfruttare la potenza del quantum per risolvere sfide economiche, sanitarie e industriali, posizionando Chattanooga come un faro di innovazione tecnologica. Il progetto prevede anche la formazione di professionisti altamente qualificati, creando una pipeline di talenti che alimenterà l’ecosistema quantum in crescita.

Il “Quantum Moonshot” del New Mexico

Anche il New Mexico ha deciso di fare la sua mossa nel mondo del quantum, lanciando un’iniziativa chiamata “Quantum Moonshot”. Con l’ambizione di diventare un centro leader per la ricerca quantistica, questo progetto mira a portare la scienza del quantum a nuovi livelli, facendo leva su partnership con università, aziende tecnologiche e istituti di ricerca. Il “Quantum Moonshot” ha l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di soluzioni quantistiche pratiche, non solo per la tecnologia ma anche per applicazioni in ambito sanitario, energetico e scientifico.

Picasso Supercarica le Pipeline Quantistiche

Un altro sviluppo interessante riguarda la ricerca che sta supercharging le pipeline quantistiche con Picasso. Questo nuovo approccio promette di ottimizzare l’elaborazione dei dati quantistici, facilitando la trasmissione e la gestione delle informazioni in sistemi complessi. Con l’aumento della quantità di dati che i computer quantistici devono processare, soluzioni come Picasso potrebbero fare la differenza, riducendo i tempi di calcolo e migliorando l’efficienza complessiva dei sistemi.

Berkeley Lab: Una Rivoluzione Silenziosa nel Networking Quantistico

Nel frattempo, al Berkeley Lab stanno silenziosamente, ma efficacemente, rivoluzionando il networking quantistico e la riduzione del rumore. La ricerca in corso mira a creare reti quantistiche più stabili e a risolvere uno dei principali ostacoli all’adozione di massa del quantum computing: il rumore. Le reti quantistiche, che potrebbero connettere computer quantistici e sensori attraverso lunghe distanze, sono fondamentali per lo sviluppo di un’infrastruttura quantistica globale. Ridurre il rumore nelle comunicazioni quantistiche è cruciale per garantirne l’affidabilità e la sicurezza.

La Spagna Si Fa Seria Sul Quantum

E infine, una notizia che ha reso molti felici: la Spagna ha deciso di prendere sul serio il quantum computing, presentando un piano nazionale per le tecnologie quantistiche. Dopo anni di formazione dei migliori scienziati, la Spagna non solo li invierà nel mondo ma ora intende anche fare sul serio a casa propria. Il piano include investimenti in ricerca e sviluppo, creazione di infrastrutture per il quantum computing, e l’obiettivo di diventare un polo europeo di riferimento per la tecnologia. In altre parole, dopo la siesta, la Spagna sta finalmente entrando nel gioco per fare la sua parte nel plasmare il futuro del quantum.

La settimana si è conclusa con una sferzata di progresso, e se questa è solo la punta dell’iceberg, è chiaro che il futuro del quantum è più vicino e affascinante che mai.


Come l’intelligenza artificiale di Emory e Yale sta trasformando la fisica quantistica in fast food scientifico

Quando due tra le più prestigiose università americane, Emory e Yale, decidono di mettere insieme i loro cervelli e una valanga di dollari pubblici e militari, non possiamo aspettarci qualcosa di banale. Ed eccoci qui, a parlare di un’innovazione che, se sei un purista della fisica, potrebbe farti storcere il naso tanto quanto l’ananas sulla pizza: un’intelligenza artificiale capace di sostituire mesi, se non anni, di faticosi esperimenti di laboratorio con pochi minuti di calcoli brillanti e spietati.

Il cuore dell’invenzione è un algoritmo di machine learning basato su una tecnica sofisticata chiamata domain-adversarial training, già utilizzata dalle auto a guida autonoma per non finire in un burrone al primo incrocio. Questo modello non solo comprime le fasi sperimentali, ma riesce anche a individuare quelle elusive e maledette transizioni di fase che tengono svegli la notte i fisici della materia condensata. E lo fa, attenzione, partendo da una quantità ridicola di dati sperimentali: in pratica, gli bastano gli avanzi del buffet per preparare una cena stellata.

In un elegante balletto tra simulazione e realtà, l’IA combina enormi dataset sintetici con frammenti veri di dati di laboratorio, riuscendo a interpretare i segnali spettrali con una precisione da far impallidire l’ego di qualunque scienziato: quasi il 98% di accuratezza. Il trucco? Le famose domain-adversarial neural networks (DANNs), un nome che suona più come un’arma da supervillain che come una tecnologia seria, ma che in sostanza permette al modello di “pensare” in maniera flessibile tra ambienti differenti. Il che, tradotto in termini pratici, vuol dire che funziona su sistemi diversi senza dover essere ricostruito da zero ogni volta, come un iPhone senza bisogno di aggiornamenti annuali.

I cuprati superconduttori, quei materiali esotici che promettono di rivoluzionare tutto ma da decenni sembrano più una leggenda che una tecnologia industriale, sono stati il banco di prova. E l’IA ha fatto quello che molti ricercatori non riescono nemmeno a sognare: ha individuato le transizioni di fase direttamente dentro il gap energetico, bypassando con nonchalance tutti i limiti delle tecniche tradizionali. Come dire, ha trovato il tesoro senza nemmeno aver bisogno della mappa.

Un altro piccolo dettaglio – ma fondamentale – è che questa IA non è una black box da stregoni: i suoi criteri decisionali sono trasparenti. Questo significa che gli scienziati possono effettivamente capire perché il modello prende certe decisioni, evitando di affidarsi a un oracolo digitale cieco. Senza questo livello di interpretabilità, l’intero sforzo sarebbe stato scientificamente inutile o, peggio, motivo di guerra di religione accademica.

A supportare questa impresa ci sono nomi pesanti: il Dipartimento dell’Energia USA, la National Science Foundation, la US Air Force Office of Scientific Research (sì, quelli che amano vedere dove possono arrivare le nuove tecnologie prima che lo facciano i nemici) e il Provost di Yale. Quando vedi certi sponsor, capisci che qui non si sta parlando di una cosetta carina da pubblicare su Nature per fare curriculum: il gioco è alto, altissimo.

Se il metodo manterrà le promesse, potremmo essere a un passo da una vera rivoluzione nella scoperta di nuovi materiali, in particolare i famigerati superconduttori ad alta temperatura. Quegli stessi materiali che, se mai diventeranno commerciabili, cambieranno per sempre la trasmissione di energia, il calcolo quantistico e un pezzo enorme dell’economia globale. Tutto questo eliminando quella perdita di tempo cronica chiamata “trial and error”, che da secoli accompagna la scienza come un parassita inevitabile.

Vuoi sapere la verità? Questa storia è l’ennesima conferma che, nel futuro, l’intelligenza naturale sarà sempre più una voce fuori dal coro. L’unico lusso che ci rimarrà sarà raccontarla con cinismo, mentre i modelli neurali raccolgono i Nobel.

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