Chi avrebbe mai pensato che un giorno ci saremmo trovati a fare il tifo per le etichette discografiche? Quelle stesse entità che per decenni hanno succhiato linfa vitale da artisti giovani e ingenui con contratti da usuraio, quelle che hanno trasformato la musica in un prodotto finanziario prima ancora che artistico. Eppure, in un colpo di teatro degno di un concept album psichedelico, eccoci qui: con le major come gli ultimi baluardi contro lo tsunami dell’intelligenza artificiale generativa che minaccia di trasformare tutta la produzione creativa in una discarica algoritmica. Complimenti Silicon Valley, hai fatto sembrare Warner Music un alleato. Non era facile.