Meta ha appena inserito Robby Starbuck come consulente per “affrontare” il bias ideologico e politico della sua AI, ma la storia è più succosa di quanto sembri in superficie. Non è il classico annuncio corporate sulla trasparenza. Qui abbiamo un attivista conservatore che ha già messo in ginocchio programmi di Diversity, Equity e Inclusion in aziende come Tractor Supply, John Deere e Harley-Davidson, e che adesso ottiene un ruolo ufficiale nella definizione di come un colosso tecnologico calibra il cervello delle proprie macchine conversazionali. L’innesco è stato un errore di Meta AI che lo aveva collegato falsamente all’assalto del 6 gennaio e a QAnon, errore amplificato sui social da un dealer Harley. Da lì, un’azione legale, un accordo e una narrativa che si allinea perfettamente con l’ordine esecutivo di Trump per rendere l’AI “meno woke”.
Quello che sembra un caso personale si trasforma in un precedente industriale. Se un individuo riesce a piegare la strategia AI di Meta su questioni di bias politico, cosa succede quando le elezioni si avvicinano e i bot iniziano a generare contenuti con un orientamento sottile ma costante? Starbuck ha detto che la questione può “causare molti problemi all’intero settore”, e che Meta e lui “vogliono essere leader” nella soluzione. Ma la leadership in un tema così scivoloso non è un concetto neutro. Significa riscrivere le definizioni operative di imparzialità, decidere quali dataset vanno corretti e quali invece “non rappresentano bias, ma realtà”.
Questa mossa si innesta in una catena di eventi legali che hanno già sfidato il concetto stesso di diffamazione nell’era AI. Il caso di Mark Walters contro OpenAI, chiuso a favore della società, ha mostrato quanto sia difficile dimostrare che un chatbot possa realmente diffamare secondo le attuali regole giuridiche. Ma Meta non ha aspettato la sentenza: ha pagato, ha sistemato e ha integrato nella propria governance una figura con un’agenda ideologica chiara. Il che significa che la prossima volta che qualcuno parlerà di “algoritmo neutrale” in un’azienda Big Tech, probabilmente starà recitando una battuta di marketing, non descrivendo la realtà.
Articolo originale: https://www.wsj.com/tech/ai/meta-robby-starbuck-ai-lawsuit-settlement-6c6e9b0a?mod=tech_lead_pos5