Google sta mettendo in pratica una delle trasformazioni più radicali del suo modello organizzativo negli ultimi anni, riducendo i ruoli manageriali del 35% per team piccoli e promuovendo l’adozione massiva dell’intelligenza artificiale tra i dipendenti. L’azienda non parla più solo di prodotti intelligenti, ma di strutture aziendali intelligenti, dove l’automazione sostituisce la supervisione umana e i manager diventano meno centrali nelle decisioni quotidiane. Nell’ultimo anno, più di un terzo dei manager che seguivano team di tre persone o meno sono stati eliminati, segnalando un cambio di paradigma: Google punta a una struttura più piatta e a una maggiore velocità decisionale.
I tagli manageriali non sono un gesto simbolico. Brian Welle, vicepresidente di People Analytics and Performance, ha dichiarato internamente che la misura riflette la volontà di creare operazioni più snelle, riducendo la supervisione ridondante e accelerando i processi decisionali. L’azienda vuole un ambiente in cui le decisioni vengano prese più rapidamente, senza passare attraverso catene gerarchiche complesse. La riduzione dei livelli di direttore e vicepresidente, già calati del 10% alla fine del 2024, indica che il processo di snellimento riguarda l’intera struttura manageriale, non solo piccoli team selezionati.
L’intelligenza artificiale diventa così il nuovo “manager invisibile”. I dipendenti sono incoraggiati a integrare strumenti AI nei flussi di lavoro quotidiani: dalla gestione di attività ripetitive alla supervisione automatizzata dei progetti. Google punta a spostare parte della responsabilità decisionale e operativa sulle macchine, riducendo i costi generali e aumentando l’efficienza. In pratica, l’AI diventa il collante che mantiene coesi team più piccoli e snelli, mentre i manager tradizionali perdono centralità.
Non è un fenomeno isolato. Anche altre Big Tech, come Microsoft, stanno livellando le proprie strutture organizzative per ridurre i costi e rendere i processi più agili. Questa tendenza riflette un riallineamento del settore, dove l’obiettivo non è solo innovare tecnologicamente ma anche ripensare radicalmente il modo in cui le aziende prendono decisioni, coordinano team e allocano risorse. L’adozione dell’AI come sostituto parziale della supervisione manageriale apre scenari senza precedenti nel lavoro del futuro.
L’importanza di questa mossa è più profonda di quanto sembri a prima vista. Sostituendo livelli di middle management con flussi di lavoro automatizzati, Google mostra un modello di business in cui il valore non risiede più nella gerarchia umana, ma nella capacità di integrare macchine intelligenti nel tessuto operativo. Si tratta di un precedente che potrebbe estendersi ben oltre la Silicon Valley, ridefinendo ciò che significa “lavorare in un’azienda” nel XXI secolo. Le implicazioni culturali sono altrettanto notevoli: il posto di lavoro diventa più piatto, più dipendente da algoritmi, e meno vincolato alla gestione tradizionale dei dipendenti.
Fonti: comunicato interno di Google, interviste a Brian Welle, Vicepresidente People Analytics and Performance, agosto 2025.