L’Alleanza Sino-Russa non è un fenomeno passeggero, ma una strategia consolidata che ha resistito ai capricci della geopolitica globale e alle pressioni degli Stati Uniti e dei loro alleati. Durante l’incontro di alto profilo tra Xi Jinping e Vladimir Putin a Pechino, il presidente cinese ha sottolineato che i legami bilaterali rappresentano “un modello di relazioni interstatali, amicizia eterna e cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti”, un elogio che sembra rivolto più a Washington che a Mosca.

I due leader non si sono limitati ai rituali diplomatici. Xi ha chiarito l’intenzione della Cina di mantenere stretti rapporti a livello politico e di coordinare posizioni su questioni considerate “core interest” di ciascun Paese. Tradotto dal politichese, significa che Pechino è pronta a difendere Mosca da qualsiasi pressione esterna e a ribaltare l’ordine globale a favore di una multipolarità più equa. In pratica, Cina e Russia vogliono dimostrare che la supremazia occidentale non è l’unica possibile.

L’incontro, accompagnato da un sontuoso banchetto a Zhongnanhai, si inserisce nel contesto più ampio dello Shanghai Cooperation Organisation summit a Tianjin, dove Putin ha aggiornato Xi sugli ultimi sviluppi dei rapporti con gli Stati Uniti, inclusi i dialoghi con Donald Trump. La Cina propone la Global Governance Initiative come quadro alternativo per un ordine internazionale “più giusto ed equo”, un concetto che suona audace quando proveniente da Pechino, tradizionalmente silenziosa nelle strategie multilaterali.

Il messaggio di Xi è chiaro: sovranità nazionale, rispetto delle regole internazionali e multilateralismo sono le parole chiave di una visione che sfida apertamente l’egemonia del blocco occidentale. La cooperazione tra Cina e Russia non è retorica, ma pratica tangibile. Nei giorni dell’incontro, sono stati firmati oltre 20 accordi bilaterali in settori strategici come energia, intelligenza artificiale, agricoltura e ricerca scientifica. Interessante la collaborazione nel programma lunare cinese Chang’e-7, con la tecnologia russa dedicata al monitoraggio della polvere lunare, che indica un’integrazione tecnologica su scala spaziale.

Mentre gli Stati Uniti discutono nuove sanzioni contro Mosca per il conflitto in Ucraina, Pechino e Mosca rafforzano la loro alleanza economica e politica. Xi e Putin hanno ribadito l’impegno a usare grandi progetti come leve di cooperazione, creando iniziative modello che uniscano interessi profondi e reciproci vantaggi. La Cina non si limita a investire in infrastrutture o tecnologia russa, ma promuove un’integrazione strategica che va dall’educazione – con l’annuncio degli Anni della Cultura e dell’Educazione 2026-27 – alla scienza, passando per la difesa della sovranità tecnologica.

Non sorprende quindi che la visita di Putin sia definita “assolutamente senza precedenti” dal portavoce del Cremlino. La delegazione russa include figure chiave come Alexey Miller di Gazprom e Igor Sechin di Rosneft, oltre ai ministri più influenti nell’economia e nelle risorse naturali, segno che la partnership non è simbolica, ma profondamente legata agli interessi strategici nazionali. La Cina, dal canto suo, sembra disposta a giocare una partita lunga, offrendo supporto economico e scientifico e rafforzando i legami politici con Mosca in un momento in cui l’Occidente alza muri commerciali e minaccia sanzioni.

Il contesto regionale aggiunge ulteriore complessità. Lo Shanghai Cooperation Organisation, blocco eurasiatico fondato nel 2001, conferma l’opposizione a misure coercitive unilaterali, sancite da dichiarazioni ufficiali contro sanzioni e tariffe punitive che colpiscono molti membri. La retorica della “multilateralità inclusiva” non è semplice diplomazia di facciata, ma un segnale preciso: il gruppo di Pechino e Mosca vuole ridefinire regole e norme globali, ribaltando l’ordine fondato sul predominio occidentale.

Il livello di coordinamento è impressionante. Xi e Putin si incontrano regolarmente, telefonano frequentemente e mantengono un flusso continuo di contatti tra alti funzionari. L’industria, la difesa e la tecnologia diventano strumenti concreti di una politica estera che privilegia la resilienza e la capacità di pressione reciproca. Le esercitazioni militari congiunte, gli accordi scientifici e le iniziative educative non sono meri simboli, ma tasselli di un mosaico strategico che mira a consolidare la partnership e proiettare influenza globale.

Non manca un richiamo storico: entrambi i leader ricordano il ruolo della Cina e dell’URSS nella vittoria alleata della Seconda Guerra Mondiale, sottolineando come la memoria storica rafforzi la legittimità dell’attuale cooperazione. La retorica, calibrata e leggermente ironica, serve anche a legittimare le attuali mosse geopolitiche davanti a un pubblico internazionale sempre più attento agli equilibri multipolari.

Il clima è quindi di ottimismo strategico e pragmatismo tattico. La visita di Putin a Pechino, seguita da una parata militare massiccia a Tiananmen, è un chiaro messaggio all’Occidente: Cina e Russia non solo condividono obiettivi economici e tecnologici, ma sono pronte a dimostrare capacità militari e coesione politica. Gli osservatori internazionali dovranno rivedere modelli di previsione geopolitica, perché l’integrazione strategica sino-russa rappresenta un nuovo livello di alleanza globale.

In un mondo dove la pressione economica americana cresce, la Cina e la Russia mostrano che la resilienza passa per la collaborazione tecnologica, scientifica e industriale, un mix che difficilmente può essere ostacolato da minacce esterne. La partnership non è solo politica, ma un esperimento di governance alternativa e multipolare, che trova concretezza nella scienza, nella tecnologia, nel commercio e persino nello spazio.

Il punto chiave è semplice, e per questo potente: il futuro della multipolarità non si scrive a Washington o Bruxelles, ma nei corridoi di Zhongnanhai e del Cremlino, tra accordi scientifici e discussioni strategiche su energia, intelligenza artificiale e educazione. Xi e Putin non stanno solo sfidando l’ordine attuale, stanno definendo la logica di un mondo che potrebbe non avere più un unico centro di gravità.

La lezione per i leader occidentali è chiara: ignorare o sottovalutare la profondità e la sistematicità della cooperazione sino-russa significa fraintendere la natura dei cambiamenti globali. In questo nuovo scenario, tecnologia, economia e geopolitica si intrecciano in modi che rendono qualsiasi approccio unilaterale inefficace. Cina e Russia stanno scrivendo insieme le regole del gioco, e lo fanno con un mix di pragmatismo tecnico e retorica storica che difficilmente passerà inosservato